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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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PRIME COMUNIONI DI GRUPPO DELLE PARROCCHIE DI SANT’ANTUONO E SAN DOMENICO  E DELLO  SPIRITO SANTO A  ISCHIA CHE HANNO RISPETTATO LA TRADIZIONE DI ONORARE IL MESE DI MAGGIO 

Le date particolari scelte  per la cerimonia che sarà ricordata per tutta la vita per bambine  e bambini felici in età fra i 7  ed i 9 anni, sono come indica la tradizione  quelle della ricorrenza di Santa Restituta ( 17 maggio ), del Corpus Domini in tutta l’isola ( 2 giugno 2024 ), di  Sant’Antonio alla Mandra d’Ischia ed a Perrone a Casamicciola  (13 giugno), di San Vito a Forio  (15 giugno ) .Oggi tutto è pensato alla grande. Si comincia a scegliere il Compare e la Commara fra le persone più influenti e conosciute del paese. Il record di “Comparielli” è ancora detenuto dallo storico sindaco d’Ischia degli anni ’50 e ’60  Vincenzo Telese che per effetto del suo alto incarico  è stato Padrino di oltre 300 figliocci. Dal tradizionale regalo dell’orologio e delle collanina d’oro (?) si è passato al moderno regalo della Mini Crociera prepagata in compagnia dei padrini o dei genitori. Pranzo luculliano senza badare a spese in ristoranti di grido e il sale di alberghi a 5 stelle. C ‘è  chi, per fare “bella figura”, si indebita.

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DI ANTONIO LUBRANO

Se è vero come è vero che maggio e giugno sono  i mesi delle rose e di gigli, essi di fatto sono anche  e soprattutto  i mesi delle Prime Comunioni. I simboli floreali testè citati  e accostati, rispecchiano forme di fede e di tradizioni insostituibili in specifiche particolari occasioni e ricorrenze di festa, osservate dalle nostre genti. Alle rose del mese di maggio, che sta per  volare via, si sono ispirati autori di celebri canzoni popolari e i devoti di Santa Rita da Cascia. Il mese di giugno invece è tutto dedicato ai gigli di sant’Antonio  e San Vito ed alle Prime Comunioni, le quali, del simbolo floreale ultimo, ne fanno l’elemento centrale coreografico e profumato del rito, insieme all’abitino candido delle giovanette e giovanetti, protagonisti della festa. Infatti alle Prime Comunioni primeggia il giglio attaccato alla bianca candela decorata che è parte essenziale insieme alla coccarda di raso col modello di Croce nell’abbigliamento di ogni singolo festeggiato. Questa la premessa per introdurci nell’argomento di strettissima attualità, quale quello delle Prime Comunioni che  si celebreranno come ogni anno sull’isola a Maggio Santa Restituta)  e per lo più nel prossimo mese di giugno. Le date impegnate per questo genere di festa, sono il 13 giugno giorno festivo dedicato a Sant’Antonio alla Mandra di Ischia e nella contrada di Perrone in Casamicciola ed il 15 giugno decorrenza di San Vito a Forio. Il mese poi, benedetto dal Signore, si riempie con la celebrazione del rito di altre Prime Comunioni che hanno luogo nelle chiese delle diverse  altre parrocchie sparse per l’isola, specie nella domenica della festività del Corpus Domini ( che  capiterà  quest’anno, il 2 giugno). Per questo c’è fermento, ed una piacevole agitazione                                                                                                                                                                         nelle famiglie di Sant’Antonio di Ischia e Casamicciola e di San Vito a Forio ed inoltre in quelle delle altre parrocchie isolane che in casa hanno il figlioletto e la figlioletta  da condurre al Sacramento della loro Prima Comunione. Ci si prepara alla festa con tanta gioia, sapendo di far felice il proprio figlio o la propria figlia, avviata alla prima investitura della sua vita, nella completezza spirituale della propria religione. Un primo traguardo di vita, atteso da tutti i ragazzi e le ragazze ai primi passi del loro indirizzo formativo, in famiglia, a scuola, nella società cristiana che li accoglie. Il rito delle Prime Comunioni col suo alto significato religioso e sociale  entra nelle famiglie interessate come una ventata di freschezza, il desiderio di fare le cose per bene, lo stimolo ad organizzare per il proprio bambino o bambina in età fra gli otto e i dieci anni la festa più bella, la prima della loro adolescenza, che possa essere ricordata per sempre. Per tutto questo, a differenza dei tempi dei propri genitori e nonni, non si bada a spese. Mentre nei decenni passati, dopo la cerimonia in chiesa col Vescovo o soltanto col parroco della propria parrocchia, la festa che ne seguiva si riduceva ad un semplice pranzo speciale in famiglia a cui vi partecipava il Compare o la Commara (Padrino o Madrina) quali soli ospiti d’onore presenti alla tavola. Oggi tutto è pensato alla grande. Si comincia a scegliere il Compare e la Commara fra le persone più influenti e conosciute del paese. Negli anni ‘50 e ‘60  le famiglie più agiate invitavano il sindaco e la moglie del sindaco, l’assessore più in vista  o addirittura il maestro o la maestra della propria scuola elementare a fare da Padrino o Madrina con tanto di soddisfazione della famiglia stessa che riteneva di aver portato in porto un’operazione dai possibili vantaggi futuri. Il vecchio sindaco Vincenzo Telese, scomparso nel maggio del 1970 esattamente  54 anni fa, diceva di essere stato padrino, in tutta la sua carriera di sindaco di oltre 300 “comparielli”. E quando lo diceva, affermava che…non era ancora finita. Oggi, che la società ischitana si è evoluta e le famiglie locali ritengono di essere di un gradino più su a livello sociale e culturale  rispetto a quelle del passato, “pescano” il Compare o la Commara per la Cresima e Prima Comunione dei propri ragazzi,  fra amici cari e parenti vicini, evitando di scegliere in alte sfere. Alla pratica-Madrina-Padrino si aggiungono quelle del’abito e degli accessori, del ricevimento a base di coktail e pranzo allargato, del servizio fotografico e degli invitati, proprio come uno sposalizio. A tutto  questo  pensano in famiglia, la mamma, la zia, la sorella e l’amica più vicina. Si contatta la sarta per il vestito originale o il negozio per i preconfezionati fra i più costosi, si scegli il ristorante di prestigio  o l’albergo più importante per la festa a cui vi partecipano in media non meno di cento persone se la famiglia è di medio-alte possibilità finanziarie. Le famiglie invece,  al di sotto della media in fatto di capacità economiche, se la cavano con un soddisfacente pranzo in un ristorante classificato tra la prima e la seconda fascia. In passato il Padrino e la  madrina  per Cresima e Prima Comunione regalavano al proprio “figlioccio” o “figlioccia” il classico orologio d’oro (?) e la comune collanina con crocifisso e medaglietta d’oro (?) a più carati. Oggi  Questa forma di tradizione resiste solo in parte, perché i regali delle moderne madrine e padrini consistono in cospicue somme di denaro in busta chiusa. Altri addirittura regalano biglietti prepagati per mini crociere per ragazzi, accompagnati (a pagamento) da genitori o amici fidati che se ne assumano la responsabilità. Insomma una Prima Comunione di oggi, non è roba da poco. Siamo quasi ai livelli di uno sposalizio. Il riferimento non è casuale, se si considera che alcune mamme, e non sono poche,  nel vedere la propria figlia bambina indossare l’abito da prima comunione con tanto di merletti, velette, guanti, strascico e quant’altro arricchisce il vestito così sofisticatamente realizzato, pensino al futuro… abito da sposa. Quindi è naturale che  la bambina si gode la sua prima festa in abito bianco e lascia alla madre, per ora, sognare…jl suo avvenire.

 

lubranoantonio516@gmail.com

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 VESTITO DI PRIMA COMUNIONE ESCLUSI VO ED UNICO  PER LA FIGLIA UNICA PROTAGONISTA  IN UN FILM DI BLASETTI  E ZAVATTINI DEL 1950

Di Michele Lubrano

 Quello della Prima Comunione è davvero un giorno importante, che chiama  a raccolta familiari e amici sia nel momento della celebrazione che in quello del rinfresco o della  festa che verrà organizzata. C’è chi si abbandona ad un pranzo luculliano senza badare a spese, magari scegliendo pure il ristorante di maggior grido o la sala di un albergo a 5 stelle e chi invece, non disponendo di molti soldi, si contiene e fa scelte più misurate, soprattutto nel numero degli invitati alla festa.   La Prima Comunione è uno dei più importanti momenti per la vita spirituale e religiosa di un credente. Generalmente coinvolge bambini tra i 7  e i 9 anni che hanno intrapreso un cammino spirituale (catechismo) nella parrocchia di appartenenza che porta alla Prima Eucarestia. Sull’esperienza della prima comunione dei bambini e bambine sono stati scritti romanzi, novelle, lavori teatrali e perfino girati film popolari come quello del  duo Alessandro Blasetti e Cesare Zavattini (Regista e Sceneggiatore) del 1950 con Aldo Fabrizi, l’attrice francese Gaby Morlay e la piccola Ludmilla Dudarova. La storia del film è ambientata a Roma e ruota tutta intorno la vestito bianco di Prima Comunione della figlia unica ed amatissima dei coniugi Carloni. Per chi non avesse mai visto il film, la storia raccontata mette in evidenza l’agitazione, l’impazienza,  la gioia e l’arrabbiatura, se qualcosa va storto, dei genitori, dei padrini e madrine, sorelle, fratelli, zie e nonni dei bambini festeggiati nell’ambito degli immediati preparativi della  festa prima di recarsi in chiesa, proprio come spesso accade nella realtà. Nel film protagonista in assoluto è il vestito di prima comunione della bambina. Leggete la trama:  È Pasqua, la figlioletta del signor Carloni proprietario di una pasticceria a Roma, deve fare la prima comunione. Però quando Carlo Carloni si sveglia, l’aibito non è ancora arrivato e allora, Carloni decide di andare lui stesso a cercare la sarta a casa sua per ritirare il vestito, con la sua nuovissima automobile che sa guidare a malapena. Infatti durante il viaggio prima prende una multa, arriva alla casa della sarta e ritira il vestito, ma a questo punto, l’auto si guasta, il ritorno verso casa diventa un’impresa: taxi soffiati sotto il naso, autobus urbani strapieni, liti con tutti. Dopo la più violenta di queste liti, volendo dare una lezione al suo contendente che lo aveva precedentemente apostrofato, si ferma a un’edicola e lascia il vestito ad uno zoppo per poter avere le mani libere, comincia una specie di rissa, al termine della quale, torna all’edicola, lo zoppo è sparito (in realtà lo stava cercando per ridargli il vestito), il gestore non si ricorda di nulla. Cerca di rintracciare lo zoppo, credendo che questi gli abbia rubato il vestito, ma inutilmente. Ritorna a casa dove lo attendono un cliente scontento della sorpresa trovata in un uovo comprato nella sua pasticceria, la figlia disperata e la moglie nervosissima. Cerca di farsi dare senza successo da un vicino l’abito della propria figlia, anch’essa comunicanda, una vicina offre un proprio abito in tessuto del tipo di quello da prima comunione, da adattare. Occorre però tempo, e a Carloni non resta che cercare di convincere il parroco a ritardare un pò la cerimonia, senza troppo successo, tantopiù che il prelato aveva appreso dalla moglie di Carloni, che il Carloni non è credente e che non va mai in chiesa. Quando tutto ormai sembra perduto, arriva lo zoppo, che ha letto l’indirizzo sulla targhetta dell’abito, che tra l’altro Carloni non voleva che la sarta ve la cucisse, per risparmiare tempo, e tutto finisce bene.

michelelubrano@yahoo.it

Il Servizio Speciale

è stato realizzato

Da ANTONIO LUBRANO  &  MICHELE LUBRANO

Con la Fotoricerca di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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