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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

                                                                              

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STORIE ISCHITANE DI OLTRE  70 ANNI FA /  FATICA, PASSIONE, TRADIZIONE, NECESSITA’ E PERICOLO DA SUPERARE  LE RAGIONI CHE SPINGEVANO I PESCATORI DI ISCHIA OGNI NOTTE A PRENDERE IL LARGO CON LE LORO BARCHE E IL CARICO DELLE  RETI 

Stendere le reti al sole sulla sabbia  della Mandra, di San Pietro e sugli antichi basoli e muretti del Ponte Aragonese che congiunge il Borgo di Celsa  al Castello, era l’ultima fatica  della mattina dopo la nottata di pesca  praticata nel canale tra Ischia e Procida o al largo di San Pancrazio, nel Felice o davanti Monte Vico a Lacco Ameno. Una dura fatica segnata sui volti stanchi ma soddisfatti dei pescatori ischitani, specie se il pescato era stato abbondante e di qualità. Per l’operazione della tintura delle reti sulla spiaggia della Mandra, si bolliva l’acqua in una grossa caldaia, vi si versava lo “zappino” (tannino) prima di immergervi le reti che poi si appendevano su apposite pertiche per la colatura della tintura stessa dal colore ruggine forte – LE RETI  AL SOLE ERANO  L’ULTIMA  FATICA  DOPO LA DURA NOTTATA DI PESCA – LO  “SPETTACOLO”  DA CARTOLINA CHE OFFRIVANO  I  PESCATORI ISCHITANI ATTIRAVA L’ATTENZIONE DEI TURISTI STRANIERI  PRESENTI TI SULL’ISOLA

Il Servizio Speciale

è stato realizzato

da ANTONIO LUBRANO

Con la Fotoricerca

 effettuata da

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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