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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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AMERICANI IN FESTA PER LA RICORRENZA DELL’ INDIPENDENZA USA

IL SALUTO E IL RINGRAZIAMENTO DEL CONSOLE  GENERALE AMERICANO A NAPOLI SIGNORA  TRACY  ROBERTS

“SIAMO QUI OGGI PER CELEBRARE, IL 248º  ANNIVERSARIO DELL’INDIPENDENZA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA, HA DETTO IL CONOLE. OGNI ANNO, IN QUESTA OCCASIONE, ABBIAMO IL PIACERE DI POTERE OSPITARE QUI, IN QUESTA ANTICA E PRESTIGIOSA SEDE DIPLOMATICA, RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI, AUTORITÀ, ESPONENTI DEL MONDO DELLE IMPRESE, DELLA CULTURA E DEGLI ORGANI DI STAMPA, E CONDIVIDERE CON LORO I FESTEGGIAMENTI DELLA RICORRENZA PIÙ IMPORTANTE PER IL POPOLO AMERICANO.” – TRACY ROBERTS HA INIZIATO LA SUA CARRIERA NEL DIPARTIMENTO DI STATO AMERICANO NEL 2000 ED È UNA DIPLOMATICA DI CARRIERA DEL SENIOR FOREIGN

 

DI ANTONIO LUBRANO

Alla prima lettura de Il Golfo di questa mattina, mentre gli americani residenti a Ischia leggono queste note sulla festa del “4 luglio”di oggi, gli ischitani residenti in America,  per le nove ore di differenza all’indietro del fuso orario, in California hanno già vissuto in allegria il loro 4 luglio festivo 2024 in eterno omaggi alla terra che li ha accolti e fatti prosperare. È  la Festa d’Indipendenza Nazionale del 4 luglio, per gli ischitani emigrati e  sparsi nei vari Stati Uniti d’America. La quale ha cominciato ad assumere importanza patriottica e di riconoscenza, a mano a mano che ci si integrava nel tessuto sociale del paese. Nei primi tempi dell’emigrazione di massa, in tutte le famiglie ischitane appena formatesi con l’arrivo dell’ultimo membro richiamato, si sapeva solo che il 4 luglio in America era giorno di festa, non si lavorava e si potevano fare programmi per andare in spiaggia, sulle grandi piscine popolari o in gita sui monti ed ai parchi come un sabato o una domenica qualsiasi. Insomma per la maggior parte degli ischitani emigrati, era una festa  normale  e basta. Fino a quando a ciascuno di essi, non veniva riconosciuta la cittadinanza americana, nessuno si sentiva di stringere il pugno in petto e rendere omaggio alla bandiera a stelle e strisce quando venivano diffuse le note dell’inno nazionale, “The Star Spangled Banner”, che al contrario emozionava fino alle lacrime gli americani doc. La nostalgia per l’Italia lasciata e per  il paese natio abbandonato insieme ai ricordi, agli amici ed ai parenti che forse non avrebbero più rivisto, era troppo viva e struggente per farla svanire in breve tempo. Solo il passar del tempo gradualmente , quindi,  avrebbe sanato tutto, e permesso ai tanti ischitani emigrati di abbracciare la nuova fede, e cioè: di giurare fedeltà alla loro nuova terra, alla loro nuova Nazione ed alla nuova bandiera con stelle e strisce. Al riguardo, se i padri hanno fatto fatica poi, ad integrarsi nella vita americana vera e propria, per i figli c’è stata via libera già alla frequentazione dall’Hig School, dove hanno assimilato i primi insegnamenti al nazionalismo ed alla cultura americana, dalla lingua fino alla storia del paese. Il resto è venuto dopo, sul posto di lavoro, nella formazione della famiglia e nella socializzazione della vita di tutti i giorni. Insomma, la famiglia ischitana di origine, dalla seconda generazione in poi, è diventata famiglia americana, senza però rinnegare l’italianità dei propri padri e dei propri nonni. Le due feste nazionali, il “the fourth of  july” (4 luglio festa dell’indipendenza e il “Thanksgiving Day” (quarto giovedì di novembre Festa del Ringraziamento), insieme al “Columbus Day” (12 ottobre giorno della scoperta dell’America – 1492), sono le ricorrenze nazionali a cui gli americani e quindi gli ischitani d’America americanizzati, tengono più di qualsiasi altra festa del calendario. Il “The Fourth of July” ossia il 4 luglio è in cima alla graduatoria, lo si festeggia come se fosse il nostro capodanno, a cominciare dalla mezzanotte del giorno fatidico e tanto atteso. Fino alle tre di notte si bivacca nel giadino di casa propria, sul terrazzo o in altri spazi all’aperto con il classico fumante barbacue  e fuochi t’artificio, laddove è possibile spararli, facendo attenzione, naturalmente alle condizione di sicurezza. Quindi dopo il primo assaggio dei festeggiamenti, si va a nanna. Il risveglio è di quelli che ti aprono a nuova vita. La particolare sensazione coinvolge un po’ tutti,  protesi a vivere il giorno di festa che si ha d’avanti con la fierezza e l’orgoglio di essere americani fino all’estremo del proprio nazionalismo ostentato senza risparmio. Ambasciate, Consolati, Circoli, Associazioni americane sparse per il mondo organizzano ricevimenti in un clima festoso che in qualche occasione rasenta l’esagerazione. A Roma come a Napoli nelle sedi diplomatiche statunitensi, ieri si è celebrata  la festa per il Ringraziamento del 4 Luglio, prendendo  corpo già dalle 12,00 con i preliminari. La lista degli invitati è strata lunga e ben selezionata. Oltre alle autorità  figuravano un buon numero di americani che lavorano nelle due città, almeno quelli che sono riusciti a farsi invitare per il grande ricevimento-gala della sera. Il poter partecipare alla festa dell’Ambasciata a Roma  o al Consolato Generale a Napoli di Piazza della Repubblica per l’americano doc, per l’italoamericano o per l’ischitano d’America nel caso di Napoli, è stato sempre  obiettivo ambitissimo.

                                                                                                                                                                                      lunranoantonio516@gmail.com                                     

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IL 2 LUGLIO 1776 A PHILADELFIA LA  DICHIARAZIONE D’INDIPENDENZA  REDATTA DA THOMAS JEFFERSON, JOHN ADAMS, ROBERT R. LIVINGSTON, ROGER SHERMAN E BENJAMIN FRANKLIN

 UNA TORTA AUGURALE A STELLE  E STRISCE  PER GLI AMERICANI DI ISCHIA CHE FESTEGGIANO IN FAMGLIA  E CON GLI AMICI IL LORO 4 LUGLIO

 DI MICHELE LUBRANO

Shirley Meals Lubrano, socia della “Federation of American Women’s Club Overseas” con la sua famiglia residente a Ischia e con amici connazionali anch’esso residenti  sull’isola festeggianop oggi 4 òuglio 2024 dell’Indipendenza Americana. Sulla nostra isola vivono trecento americani ed americane “doc” senza contare i tantissimi ischitani emigrati e poi ritornati a vivere nel paese natio, provenienti da San Pedro di California, da Los Angeles, da New  York, dal New Jersey e ioschitani d’america giunti a Ischia in questi giorni in vacanza La grande festa nazionale del 4 luglio per gli  Americani d’Ischia è forse la festa più importante dell’anno. La si celebra con gioia secondo alcuni schemi tradizionali: grigliate all’aperto, fuochi artificiali cinesi e pic-nic sulle nostre  spiagge. E’ un giorno che gli europei ed, in particolare, gli italiani fanno spesso fatica a comprendere fino in fondo. Non è un semplice giorno di festa, non si tratta di un giorno di vacanza, come invece, è diventato il nostro 25 aprile. E’ un giorno che ogni americano (di nascita o  di passaporto) è fiero ed orgoglioso di celebrare. Banalmente, si può dire che il 4 luglio si celebra la festa dell’indipendenza  (Independence Day) delle colonie americane, ottenuta dall’Inghilterra nel 1776. Questa, è la data che, per un americano segna la nascita della DEMOCRAZIA nel suo paese natio. Questa è la data che segna la vera nascita degli Stati Uniti d’America e, poichè gli Americani si sentono profondamente attaccati alla loro PATRIA, tanto da identificarsi interamente con essa, si può dire che il 4 luglio e la festa degli Americani stessi. Il 4 luglio è vietato stare da soli, la regola è riunirsi con la propria famiglia, anche se sparsa in luoghi diversi, o con gli amici più stretti. Si canta l’inno nazionale con la mano sul cuore e con gli occhi fissi verso il cielo. I nostri americani-ischitani nell’isola verde da anni fanno sventolare la Bandiera dell’Indipendenza fieri di essere America e fieri ed orgogliosi della nuova terra di adozione. La storia di questa importante ricorrenza è sintetizzata qui di seguito e dà l’idea del perchè gli americani tengono tanto all’evento. Con un territorio così vasto, diviso in 13 colonie gli americani puntarono all’indipendenza con una strategia di largo conflitto. La guerra vera e propria scoppia nel 1775, anno del primo scontro tra le milizie volontarie delle 13 colonie e le truppe inglesi. È dunque nel pieno della guerra d’indipendenza che si tiene il secondo congresso continentale, il 2 luglio 1776 a Philadelfia, in cui viene approvata una risoluzione d’indipendenza dalla Gran Bretagna, che viene tramutata in Dichiarazione d’Indipendenza e redatta da Thomas Jefferson, John Adams, Robert R. Livingston, Roger Sherman e Benjamin Franklin. Il 2 luglio è quindi il giorno in cui la dichiarazione viene stilata, riveduta e firmata dai delegati. Mentre il 4 luglio è il giorno in cui questa viene resa pubblica. E’ il 1781 quando la guerra finisce, mentre l’indipendenza vera e propria arriva solo nel 1783 con il Trattato di Versailles, ma il giorno simbolo resta il 4 luglio 1776: da allora tutti gli anni gli americani partecipano alle parate mattutine nelle grandi città; poste, banche e uffici restano chiusi e a mezzogiorno in punto nelle basi militari si volge “Il saluto all’Unione” e vengono sparati tanti colpi quanti sono gli stati che compongono gli Stati Uniti, e che in 238 anni sono passati da 13 a 50. Da sempre i colori che contraddistinguono questa festa sono quelli della bandiera americana,  bianco, rosso e blu. È poi un classico  barbecue con amici e parenti che si riuniscono all’aperto, in mezzo a decorazioni a stelle e strisce, prima dei fuochi d’artificio serali e dei canti patriottici cantati a squarciagola, come ad esempio l’inno nazionale The Star-Spangled Banner. Ma come accennato il 4 luglio è anche sinonimo di fuochi d’artificio. Nel 2011, New York ha battuto ogni record con i fuochi più imponenti del paese, sparando oltre 22 tonnellate di fuochi, un evento straordinario nel luogo più iconico d’America, New York City: sia trascorrendo la giornata a Central Park, che vedendo l’orizzonte illuminato da fuochi d’artificio, New York, offre un’esperienza patriottica che non può essere trovata altrove. Oltre alla Grande Mela, si festeggia in particolare a Chicago, sul Lago Michigan, a San Diego sulla Mission Bay, a Saint Louis sul Mississippi River, a San Francisco sulla San Francisco Bay e al National Mall a Washigton D.C. dove il concerto gratuito che precede i fuochi d’artificio attira ogni anno oltre mezzo milione di persone.

 

                                                                                michelelubrano@yahoo.it

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GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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