LA CHIESA DI ISCHIA SI RINNOVA

“ANTONIO, NON POSSO…” Il nuovo Vicario Generale obbligato a concedere in esclusiva la sua prima intervista al settimanale diocesano Kaire

PARLIAMO NOI…PER DON AGOSTINO !

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Di ANTONIO LUBRANO

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Don Agostino Iovene, nella qualità di nuovo Vicario Generale della Diocesi di Ischia, fino a sabato prossimo 15 febbraio, non rilascerà nessuna dichiarazione o intervista relativa al suo attuale incarico, almeno così ci ha assicurato, perché le stesse (dichiarazioni e intervista) le ha già consegnate in esclusiva a Kaire, il settimanale della Diocesi, in distribuzione da domenica mattina prossima sui sagrati di tutte le chiese parrocchiali dell’isola. Come a dire: i fatti propri si…discutono in famiglia. Nulla da obbiettare. Ciascuno è padrone dei propri pensieri, ed ha il diritto di rivelarli come e quando crede a chi desidera, specie se si è vincolati da legami obbligati. Detto questo, la tentazione di far parlare il nuovo Vicario Generale della Diocesi di Ischia, non ci è venuta meno. Per cui, conoscendo i pregi e i difetti, ma più i pregi, di Don Agostino, non avrà nulla in contrario se proviamo a parlare noi per lui, interpretando il suo pensiero e scrivendo ciò che ci avrebbe risposto, se il nostro tentativo di ottenere alcune sue dichiarazioni, all’indomani della sua nomina, fosse andato in porto. Don Agostino Iovene è sacerdote tutto d’un pezzo, a 360 gradi, e la sua dirittura morale e spirituale è indiscutibile. Alla nostra domanda: Te lo aspettavi di essere nominato Vicario Generale, sapendo di dover superare anche una certa concorrenza…? Don Agostino avrebbe risposto così:” Le vie del Signore sono infinite, e tutte portano nella giusta direzione. E’ umano, nella vita, aspirare sempre a qualcosa di più, ma ti assicuro, non ho fatto niente per essere preferito e vincere la concorrenza, come dici tu. La mia nomina a Vicario Generale della Diocesi è solo e soltanto una scelta del Vescovo”. Alla nostra seconda domanda: Cosa cambia, ora che sei Vicario Generale? La risposta di Don Agostino non poteva che essere la seguente: “ Darò il mio contributo alla ripianificazione dei ranghi della Diocesi, fiancheggiando il Vescovo nelle decisioni di ulteriore rinnovamento. Le mie ore di lavoro aumenteranno sensibilmente al servizio della Diocesi. E se i risultati saranno soddisfacenti come credo, ne sarà valsa la pena”. Alla terza domanda: I giovani preti che la Diocesi annovera nel suo organico,vanno seguiti e richiamati spesso, o bisogna lasciarli fare come credono ? La risposta di Don Agostino sarebbe stata questa: “ I nostri giovani preti sono tutti bravi sacerdoti. Stare loro vicini e aiutarli nei momenti difficili della loro missione, è anche compito del Vicario. In me, dopo il Vescovo, troveranno sempre la massima disponibilità. Naturalmente non vi sarà nessun permissivismo”. Alla quarta domanda: il Vicario rappresenta il Vescovo, e cura i rapporti con le parrocchie, le concessioni degli imprimatur, i rapporti con gli enti territoriali e della società civile, l’amministrazione dei beni ecclesiastici e gli aspetti giuridici dei sacramenti e della loro celebrazione. Farai tutto questo ? Don Agostino avrebbe dato questa risposta: “Non sarà facile, ma farò tutto questo. Il mio temperamento di uomo di Chiesa mi porta a seguire tutte le regole che il nuovo mandato mi impone. Lo farò senza lasciarmi distrarre da fattori estranei. La Diocesi di Ischia deve agire anche in funzione della evoluzione della società civile dell’isola in tutti i suoi aspetti, specie in quello del turismo religioso e culturale, dove noi siamo attrezzati e intendiamo essere maggiormente presenti”. La quinta ed ultima domanda: Il Vicario è munito di potestà ordinaria, presta il suo aiuto al Vescovo nel governo della Diocesi,

ti senti a tuo agio accanto al Mons. Lagnese ? Don Agostino, se avesse potuto risponderci, avrebbe dato al seguente risposta: “Il Vescovo è persona squisita e democratica. La sua disponibilità al dialogo, rende gli argomenti che ci riguardano piacevoli ad essere trattati. La fiducia che mi ha concesso, va al di là dei miei meriti. Spero di ripagarlo come si aspetta”. Don Agostino, se abbiamo parlato per lui, ci perdoni la presunzione. Conoscendolo, crediamo per davvero che ci avrebbe risposto così., parola più,  parola meno.

ANTONIO LUBRANO

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11/02/2014 · L'EDITORIALE

LA CHIESA DI ISCHIA SI RINNOVA

“ANTONIO, NON POSSO…” Il nuovo Vicario Generale obbligato a concedere in esclusiva la sua prima intervista al settimanale diocesano Kaire

PARLIAMO NOI…PER DON AGOSTINO !

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di ANTONIO LUBRANO

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Don Agostino Iovene, nella qualità di nuovo Vicario Generale della Diocesi di Ischia, fino a sabato prossimo 15 febbraio, non rilascerà nessuna dichiarazione o intervista relativa al suo attuale incarico, almeno così ci ha assicurato, perché le stesse (dichiarazioni e intervista) le ha già consegnate in esclusiva a Kaire, il settimanale della Diocesi, in distribuzione da domenica mattina prossima sui sagrati di tutte le chiese parrocchiali dell’isola. Come a dire: i fatti propri si…discutono in famiglia. Nulla da obbiettare. Ciascuno è padrone dei propri pensieri, ed ha il diritto di rivelarli come e quando crede a chi desidera, specie se si è vincolati da legami obbligati. Detto questo, la tentazione di far parlare il nuovo Vicario Generale della Diocesi di Ischia, non ci è venuta meno. Per cui, conoscendo i pregi e i difetti, ma più i pregi, di Don Agostino, non avrà nulla in contrario se proviamo a parlare noi per lui, interpretando il suo pensiero e scrivendo ciò che ci avrebbe risposto, se il nostro tentativo di ottenere alcune sue dichiarazioni, all’indomani della sua nomina, fosse andato in porto. Don Agostino Iovene è sacerdote tutto d’un pezzo, a 360 gradi, e la sua dirittura morale e spirituale è indiscutibile. Alla nostra domanda: Te lo aspettavi di essere nominato Vicario Generale, sapendo di dover superare anche una certa concorrenza…? Don Agostino avrebbe risposto così:” Le vie del Signore sono infinite, e tutte portano nella giusta direzione. E’ umano, nella vita, aspirare sempre a qualcosa di più, ma ti assicuro, non ho fatto niente per essere preferito e vincere la concorrenza, come dici tu. La mia nomina a Vicario Generale della Diocesi è solo e soltanto una scelta del Vescovo”. Alla nostra seconda domanda: Cosa cambia, ora che sei Vicario Generale? La risposta di Don Agostino non poteva che essere la seguente: “ Darò il mio contributo alla ripianificazione dei ranghi della Diocesi, fiancheggiando il Vescovo nelle decisioni di ulteriore rinnovamento. Le mie ore di lavoro aumenteranno sensibilmente al servizio della Diocesi. E se i risultati saranno soddisfacenti come credo, ne sarà valsa la pena”. Alla terza domanda: I giovani preti che la Diocesi annovera nel suo organico,vanno seguiti e richiamati spesso, o bisogna lasciarli fare come credono ? La risposta di Don Agostino sarebbe stata questa: “ I nostri giovani preti sono tutti bravi sacerdoti. Stare loro vicini e aiutarli nei momenti difficili della loro missione, è anche compito del Vicario. In me, dopo il Vescovo, troveranno sempre la massima disponibilità. Naturalmente non vi sarà nessun permissivismo”. Alla quarta domanda: il Vicario rappresenta il Vescovo, e cura i rapporti con le parrocchie, le concessioni degli imprimatur, i rapporti con gli enti territoriali e della società civile, l’amministrazione dei beni ecclesiastici e gli aspetti giuridici dei sacramenti e della loro celebrazione. Farai tutto questo ? Don Agostino avrebbe dato questa risposta: “Non sarà facile, ma farò tutto questo. Il mio temperamento di uomo di Chiesa mi porta a seguire tutte le regole che il nuovo mandato mi impone. Lo farò senza lasciarmi distrarre da fattori estranei. La Diocesi di Ischia deve agire anche in funzione della evoluzione della società civile dell’isola in tutti i suoi aspetti, specie in quello del turismo religioso e culturale, dove noi siamo attrezzati e intendiamo essere maggiormente presenti”. La quinta ed ultima domanda: Il Vicario è munito di potestà ordinaria, presta il suo aiuto al Vescovo nel governo della Diocesi, ti senti a tuo agio accanto al Mons. Lagnese ? Don Agostino, se avesse potuto risponderci, avrebbe dato al seguente risposta: “Il Vescovo è persona squisita e democratica. La sua disponibilità al dialogo, rende gli argomenti che ci riguardano piacevoli ad essere trattati. La fiducia che mi ha concesso, va al di là dei miei meriti. Spero di ripagarlo come si aspetta”. Don Agostino, se abbiamo parlato per lui, ci perdoni la presunzione. Conoscendolo, crediamo per davvero che ci avrebbe risposto così,  parola più, parola meno

ANTONIO LUBRANO


Qui di seguito riportiamo le tappe dell’itinerario bellico dell’ischitano Pasquale Mazzella, partito soldato da Napoli nel 1938 per ritornarvi vivo nel 1946. Una serie di episodi avventurosi con il pericolo di morte sempre in agguato, hanno caratterizzato i lunghi sei anni vissuti da Pasquale soldato lontano dalla sua Ischia. Questo l’elenco: Napoli, Port Said, Suez, Massaua,Aden, Bombay, Colombo, Singappore, Manila, Hong Kong, Shanghai, Nanchino,Tientsun, Pekino, Hankau, Cifu, Tsintao, Mukden, Dairen, Fusan, Shimoneseki, Hiroshima,Nagasaki, Kobe, Kioto, Yokohama, Kawasaki, Tokio, Okinawa,Guam, Wakeisland, Awaii, Honolulu, San Francisco, Panama City,Panama Canal, Gibilterra, Napoli. Ma Pasquale Mazzella, dopo il periodo bellico che lo ha visto, in marina servitore della patria con tutti i rischi che egli stesso ha raccontato nell’articolo scritto per noi di suo pugno, e che pubblichiamo qui a fianco; dicevamo, Pasquale Mazzella è stato tante altre cose. Prima di tutto si è formato una famiglia, che gli ha lasciato tutto lo spazio che desiderava per combattere le sue battaglie sociali in nome della giustizia, dell’onestà soprattutto, del rispetto totale verso i valori in cui fermamente credeva. Quindi ha avuto campo libero, dove non gli è stato difficile distinguersi in politica e nella lotta sindacale in difesa del lavoro e dei diritti inalienabili dei lavoratori, in particolare nel settore marittimo. Pasquale Mazzella aveva anche altri interessi come quello della caccia di cui sapeva tutto: i territori di cacciagione giusti, i vari tipi di uccelli, i tempi delle migrazioni, l’uso da esperto dell’arma per cacciare. La passione per la caccia, gli serviva per distrarsi dagli impegni politici e sociali che lo legavano ad un mondo, al quale egli si riteneva orgoglioso di appartenere, quello del lavoro e dei lavoratori. Le sue idee come le sue azioni erano manifestate alla luce del sole, con la schiettezza e l’onestà intellettuale a lui abituali. Il suo credo politico era tutto a sinistra, fra i comunisti irriducibili. Con essi ha vissuto campagne elettorali memorabili da candidato ad Ischia e nel continente. Sventolare la bandiera rossa nelle manifestazione di piazza quando vi partecipava, per Pasquale, era segno straordinario di appartenenza e di libertà. I suoi amici e compagni di partito con cui ha condiviso la vita di sezione del PCI, combattendo le sue prime battaglie politiche ad Ischia, sono stati Giovan Giuseppe Onorato, Luciano Del Dotto e Salvatore Telese, una triade fedele e compatta in cui il compagno Pasquale si riconosceva appieno. A questi poi si sono aggiunti i vari Vuoso, Monti, Lamonaca nei quali egli vedeva il futuro. Infine Pasquale Mazzella uomo. Era gentile e solidale. Riconosceva il lavoro degli altri e si immedesimava in essi quando incorrevano in difficoltà palesi. Pronto a dispensare consigli, specie quando gli venivano richiesti direttamente. La sua religione era l’amore per la famiglia e il rispetto verso il prossimo. Il rapporto col Padre Eterno erano del tutto personale. Ora sicuramente, in una sede più alta, si staranno parlando.

26/01/2014 · L'EDITORIALE

La Chiesetta (dedicata a Sant’Anna) fu costruita nel 1499  per volontà di donna Laura Sanseverino che convinse suo marito Innico d’Avalos II capitano della guardia sul Castello e governatore dell’isola, di intercedere presso Re Ferdinado d’Aragona affinchè ne concedesse il consenso e i fondi. Ottenuto il benestare reale per la costruzione, la chiesetta vide presto la sua luce e fu destinata al culto anche per tutti gli abitanti della zona del Ninfario. Fra gli arredi sacri della piccola chiesa figurava anche un prezioso quadro di autore anonimo donato alla chiesetta dalla stessa Donna Laura Sanseverino raffigurante l’ immagine di S. Anna prima della consacrazione del tempietto avvenuta  ad opera del Vescovo dell’epoca Mons Donato Strineo,  chiamato  a celebrare anche  il  battesimo della piccola Costanza D’Avalos nata nella Torre vicina, ed attesa  figlia dei coniugi D’Avalos. La venuta al mondo della piccola Costanza D’Avalos segnò la storia della chiesetta che fu subito dedicata a S.Anna per effetto della presenza di quel quadro e delle incessanti  preghiere di Donna Laura alla Santa durante tutto il periodo della sua difficile gravidanza. Le accorate preghiere di Donna Laura furono esaudite e da quel parto così a rischio nacque una splendida bambina Costanza, chiamata la “figlia della Torre”. Era il 26 di luglio del 1503, proprio il giorno di Sant’Anna. La lieta notizia raggiunse i casolari vicini, il nascente Borgo di Celsa e le famiglie altolocate sul Castello. Si gridò al miracolo e i ringraziamenti a S. Anna non furono mai abbastanza.  Fu festa quel giorno per la potente famiglia dei D’Avalos che volle fosse festa anche per il popolo di Ischia che aveva seguito con trepidazione il travaglio di Donna Laura. Così ebbe inizio e si  sviluppò la  riconoscenza e la fede delle donne partorienti ischitane alla Sant’Anna della Chiesetta. Fede, preghiea e speranza furono le motivazioni che spinsero le donne partorienti ischitane a recarsi in processione su gozzi parati a festa fin sotto la chiesetta per raccomandarsi a S.Anna  da quel giorno loro protettrice. Quella processione di oltre 500 anni fa, con gli anni è diventa la Festa a Mare agli Scogli di S. Anna,  che noi tutti  oggi con allegria viviamo.

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LA CHIESETTA DI SANT’ANNA,  513 ANNI FA,  NEL LIBRO “LA TORRE DI MICHELANGELO” DI ANTONIO LUBRANO

Per gentile concessione dell’autore, rendiamo nota in anteprima l’inedita ricerca storica sulle origini della Chiesetta dedicata a Sant’Anna, nella Baia di Cartaromana, illustrata  con dovizia di particolari nel libro di prossima pubblicazione del giornalista Antonio Lubrano, sulla Torre di Michelangelo e il Borgo di Celsa.

Sabato 28 Luglio 2012  e Venerdi 26 Luglio 2013 –  (testo letto dallo speaker nel corso della presentazione delle due edizioni  della Festa a Mare agli Scogli di S. Anna del 2012 e del 2013)

24/10/2013 · L'EDITORIALE