DALL’ ISOLA PARTIRONO “PE’ TERRE ASSAIE LUNTANE” , MOLTI NON FECERO PIU’ RITORNO
NEI VICOLI DELL’ ARSO E NELLA TORRE DEL MULINO I CIMELI DELLA SOFFERTA EMIGRAZIONE
Per tanti isolani del primo ‘900, fu un partire dall’isola sofferto, fra lacrime e promesse di ritorno. L’obiettivo principale erano le Americhe. Si accodarono ai trentini, napoletani, salernitani, toscani, siciliani, pugliesi e calabresi, facendo registrare la più grande emigrazione (14 milioni) di italiani del secolo appena iniziato). Si emigrò principalmente in Nord America per stabilirsi in Canada a New York, nel New Jersey, A Philadelfia, Boston, Baltimora, nel Connecticut, in California a San Pedro a Cicago, Ditroit. Altri preferirono l’Argentina, sistemandosi in gran parte a Buenos Aires e Mar Del Plata. Altri ancora in Uruguay a Montevideo. Infine il resto raggiunse il Brasile, Venezuela e l’Australia. L’emigrazione degli ischitani verso le Americhe ha avuto varie fasi a partire dai primi anni del 1900 toccando punte massime negli anni ’20 e ’30 per concludersi sul finir degli annI ’50. Il secolo precedente, ossia l’800, vede l’isola registrare forme di emigrazione verso paesi del Nord Africa come l’Algeria e la Tunisia fra il 1860 ed il 1897 fino agli an ni ’40 del ‘900.
Articolo di ANTONIO LUBRANO
Foto di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
Dopo la forzata pausa dello scorso anno allorquando per l’unica volta nella sua storia saltò l’ attesa edizione della interessante rassegna “Pe Terre Assaie Luntane” mantenuta in vita dallo slancio organizzativo della Prof.ssa Maria Lauro (la Rossa) e dalle ispirazioni storiche e culturali di Salvatore Ronga, oggi 12 settembre la rievocazione dell’emigrazione ischitana verso le Americhe con vasta e storica docunemtazione, riprende alla grande nella stessa tradizionale e caratteristica location antica dell’Addolorata, nelle stradine che danno alla Torre del Mulino, tra Via Champault, il vicolo parallelo, cuore della rassegna, e piazzetta Rittman. Si rinnova così il tradizionale appuntamento con “ Pe’ terre assaje luntane ”, la manifestazione a cura dell’Associazione Ischitani nel Mondo , giunta quest’anno alla XV edizione e dedicata all’emigrazione ischitana verso le Americhe. Quindi da oggi a domenica prossima 15 settembre, stesso giorno in cui hanno luogo i festeggiamenti solenni dell’ amata madonnina dell’Addolorata, mostre, installazioni artistiche, proiezioni e incontri animeranno gli spazi della Torre del Mulino di Ischia, presso la Spiaggia dei Pescatori, proprio nei luoghi da cui partirono in cerca di fortuna molti Ischitani nel secolo scorso. La mostra documentaria è suddivisa in tre sezioni – l’esodo, il viaggio e gli approdi – propone un percorso illustrativo che racconta l’emigrazione ischitana, mettendo in evidenza gli aspetti peculiari che contraddistinguono il fenomeno isolano rispetto a quello nazionale. Il villaggio algerino di Stora, il porto di San Pedro in California e la cittadina argentina di Mar del Plata sono i principali approdi di un’epopea che vede i pescherecci ischitani conquistare, nel tempo, sempre nuovi mari, dal Mediterraneo al Pacifico, in un lento e faticoso passaggio dall’esperienza stagionale alla definitiva stanzialità. A integrare l’allestimento, l’esposizione di materiale originale: gli album dei passeggeri in viaggio sui transatlantici, con immagini inedite dell’isola d’Ischia e degli emigranti a bordo; brochure di I Classe e réclame che celebrano i fasti della traversata transoceanica; opuscoli e biglietti di III Classe che testimoniano il progressivo miglioramento delle condizioni di viaggio dei nostri emigranti, sullo slancio di radicali trasformazioni sociali e politiche. A corredo della mostra, “ Make a wish ” è un racconto per immagini, nel quale l’illustratrice Monica Hernandez ripercorre la sua infanzia a Cuba: un viaggio di ritorno che è riscoperta di un desiderio e conferma di una vocazione irrinunciabile. Il programma di incontri si articola in due serate, il 12 e il 13 settembre, con inizio alle ore 21:00. Giovedì 12 settembre, ha luogo l’incontro dal titolo “ I ritorni ”, organizzato in collaborazione con l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e il Circolo Georges Sadoul. Maddalena Tirabassi del Centro Altreitalie interviene sul tema delle migrazioni di ritorno, materia ancora oggi marginale negli studi sull’emigrazione. La circolarità e la mobilità del fenomeno sono elementi che offrono l’occasione di aprire una finestra sull’attualità con una particolare attenzione alle migrazioni giovanili, argomento a cui è dedicato il libro “Famiglie transnazionali dell’Italia che emigra”, a cura di Maddalena Tirabassi, con Valeria Bonatti, Alvise Del Pra’ e Brunella Rallo. Giuliana Muscio , storica del cinema, declina il tema dei “ritorni” partendo dall’analisi di “Santa Lucia luntana”, un film italoamericano del 1931, in cui emerge il conflitto tra necessità d’integrazione e nostalgia di casa. Il lavoro si inserisce tra i contributi che la tradizione italiana, grazie ai tanti artisti emigrati, ha apportato alla storia del cinema americano. Un ambito di ricerca, questo, di cui Giuliana Muscio si è occupata con numerosi studi, tra i quali si segnala il volume “Napoli/New York, Hollywood”, pubblicato dalla Fordham University Press. Venerdì 13 settembre, il Direttore del MANN, Paolo Giulierini è protagonista dell’incontro sul tema “ Thalassa ovvero il Mediterraneo crocevia di popoli in movimento ”. Le migrazioni nel mondo antico e il mare come luogo di scambio interculturale, con l’Isola d’Ischia tra i suoi fulcri nevralgici, sono anche al centro di “ Thalassa ”, la mostra-evento in programma al Museo Archeologico di Napoli nel prossimo dicembre, che, generosamente, il Direttore presenta al pubblico in occasione della manifestazione. A introdurre gli incontri, Arturo Martorelli dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. La mostra è visitabile dal 12 al 15 settembre, dalle ore 21:00 alle ore 23:00. La manifestazione è patrocinata dalla Regione Campania , dalla Scabec Società Campana per i Beni Culturali e dal Comune di Ischia.
antoniolubrano1941@gmail.com
L’ AMERICA CHE LI HA ACCOLTI: FIGLI DALLE PROFESSIONI ECCELLENTI ORGOGLIOSI DEI PROPRI PADRI COSTRETTI AD EMIGRARE DA “POVERACCI” SENZA “ARTE E NE’ PARTE”
DI MICHELE LUBRANO
Articolo di MICHELE LUBRANO
La storia dell’emigrazione ischitana dell’ 800 e del primo novecento presenta risvolti straordinari che ti fanno riflettere. E’ difficile pensare che i bambini emigrati, almeno i nostri, quelli che lasciarono le realtà quotidiane di Barano, Testaccio, Fontana e della stessa Ischia, una volta inseriti da giovanotti prima e da adulti poi, completamente nella società americana in veste di riconosciuti professionisti, dirigenti, industriali, uomini politici e delle varie chiese disseminate sull’intero territorio statunitense, potessero vergognarsi dei propri genitori provenienti da lavori nobili come la pesca e l’essere contadini a 360 gradi o carpentieri. L’essere “nati due volte”, una volta figli di poveracci e l’altra figli di un’America che li accoglie da protagonisti con la sola “vergogna” di chi li ha generati. Qualcuno da esperto ha parlato del fenomeno senza fare obiezioni. Noi invece l’obiezione la facciamo, specie quando pensiamo a famiglie isolane di Ischia, di Barano, del Testaccio di nostra conoscenza ,che emigrate nelle Americhe con i loro bambini, hanno conservato una unione familiare esemplare, soprattutto nel rispetto fra figli e padri. Possiamo fare gli esempi delle famiglie Baldino, Lauro, Di Leva, Cigliano, Pirozzi, Prmavera, Mattera, Amalfitano,Iacono, Boccanfuso i cui figli, inseriti appieno nella società americana, argentina, australiane da posizioni di prestigio ed avvolte anche di comando, non hanno mai rinnegato l’amore ed il rispetto per chi li aveva messi al mondo, vergognandosi di loro per la diversità di condizione sociale tra padre e figli. Questo tema è stato trattato in una mostra allestita ad una delle ultime edizioni “Pe terre Assai Luntane” dove tra documenti e illustrazioni, la mostra in questione ha disegnato un viaggio sulle tracce dei bambini partiti per le Americhe, a bordo dei transatlantici che sono stati il vanto della marineria di casa nostra, senza trascurare, nella trama fitta di storie e racconti, i fili che si dipanano da Ischia: I piccoli pescatori imbarcati per i mari africani e impiegati per sorvegliare le attrezzature nei capanni, i tanti ragazzi partiti sul finire degli anni Trenta per raggiungere i genitori in California con negli occhi il sogno di strade lastricate d’oro, e, a partire dal secondo dopoguerra, la traversata transoceanica in cerca di un nuovo paese dei balocchi sulle coste argetine.
michelelubrano@yahoo.it