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COMUNITA’ PARROCCHIALE DI SAN SEBASTIANO COL PROPRIO PARROCO DON BEATO SCOTTI E TUTTA FORIA IN FESTA PER LA MADONNA ADDOLORATAS SIMBOLO POPOLARE DELLA PASSIONE DI CRISTO E UNA TARGA MARMOREA PER RIRORDARE LA VENUTA A FORIO DEL CRISTRO MORTO DI PROCIDA
Questo il testo integrale che compare sulla targa marmorea fornitoci in anteprima per i mostri lettori dal Comitato dei festeggiamenti accreditato nella parrocchia di San Sebastiano a Forio
: “Nell’anno del signore 2023 il 26 marzo in occasione dei festeggiamenti di Maria Santissima addolorata la parrocchia di san Sebastiano martire sotto la guida del parroco Beato Scotti il comitato dei festeggiamenti, il clero di Forio, le autorità civili e militari, il popolo di Dio festante accoglieva con grande venerazione e fede sul suolo della città turrita per la prima volta, la preziosa e venerata statua del Cristo Morto di Procida opera di Carmine Lantriceni custodita dalla venerabile congrega dell’Immacolata ‘Concezione dei Turchini”
DI ANTONIO LUBRANO
Oggi Forio devota si cala in anticipo nell’affascinante e coinvolgente atmosfera della imminente Settimana Santa di Passione che apre alla Pasqua di Resurrezione del 31 marzo 2024. Infatti c’è grande e generale mobilitazione per la solenne esposizione della venerata immagine della Madonna Addolorata oggi pomeriggio nella chiesa parrocchia di San Sebastiano ove è già tutto pronto per l’inizio del Settenario per celebrare i giorni che li separano dal prossimo Venerdi 22 marzo allorquando avrà luogo la grande ed attesa processione della storica statua dell’ Addolorata per le vie del paese in un clima di festa a cui i foriani vi partecipano con forte sentimento devozionale. Al temine della cerimonia dell’intronizzazione della Madonna Addolorata sarà scoperto una targa marmorea commemorativa per ricordare la venuta del Cristo Morto di Procida in visita nella Comunita parrocchiale foriana. Questo il testo integrale che compare sulla targa marmorea fornitoci in anteprima per i mostri lettori dal Comitato dei festeggiamenti accreditato nella parrocchia di San Sebastiano a Forio: “Nell’anno del signore 2023 il 26 marzo in occasione dei festeggiamenti di Maria Santissima addolorata la parrocchia di san Sebastiano martire sotto la guida del parroco Beato Scotti il comitato dei festeggiamenti, il clero di Forio, le autorità civili e militari, il popolo di Dio festante accoglieva con grande venerazione e fede sul suolo della città turrita per la prima volta, la preziosa e venerata statua del Cristo Morto di Procida opera di Carmine Lantriceni custodita dalla venerabile congrega dell’Immacolata ‘Concezione dei Turchini”. Infatti lo scorso anno a Forio ci fu una grande accoglienza da parte dei fedeli per l’arrivo del Cristo morto da Procida, la spettacolare scultura lignea settecentesca di Carmine Lantraceni. La statua lignea fu costruita nel 1728 da uno scultore che aveva la sua bottega a Napoli, a San Biagio dei Librai, dove da tempo immemore c’erano i “pastorai” che costruivano i presepi: il suo nome è Carmine Lantriceni, di lui non si sa molto: forse di origine pugliese o molisana perché in quelle due regioni sono presenti diverse sue opere. Lantriceni era “pastoraio”, certamente non dei più costosi, perché la congrega non poteva permettersi l’intervento di artisti troppo richiesti. “Ciò nonostante, secondo il commento di Luciano Castaldi, il risultato fu strepitoso: questa statua non rappresenta Gesù Cristo, bensì un uomo esausto, frustato, preso a schiaffi, nel momento in cui è stato deposto dalla croce e coricato a terra, ancora con le gambe incrociate, prima che la madre lo prendesse in braccio, nel gesto della celebre Pietà. Il Cristo del Lantriceni ha lo sguardo perso nel vuoto, osservando il naso, la lingua e gli occhi vitrei, spenti, si intuisce la sofferenza del figlio di Dio fattosi uomo, che ha sofferto come un uomo.Il Lantriceni doveva essere un grande conoscitore dell’anatomia umana: i muscoli sono disegnati alla perfezione, perfino le vene ingrossate, le vene di un uomo che è stato crocifisso, maltrattato, ferito”. Furono 5 i giorni di sosta del Cristo Morto di Pòrocida nella chiesa parrocchiale a di San Sebastiano accanto all’Addolorata, dal bellissimo volto sofferente, incredibilmente espressivo e segnato dal tratto autentico del dolore della madre di fronte al figlio che muore. L’evento studiato senza clamori fra i preposti di Forio e di Procida per non suscitare atteggiamenti contrari all’audace iniziativa prima che si attuasse, è già scritta negli annali della storia di Forio e dell’isola di Ischia in generale a lettere indelebili a imperituro ricordo di un esclusivo episodio popolare che ha “gemellato” due comunità animate da sempre dal comune sentimento della fede e delle tradizioni religiose. Eppure ci fu chi a Procida storse il muso all’ idea che la settecentesca immagine del Cristo Morto da Procida potesse essere trasportata a Ischia per una storica visita di…Passione. In ogni modo l’evento tanto voluto ebbe luogo e giustamente riscosse un grandissimo successo di valenza religiosa, sociale e culturale. Non a caso tra i vari momenti di raccoglimento e di ammirazione che ci furono ai piedi della Madonna Addolorata e del Cristo Morto nella chiesa di San Sebastiano, tovò spazio anche un interessante e seguito incontro con esperti relatori per illustrare caratteristiche tecnico-artistiche e storia delle due immagini protagoniste, l’Addolorata dal manto nero di Forio ed il Cristo Morto di Procida. Infatti coordinatori dell’incontro-conferenza e relatori furono il parroco Don Beato che in primis fece alla grande gli onori di casa, Mino Calise e Luciano Castaldi. Ora c’ed fermento di fede espressa e partecipoatgiv a per lìattesa processione della Madonna Addolorata per le strade di Forio.
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