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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

 

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LA VARIETA’ DELLA NOSTRA FRUTTA SECCA ANNOVERA ANCHE LE GUSTOSE CARRUBE CHE SPESSO FANNO IL PAIO CON LE CASTAGNE PESTE E QUELLE COSIDETTE DEL PRETE

L’ISOLA D’ISCHIA VANTA CENTINAIA DI PIANTE SPARSE SU TUTTO IL TERRITORIO, PERFINO IN PIAZZA ANTICA REGGIA A ISCHIA – QUELL’ALBERO DI RIFERIMENTO IN VIA LEONARDO MAZZELLA CARICO SI “SCIUSCELLE” PRESO DI MIRA DAI RAGAZZI DEI DOPOGUERRA PER SFAMARSI – OGGI COL CARRUBO, PIANTA SEMPRE VERDE,  FANNO LA FARINA, CREME DI CIOCCOLATO, LIQUORI, DOLCI E QUANT’ALTRO LA FANTASIA GASTRONOMICA  SPINGE A CREARE – CONFEZIONI APPOSITAMENTE REALIZZATE PER LA VENDITA NEI NEGOZI DEI SAPORI – LE PROPRIETÀ CURATIVE STRABILIANTI. NOI RAGAZZI DEGLI ANNI ’40 E ‘50, NON CI FACEVAMO SCRUPOLO NEL MANGIARE LE “SCIUSCELLE” ANCHE SE SAPEVAMO CHE ERANO  L’ALIMENTO PREFERITO DAI MULI DELLA FAMIGLIA DEI CAVALLI, UTILIZZATI A QUEL TEMPO FINO AGLI ANNI ‘70, DAI CARRETTIERI DI BARANO, SERRARA FONTANA, FORIO E ISCHIA PER IL TRASPORTO, PER LO PIÙ DI BOTTI E BARILI CONTENENTI IL NOSTRO VINO DA ESPORTAZIONE. A SCUOLA LE PORTAVAMO IN TASCA PER MANGIARLE DURANTE L’INTERVALLOLA CARRUBA È UN FRUTTO MOLTO DOLCE, DAL SAPORE UN PO’ ANTICO. E’ PROTGONISTA NELLE STAGIONI  AUTUNNALI ED INVERNALI. E’ PER LO PIÙ CONOSCIUTO COL NOME DI “SCIUSCELLA”. IN PASSATO ERA SPESSO USATO PER PREPARARE UN BRODO CHE ATTENUAVA I DOLORI ALLO STOMACO. DALLA “SCIUSCELLA”  SE NE RICAVA ANCHE UN LIQUORE CHE OLTRE AD ESSERE MOLTO PIACEVOLE AL GUSTO, È ANCHE UN ECCELLENTE DIGESTIVO

Carob pods and carob beans on the wooden table.

I  VECCHI  PRODOTTI  ALIMENTARI  DELLA TRADIZIONE:  LE  “SCIUSCELLE”  CURATIVE CHE FANNO CONCORRENZA AL MEDICO

 Nonostante siano cadute un poco  in disuso, le carrube o  Sciuscelle,  posseggono delle straordinarie proprietà per combattere un disturbo sempre più diffuso: la sindrome del colon irritabile. Questa patologia che colpisce prevalentemente le donne, è un disordine del tratto gastrointestinale che porta a frequenti dolori addominali e a problemi di malassorbimento.

DI MICHELE LUBRANO

Non tutti sanno, almeno qui ad Ischia,  che le tradizionali e secolari Sciuscelle posseggono proprietà curative strabilianti. Utilizzate per millenni come alimento ricostituente, e mangiate anche da noi in tempi di povertà sociale, le “Sciuscelle” della nostra gioventù, sembrano essere cadute in disuso. Le chiamano anche, pane di San Giovanni, perchè secondo la leggenda il “Battista” si nutriva di questa piante durante i lunghi periodi di ascesi nel deserto. Stiamo parlando della Carruba, pianta diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo e presente principalmente nelle regioni del sud Italia, e quindi in larga parte anche nella nostra isola, dove si dice, l’abbiano portata i Grec e gli Arabi.  Eppure,, nonostante sia caduta in disuso, la pianta di carrubo o di Sciuscelle,  possiede delle straordinarie proprietà per combattere un disturbo sempre più diffuso: la sindrome del colon irritabile. Questa patologia che colpisce prevalentemente le donne, è un disordine del tratto gastrointestinale che porta a frequenti dolori addominali e a problemi di malassorbimento. Ma è proprio contro il fastidioso sintomo del mal di pancia che la carruba agisce. Non a caso già in passato se ne conoscevano le proprietà curative nei confronti delle infezioni batteriche del tratto intestinale e, in particolare, a scopi terapeutici si impiegava la farina che si ricava dal frutto. Essa è infatti in grado di assorbire grandi quantità di liquido, dalle 50 alle 100 volte il suo peso. Questo effetto è assicurato dalla presenza di particolari sostanze, chiamate pectine, che assorbendo acqua formano un gel capace di distendere le pareti intestinali e contrastare le contrazioni dolorose tipiche del colon irritabile e di tutte le forme di colite che possono manifestarsi o peggiorare durante la stagione calda. Inoltre, sempre per la sua attitudine ad assorbire acqua, la carruba è un ottimo rimedio contro le scariche. Grazie alla sua ricchezza di pectine, la farina di questo frutto assorbe l’acidità intestinale e riduce crampi e scariche. La capacità delle Sciuselle di agire a livello intestinale,  non finisce qui. Spesso infatti in chi soffre di sindrome del colon irritabile vi è uno squilibrio a livello della flora intestinale che porta ad acidosi. La carruba in polvere, grazie alle sue attività di tampone, combatte efficacemente l’acidosi contrastando la crescita microbica: a tale scopo, si può mastica il frutto intero o sciogliere un cucchiaino di farine in un vasetto di yogurt naturale. Non solo: l’assenza di sostanze come la caffeina e la teobromina, tipiche invece del cioccolato, la rendono il sostituto ideale del cacao proprio per chi soffre di allergie e ipersensibilità verso queste sostanze. Inoltre, l’elevato contenuto in fibre rende il frutto del carrubo un alimento saziante e particolarmente depurativo.  Infine, le carrube sono un frutto totalmente privo di glutine e quindi possono essere consumate anche da chi soffre di celiachia o di intolleranza a questa proteina del frumento. In erboristeria e nei negozi di cibi naturali trovi la farina di carrube: può essere usata per la preparazione dei dolci sempre mescolata al altre farine integrali (riso, avena) ed è ottima per rendere più cremosi (e sazianti) i frullati.  Frulla un bicchiere di latte di mandorle con un cucchiaio di farina di carrube, dal sapore che ricorda il cacao. E’ ideale a merenda e a colazione: nutre il cervello e “sveglia” l’intestino.

                                                                                                         michelelubrano@yahoo.it

DI ANTONIO LUBRANO

 Le Carrube, ovvero, le “Sciuscelle” della nostra infanzia. Il loro ricordo è legato, almeno per noi, agli anni dell’ultimo conflitto mondiale ed a quelli appena dopo, allorquando questo “frutto di scarto” e diremmo, anche mai dimenticato,  rappresentava un alimento ricercato per uomini ed animali non trascurabile. Noi ragazzi dell’epoca, non ci facevamo scrupolo nel mangiare le “Sciuscelle” anche se sapevamo che erano  l’alimento preferito dai muli della famiglia dei cavalli, utilizzati a quel tempo fino agli anni ‘70, dai carrettieri di Barano, Serrara Fontana, Forio e Ischia per il trasporto, per lo più di botti, e barili contenente il nostro vino da esportazione. Un albero di “Sciuscelle” di riferimento, fra i tanti sparsi in tutta l’isola, nei posti più impensati, era quello che ci attirava in via Leonardo Mazzella all’altezza dell’abitazione dei Bazzoli. Quella pianta sempre verde e rigogliosa, che dominava la vecchia “parracina” che delimitava il corso stradale sulla sinistra in salita, col suo largo cappello di foglie e di carrube che ombreggiavano il sottostante tratto di strada, era la nostra passione, il sicuro traguardo a bersaglio, per fare dell’albero ciò che meglio ci piaceva, derubandolo del suo frutto che penzolava a grappoli dopo essere passato dal suo colore di nascita verde smagliante al colore della identità matura marrone scuro. Le “sciuscelle”, ci si permetta di chiamarle con il nome della tradizione, nonostante se ne parli poco, sono un altro frutto della nostra terra, che a suo modo, ha fatto anch’esso  la storia di diverse generazioni isolane del passato. Hanno fatto parte della merenda ,mattutina di tanti ragazzi prima e durante le ore della scuola, sul lavoro e nei momenti di svago. A quel tempo tanti era i ragazzi e gli adulti che portavano in tasca almeno cinque o sei  “sciuscelle” di media lunghezza per mangiarle quando lo desideravano e per offrirne una che ne era sprovvisto. Ma il consumo delle “sciuscelle” non si limitava soltanto all’uso che ne facevano le generazioni passate. Innanzitutto, bisogna dire che il loro gusto era gradevole. Infatti esse  hanno un sapore dolciastro simile a quello del cioccolato, e proprio per questa caratteristica, dagli anni ’80 in poi l’industria alimentare, al di fuori della nostra isola,  si è interessata al suo utilizzo per la produzione di biscotti, sciroppi, basi per il gelato, barrette dietetiche e creme spalmabili, adatti per soddisfare la voglia di dolce senza esagerare con grassi e calorie. Nonostante questo nuovo tipo di utilizzo, la “sciuscella” rientra nella categoria dei “frutti dimenticati” in quanto è molto difficile reperirla in commercio, fatta eccezione per le sagre di paese nelle zone di produzione, oppure (ma a un costo proibitivo) nei negozi specializzati in sementi e frutta secca. Al momento dell’acquisto, la polpa deve essere dura e densa, ma comunque abbastanza morbida. Occorre anche controllare che non presenti piccoli fori ben visibili, segno della visita sgradita da parte delle larve di insetti. Le “sciuscelle” o se preferite, le carrube, vanno conservate  bene in luogo asciutto e fresco, dentro un sacchetto di plastica ben chiuso, anche per diverse settimane. Si possono utilizzare per varie ricette, prima fra tutte la famosa pasta di farina di carruba  molto presente sul mercato, specialmente in Sicilia in curate confezione per la vendita al dettaglio. Se mischiata a grassi od oli tropicali la farina di carruba si trasforma in un composto molto simile al cioccolato tradizionale.  Ad Ischia essa è possibile trovarla nei negozi dei Sapori molto frequentati dai nostri turisti che da soli hanno contribuito a far crescere in tutta l’isola questo tipo di attività commerciale nel settore alimentare. Le “Sciuscelle” sono il frutto di un albero sempre verde ( il carrubo ) spontaneo che può raggiungere i 500 anni di età; il suo nome scientifico è Ceratonia Siliqua ed appartiene alla famiglia delle Fabaceae. I frutti del carrubo hanno una forma simile all’involucro del fagiolo benché di dimensioni maggiori e di colore marrone scuro. Nei tempi antichi le carrube erano uno dei mezzi di sostentamento per uomini ed animali mentre. Erano consumato alla maniera popolare esposti in contenitori di tela di sacco o in larghi vassoi di legno. Avevano un profumo gradevole e  facevano la loro bella figura tra la frutta secca presentata in ogni stagione. Quindi la presenza della pianta di sciuscelle o carrubo nell’isola d’Ischia risale ai tempi in cui i  greci sbarcarono e colonizzarono l’isola d’Ischia. Dalla fermentazione della polpa delle sciuscelle  si ottiene un alcool molto utilizzato a livello industriale. Inoltre esse contengono il 10% di acqua, l’8,1% di proteine, il 34% di zuccheri, il 31% di grassi, fibre e ceneri; i minerali presenti sono rappresentati da potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, zinco, selenio e ferro. I frutti del carrubo contengono le vitamine del gruppo B ( B1, B2, B3, B5, B6 e B12 ), vitamina C, vitamina E, K e J e folato alimentare. L’elevato contenuto di fibre alimentari fa della carruba un alimento con proprietà sazianti e per questo motivo la sua assunzione è consigliata nelle diete dimagranti

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GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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