IL PUNTO DI MICHELE LUBRANO
I pomodori sono semplici da coltivare ma il mancato rispetto di alcune esigenze della pianta può facilmente comprometterne la crescita, lo sviluppo e la produzione dei frutti.
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DI MICHELE LUBRANO
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Parlare dei pomodori, specie quelli da piennolo, l’”Oro Rosso” delle nostre terre, ed in particolare dei pomodori che si producono nella nostra isola, di come e quando si piantano e si curano, bisogna essere degli esperti. Per la verità tanto esperti non lo siamo mai stati. Per diventarlo, e buttar giù queste poche noti, ci siamo informati, abbiamo consultato manuali e chiesto notizie alla buona ad amici contadini. Tutto quello che abbiamo appreso lo abbiamo qui sintetizzato sperando di non deludere nessuno. Prima e fondamentale ammissione: I pomodori sono semplici da coltivare ma il mancato rispetto di alcune esigenze della pianta può facilmente comprometterne la crescita, lo sviluppo e la produzione dei frutti. Ecco come fare crescere pomodori perfetti e rimediare alle malattie più comuni. Il pomodoro è pianta piuttosto esigente che vuole terreno di medio impasto, sciolto, fertile, ricco di sostanza organica, situato in zone calde e soleggiate, al riparo dai venti. Non sono adatti i suoli pesanti, molto argillosi, nei quali l’acqua ristagna a lungo e, all’opposto, quelli troppo sciolti e sabbiosi o pietrosi, che comportano scarse produzioni. Originario delle regioni centro e sud-americane, il pomodoro necessita di temperature costantemente medio-elevate e di buona illuminazione. Le temperature ottimali di crescita sono comprese tra 22 e 24°C, quelle minime tra 13 e 15°C; inizia a produrre frutti attorno ai 23-25 °C e deperisce con temperature al di sotto dei 7-10 °C . Somministrare al terreno prodotti organici circa dieci giorni prima della messa a dimora delle piantine. A partire dalla fase di formazione dei primi frutti è opportuno, soprattutto se il terreno è poco fertile, somministrare ogni circa 2-3 settimane, concimi chimici in granuli, specifici per orto, ricchi in fosforo e potassio. Deve essere regolare durante tutto il ciclo di crescita, in particolare durante la fioritura e la fase iniziale della formazione dei frutti. L’acqua va distribuita solo al terreno, per scorrimento o tramite il sistema goccia a goccia, e non sulle foglie e sui frutti, onde evitare la comparsa di gravi malattie fungine. Altre operazioni necessarie sono: eliminare regolarmente le erbacce dal terreno coltivato; legare le piante a tutori verticali o inclinati, quando la pianta è alta circa 30-40 centimetri; eliminare i getti ascellari per avere frutti di migliore pezzatura e qualità; rincalzare moderatamente le piante.Un eccesso di acqua (per piogge o irrigazione) successivo ad un periodo piuttosto prolungato di siccità fa sì che la polpa, prima contratta perché disidratata, si gonfi per accumulo di acqua sino a far scoppiare la buccia: si tratta della spaccatura dei frutti. È il danno più frequente che si manifesta in periodo estivo e che colpisce soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, cuore di bue) e si manifesta sotto forma di fessurazione della buccia in frutti ormai prossimi alla maturazione. Si previene garantendo regolari irrigazioni durante i periodi di siccità. I frutti rovinati vanno raccolti ed eventualmente consumati, onde evitare che attraverso le fessurazioni possano entrare spore di funghi dannosi. La peronospora è la più grave avversità fungina che colpisce il pomodoro, soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, canestrino,cuore di bue). Le temperature ottimali per il suo sviluppo sono comprese tra i 20 ed i 25 °C , con prolungata bagnatura della vegetazione.
michelelubrano@yahoo.it
L’ARTICLO DI MICHELELUBRANO E’ STATO PUBBLICATO U ILO GOLFO DI LUNEDI’ 28 OTTOBRE 2019
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