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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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AUTENTICO  BATTISTRADA INSIEME ALLE FRESIE DELLA FLORA DI STAGIONE I CICLAMINI ATTIRANO L’ATTENZIONE PER  IL LORO  COLORE A TINTA FORTE

Vengono raccolti  fra le pietre e le piante basse dell’area boschiva della ex pineta Villari, oggi vasto parco comunale nel cuore di Ischia  e negli habitat naturali dell’isola quali la pineta di Fiaiano, il bosco della Maddalena, il bosco del Cretaio, ai Frassitelli, nella Falanga, a Monte Vezzi e nelle macchie boschive di Santa Maria al Monte e di Campotese a Forio. In Botanica il ciclamino  fa parte della famiglia  dei  cyclamen persicum, chiamato  anche “ciclamino di Persia” – E’ fiore anche da decorazione e lo troveremo con le fresie ed i fili di grano ad adornare gli altarini della Reposizione, i tradizionali  “Sepolcri” nei prossimi riti sacri  della Pasqua di Resurrezione, ormai vicina. Rimane il fiore della nostra infanzia, delle nostre felici primavere.

DI ANTONIO LUBRANO

Con La primavera alle porte, già dai primi di marzo, i ciclamini a Ischia fanno capolino fra le pietre e le piante basse dell’area boschiva della ex pineta Villari, oggi vasto parco comunale nel cuore del capoluogo isolano. E’ una gioia, per le persone sensibili alla forma ed al colore di questo singolare fiore, vederlo spuntare già sbocciato e virile nel suo habitat naturale, bello e carismatico e facile attrattore per la sua accattivante fioritura. Altri habitat naturali dell’isola, dove nascono i ciclamini, sono la pineta di Fiaiano, il bosco della Maddalena, il bosco del Cretaio, ai Frassitelli, nella Falanga, a Monte Vezzi e nelle macchie boschive di Santa Maria al Monte e di Campotese a Forio. A volte, quando il luogo di nascita e di crescita in parte è pianeggiante, possono essere ammirati anche in estese “praterie” e quindi colti con maggiore faciltà. Il ciclamino di primavera è più dolce di quello invernale che per lo più è coltivato in serre  ben protette. Il ciclamino cosiddetto invernale è mantenuto in appositi vasi ben presentabili e si distingue fra i regali di Natale che si scambiano amiche e gruppi di famiglie. Nel linguaggio dell’amore, regalare un ciclamino è espressione di sentimenti sinceri. Per via del suo tubercolo che gli permette di resistere alle condizioni più difficili, il ciclamino è considerato il fiore dell’amore  profondo.   In sostanza il ciclamino è un fiore tra i più generosi e facili da coltivare e, al contempo, bellissimo ed anche  pericoloso, ambiguo. Pericoloso per il veleno contenuto nel suo  tubero, ma utile, quello stesso veleno,  come antidoto contro i morsi di serpenti. Regalarlo, però è un omaggio alla sincerità.  Il suo messaggio è proprio questo:  invito alla sincerità ed alla  schiettezza. Per questo, forse, la sua origine  si perde nella leggenda . Che cosa raccontano le leggende?  La leggenda racconta del misterioso giardino di Ecate, di cui il ciclamino era la pianta regina. Ecate, dea della Magia, degli incantesimi e degli spettri, in grado di attraversare il mondo dei vivi e  quello dei morti; a lei si ispirava la Sibilla Cumana per i suoi responsi. Tornando alle usanze, alle  tradizioni ed alla cultura di casa nostra, il ciclamino  per particolari aspetti fa il paio con la fresia più profumata. Insieme  dominano la scena floreale, già da oggi fino a Pasqua e naturalmente oltre, rimane il fiore della nostra infanzia, delle nostre felici primavere,  fra campi e pinete,  a godere dell’atmosfera magica della nuova stagione in tutt’uno con il canto degli uccelli migratori e con l’attenzione alle prime rondini che ci annunciavano e ci annunciano in modo perentorio e rassicurante che l’inverno col freddo che ci segnava era passato. E noi contenti a raccogliere ciclamini per vivere la suggestione dello spensierato contatto con la natura. Introducendoci nel vasto ed interessante campo della botanica, scopriamo che Il ciclamino è una pianta della famiglia delle Primulaceae, e ne esistono una ventina di specie. Quella più popolare è il cyclamen persicum, chiamato anche “ciclamino di Persia”, quello che nasce nei boschi della nostra isola ed è a noi familiare. Questa specie.è la più coltivata dagli orticoltori ed è quella che si trova dai fioristi e nei garden center. Il Ciclamino attira l’attenzione quale amabile fiore dai colori forti sgargianti,vistosi. E’ fiore anche da decorazione e da  regalo ed è presente  a Natale come a Pasqua e lo troveremo con le fresie ed i fili di grano ad adornare gli altarini della Reposizione, meglio conosciuti come  i  “Sepolcri”  della Settimana Santa  vicinissima

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ASPETTANDO LA PRIMAVERA  COL “IL PRINCIPE FELICE E LA RONDINE”

QIUEST’ANNO LE RONDINI POTREBBERO TORNARE…NEL CIELO DI ISCHIA 

CE LO FA SPERARE LA BELLA  FIABA DI OSCAR WILDE

SECONDO L’UNIONE EUROPEA LE RONDINI  SONO, INFATTI, DIMINUITE DEL 20 PER CENTO NEGLI ULTIMI 20 ANNI. MOLTE RONDINI TORNANO, MA NON TROVANO PIÙ I PROPRI NIDI, DISTRUTTI DA INTERVENTI EDILIZI. IL DETTO ANTICO MAI DIMENTICATO SUGGERISCE; “UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA”, SOLO CHE AD ONOR DEL VERO, LA PRIMAVERA C’È, È LA RONDINE O LE RONDINI CHE MANCANO

DI MICHELE LUBRANO

Nel nostro passato non troppo lontano, con l’ approssimarsi della primavera ammantata e profumata dai suoi fiori simbolo, i ciclamini, le margherite, le fresie, le rose, i garofani ecc., c’era l’attesa per il ritorno nel cielo dell’isola delle rondini  a stormo alternato, che una volta giunte dalle nostre parti ci rallegravano il cuore. Insomma ci mettevano in allegria e gioia di vivere. Oggi tutto questo non avviene più. In sostanza, la rondine altro simbolo della Primavera di sempre,  rischia di non apparire più nei nostri cieli. Secondo l’Unione Europea le rondini  sono, infatti, diminuite del 20 per cento negli ultimi 20 anni. Molte rondini tornano, ma non trovano più i propri nidi, distrutti da interventi edilizi. Il detto antico mai dimenticato suggerisce; “Una rondine non fa Primavera”, solo che ad onor del vero, la primavera c’è, è la rondine o le rondini che mancano. La rondine è quel volatile che ama le atmosfere  calde. La sua migrazione è uno spettacolo della natura e cattura le simpatie dell’uomo  che pur cacciatore si esime dall’abbatterle. Le rondini hanno ispirato poeti e scrittori che le hanno spesso poste al centro delle loro storie, dei loro racconti, delle loto fiabe  dandole il ruolo di protagoniste. Per tutte le storie belle sulle rondini, vale come esempio guida quella scritta da Oscar Wilde “ Il Principe felice e la rondine”.  Una fiaba per i bambini e per gli adulti considerato il significato morale che il racconto esprime. Avremmo voluto qui riportarla per intero per riproporla alla letture dei nostri lettori. E’ stato impossibile, perche avrebbe occupato più dello spazio a nostra disposizione. Abbiamo però sunteggiato il racconto e pubblicato qui di seguito in omaggio alla bellezza della storia ed alla bravura del suo autore Oscar Wilde: “Il “Principe Felice” è una statua posta su una colonna, ricoperta di foglie d’oro e pietre preziose, e pertanto ammirata da tutti gli abitanti di un’innominata città. Una notte una rondine, che si sta recando al sole in Egitto, decide di sostare ai piedi della statua del Principe; lui le racconta la sua storia e le chiede di aiutarlo a cancellare le brutture e le miserie della città che nella sua vita aveva sempre ignorato ma che adesso, dall’alto della colonna, vede fin troppo bene. La rondine preferirebbe gli agi egiziani, ma, vinta dal suo buon cuore, decide di aiutarlo e inizia a spogliarlo dei gioielli che lo adornano per donarli ai poveri e ai bisognosi che il Principe le indica. Il Principe, ormai rimasto privo di tutti i suoi ornamenti, consiglia alla rondine di migrare verso l’Egitto, ma lei, affezionata alla statua, resta a farle compagnia, fino a lasciarsi morire ai suoi piedi. Il Sindaco, notando la statua tutta spoglia e grigia e l’uccello morto, decide di abbatterla e di fonderne il ferro, chiedendo di farne costruire una che lo rappresenti. Ma il cuore di piombo del principe non si fonde e viene buttato insieme al corpo della rondine. Un giorno Dio chiede ad un angelo di portargli le due cose più preziose della città e l’angelo gli reca il cuore di piombo del Principe e il corpicino della rondinella”.

 

                                                                                                                michelelubrano@yahoo.it

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ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

 

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eseguita da GIOVAN GIUSEPPED LUBRANO

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