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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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DA QUESTA MATTINA  CHIESA CONVENTUALE PIENA CON  I “MANDRAIUOLI” TUTT I  INTORNO  AL LORO PADRE SUPERIORE MARIO LAURO, A SANT’ ANTONIO ED  ALLA MADONNA DEL FUOCO

TORNA LA PROCESSIONE CON LE DUE VENERATE STATUE E L’ATTESO  PASSAGGIO PER LE VIE DEL PAESE E L’ INVITO AGLI ABITANTI DELLE CASE LUNGO TUTTO IL PERCORSO AD ESPORRE LE SPECIALI COPERTE DAMASCATE O RICAMATE DEL VECCHIO CORREDO DI FAMIGLIA IN SEGNO DI FESTA  E DI DEVOZIONE AL SANTO – FESTA DI SANT’ ANTONIO ANCHE  A FONTANA NELLA PARROCCHIA PRIMARIA DI SANTA MARIA DELLA MERCEDE ED A CASAMICCIOLA NELLA CONTRADA DI PERRONE  CON LE  LITURGIE DEL PARROCO DON GAETANINO PUGLIESE 

DI ANTONIO LUBRANO

Torna da questa mattina la solennità e quindi  la festa  di Sant’Antonio alla Mandra, così come era stata lasciata, con i tradizionali candidi gigli del Santo e i “fraticelli”  angeli di Sant’Antonio  e con tutto l’apparato di cui parleremo più avanti. Una festa, quella alla Mandra  rilanciata da oltre un decennio, specie nei suoi aspetti tradizionali, dal  Superiore del Convento dei Frati Minori, l’ischitano Padre Mario Lauro, tornato  alla guida del Convento e della chiesa collegata  dopo il passato trasferimento a Portici dove ha ricoperte per oltre tre anni l’incarico di parroco della chiesa madre locale. Padre Mario qui ad Ischia nel suo “Regno” della Mandra era seguito  da un efficiente Comitato per i festeggiamenti composto da un gruppo di persone entusiaste ritrovate e rimastegli fedeli col vivo senso del  culto e della devozione verso l’amato Sant’ Antonio.  oggi giovedì del Signore   13 giugno, è il giorno solenne dedicato a Sant’Antonio che per altro si festeggia anche a Fontana e nella contrada di Perrone a Casamicciola. La devozione per Sant’Antonio alla Mandra di Ischia è antica di diversi secoli  quanto l’esistenza in loco dello stesso Convento dei frati

 

 

francescani venuti dalla terra ferma. Il nome del Santo è legato soprattutto al rapporto speciale delle famiglie al completo della zona della Mandra che hanno avuto sempre con il  “loro” Santo di Padova e nativo di Lisbona in Portogallo, un rapporto di fede e di incondizionata devozione per le continue grazie richieste al Santo Protettore in favore dei propri uomini di  famiglia impegnati nel duro lavoro sul mare nella pesca e nella navigazione ‘pe Terre assai Luntane. Insomma ci si affidava a S. Antonio, e lo si fa anche oggi,  per sentirsi al sicuro e tranquilli nello spirito ripagato con la preghiera ed azioni votive di riconoscenza. La spiaggia dei pescatori della Mandra,  fino a quando è rimasta tale, per i “mandraiuoli”,  ha esercitato sempre un particolare fascino di vicinanza ed appartenenza alla figura ed al culto per il giovane Santo della “Si Quaeris Miracula…”,  e fraterna amicizia con i monaci del Convento ai quali spesso veniva offerta la prima pesca della nottata, con la storica frase pronunciata dal pescatore devoto,            all’ atto di tirar su le reti col pescato, “questo è per il convento”. Quindi nei cuori della gente della Mandra  Sant’Antonio è come un fratello, il punto di riferimento delle proprie speranze di vita. Raccomandarsi a Sant’Antonio per i “mandraiuoli”  è pratica spirituale quotidiana, e i festeggiamenti che si organizzavano per il Santo di Padova erano e sono  quasi un diritto-dovere per cui ciascuno si reputa fedele. Prova ne erano i  ricchi programmi della festa  con messe continue per tutta la mattinata, con la messa solenne delle ore 10.30 presieduta dal Ministro Provinciale Padre Carlo D’Amodio dell’Ordine dei Frati Minori, con la Supplica a S. Antonio di mezzogiorno (ore 12.00) officiata per gli emigrati dal Parroco della chiesa dello Spirito Santo al Borgo quando a celebrare il rito era Don Carlo Candido, con la grande Processione al pomeriggio (ore 18,30)  delle statue di Sant’Antonio e della Madonna del Fuoco che percorreva  Via Mirabella, Via Sogliuzzo, Via Seminario, Via Luigi Mazzella, Piazzale Aragonese ove avveniva la benedizione del mare, dei pescatori e dei naviganti, Via Pontano, Corso Vittoria Colonna (primo tratto di sotto), Via Champault e Spiaggia dei Pescatori dove si sostava per la messa all’aperto. Al termine del rito liturgico,  rientro in chiesa e bacio della Reliquia del Santo. In tarda  serata  alle 22. 00, gran finale dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio con un importante spettacolo musicale  e canoro della Banda Musicale “Città di Ischia”  dove si esibivano il baritono Maurizio Esposito, il tenore  il soprano Beatrice Amato e il tenore Ivan Lualdi nella interpretazione di classiche romanze italiane e napoletane.  I fiori in  Chiesa, in maggioranza gigli bianchi candidi, erano  forniti e curati da Giovan Giuseppe Arcamone di Campagnano. Non mancavano le degustazioni di cibi locali e lo spettacolo di fuochi pirotecnici che venivano sparati dal mare a mezzanotte  ed affidati all’arte fuochista della ditta “Ischia Pirica”.  La sera prima della ricorrenza,ossia il 12 di giugno, aveva  luogo, sempre in omaggio a S. Antonio, la Sagra del Pescatore con lo spettacolo musicale  del Gruppo “Spaccapaese and Friends”.  I tre giorni di festa datati 11,12 e 13 (oggi) Giugno con l’anteprima del tradizionale 1 giugno in  cui S’Antonio scendeva  in spiaggia alla Mandra, facendosi  con i suoi fedeli il giro per mare fino al Castello e ritorno accompagnato  dal suono della Tofa, propagato dal fiato resistente di Giovanni Conte (Puparuolo), erano l’omaggio di fede che i “mandraiuoli” e il Superiore del Convento Padre Mario Lauro  tributavano al loro Santo conosciuto in tutto il mondo per i miracolicompiuti, alcuni dei quali particolarissimi per i luoghi e le persone beneficiate.  Sant’Antonio, Fede e Tradizione in un tutt’uno, era  il messaggio che il Comitato e Padre Mario facevano pervenire agli abitanti delle case lungo le strade dove  passava la processione. Per questo si chiedeva di salutare Sant’ Antonio al suo passaggio con l’esporre ai balconi e finestre le tradizionali coperte speciali damascate e ricamate del vecchio corredo di casa. Una usanza antica che a Ischia non è mai tramontata in omaggio ai santi patroni e protettori.  Stiamo parlando al passato perché, diciamolo chiaro e tondo, la festa di Sant’ Antonio alla Mandra, cosi come si svolgeva fino a tre o quattro anni fa, appariva nei pochi anni che è mancata la presenza di Padre Mario Lauro,  solo un ricordo intriso di nostalgia e di fede dispersa. Col ritorno al suo posto di Padre Mario Lauro alla Mandra in festa sono stati ripresi già dallo scorso anno tutti i contatti tra Mario Lauro, i fedeli e quelli che si erano allontanati, le istituzioni e i benefattori vari compresi i devoti a San Pedro di California spronati da Franchino Lauro. È  stato varato un programma tutt’ altro che ridotto. Ieri sera  si è conclusa la Tredicina con la consacrazione dei bambini a Sant’Antonio: ogni bambino ha offerto un giglio al Santo con i canti della corale Inarime diretti dal maestro Nicola Lauro. Il programma delle funzioni liturgiche à quello solito di padre Lauro con messe a partire a questa mattina alle ore 7. 00,  alle 8.00, 9.30, 10.30 (messa solenne presieduta dal Ministro Provinciale R. Carlo Amodio o.f.m., ore 11.00 esecuzione dell’inno al Santo sul Sagrato della Chiesa  da parte della Banda musicale Città di Ischia, ore 12.00 messa per gli emigranti nelle Americhe e Supplica al Santo presieduta dal parroco della chiesa dello Spirito Santo al Borgo don Pasquale Trani. Alle ore 18.30 solenne processione delle statue di sant’Antonio e della Madonna del Fuoco. La processione raggiungerà via terra il piazzale aragonese e sulla via del ritorno si porterà a Punta Molino dove davanti alla spiaggia dei pescatori sarà celebrata la santa messa. Al termine canti in lode al Santo con intrattenimento ad opera della banda musicale Città di Ischia e del tenore Francesco Malapena e spettacolo di fuochi pirotecnici. Il Comitato dei festeggiamenti con Padre Mario Lauro ha invitato i fedeli ad addobbare i balconi delle abitazioni con coperte, fiori e luci lungo le strade dove passerà la processione. In fine è stato formulato  l’invito   alle famiglie di ritirare per i bambini fino a 13 anni di età  presso Il Convento gli abitini  dei fraticelli di S. Antonio che indosseranno per la processione di oggi.

antoniolubrsno1941@gmail.com

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GLI INCREDIBILI MIRACOLI DI SANT’ANTONIO:  LA PREDICA AI PESCI IN RIVA AL MARE E IL MIRACOLO DEL BAMBINO

Sant’Antonio  parlò al popolo dubbioso e disse: “Ecco, mi rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra incredulità».

 

DI MICHELE LUBRANO

Sant’Antonio è conosciuto come il Taumaturgo, il Santo dei miracoli. Quante volte i fedeli pescatori della Mandra di Ischia in momenti difficili e di pericolo hanno invocato Sant’Antonio e tutto si è risolto  per il meglio, attribuendo l’avvenuto miracolo a S.Antonio ? Di diversa natura ci appaiono i prodigi da lui compiuti, in vita e dopo morte. A volte sono miracoli di guarigione – e perfino di resurrezione! – che annunciano che tutto sarà sanato. A volte sono miracoli di conversione e di cambiamento del cuore che annunciano la riconciliazione di tutta l’umanità con Dio. A volte sono miracoli che sembrano sconvolgere le leggi della natura, per impedirci di dimenticare che queste stesse leggi sono un incessante miracolo. Ancora oggi il Santo continua ad essere nella chiesa mediatore concreto e privilegiato presso Dio. Anzitutto orienta il senso della vita dei fedeli verso Cristo, sollecitando il cuore degli uomini ad una continua e radicale conversione. In secondo luogo, prolunga nel mondo la misericordia di Dio, donando fiducia e speranza. Problemi familiari o di lavoro, deviazione dei figli o malattie: in tantissime occasioni della vita, in cui gli uomini si sentono impotenti, il Santo, così attento durante la sua vita ai bisogni della famiglia, continua ad intercedere presso l’Altissimo e ad ottenere, per tutti noi, grazie e favori. Una città toccata dal  mare, non Ischia, forse Rimini, era piena di eretici infedeli. Nonostante Sant’Antonio predicasse, nessuno lo ascoltava. Allora egli, recatosi in riva al mare, disse agli abitanti della città: «Dal momento che voi dimostrate di essere indegni della parola di Dio, ecco, mi rivolgo ai pesci, per confondere più apertamente la vostra incredulità». E cominciò a predicare a tutte le creature del mare, enumerando i copiosi doni elargiti loro da Dio. Ed ecco, subito, accorrere una ressa di pesci piccoli e grandi, così folta che mai fu vista una tale moltitudine. I pesci, a quel parlare, guizzavano con le bocche aperte sulla superficie dell’acqua e, ascoltato il suo sermone, si allontanarono solo dopo aver ricevuto la benedizione del Santo. Allora il popolo della città gridò al miracolo: gli eretici si convertirono e la fede cristiana si irrobustì. Colui che aveva reso attenti gli uccelli alla predicazione di san Francesco, riunì i pesci e li rese attenti alla predicazione del figlio di lui, Antonio. Un giorno il Santo si trovava a Ferrara. Una coppia di sposi aveva da pochi giorni avuto un bambino. Al marito venne il brutto sospetto che la moglie lo avesse tradito e che quel bambino fosse nato dalla relazione con un altro uomo. Se ne convinse a tal punto da non voler toccare più il neonato. Il Santo prese in braccio l’infante e gli disse: «Ti scongiuro, in nome di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nato da Maria Vergine, di dirmi a voce chiara, così che tutti sentano, chi è tuo padre». Il bimbo, rivolto verso il padre, per quanto fosse naturalmente ancora incapace di parlare, proclamò con chiara vocina: «Ecco, questo è mio padre!». Così sant’Antonio, riportando la pace fra i due coniugi, disse al marito: «Prendi tuo figlio e ama tua moglie che è donna fedele e merita tutta la tua stima!”

 

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