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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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L’ ISOLA DI ISCHIA POPOLARE, BORGHESE  E CONTADINA DIFENDE  IL PROPRIO  “ORO ROSSO”  INTENSIFICANDO LA SUA COLTIVAZIONE IN ORTI, TERRAZZI E TERRENI A FORTE DESTINAZIONE AGRICOLA

 QUELL’ANTICA E BELLA  TRADIZIONE ANNUALE  DELLE BOTTIGLIE DI POMODORO E LA VECCHIA “PASSATA” DEL GUSTOSO PRODOTTO AGRICOLO DEI NOSTRI ORTI SULL’ISOLA VERDE CHE  CATTURANO L’INTERESSE UN PÒ DI TUTTI, APPASSIONATI IN FAMIGLIA E LAVORATORI DELLA TERRA. BASTA UNA CUCINA, UN TERRAZZO O UN PERGOLATO, UNA CANTINA DOVE SISTEMARE L’ATTREZZATURA: IMBUTI, MESTOLI, BARATTOLI, TAPPI, LA MACCHINETTA PASSA-POMODORI ED IL GRANDE PENTOLONE O “BIDONE” DOVE LE BOTTIGLIE DOVRANNO CUOCERE A FIAMMA LENTA. UN LAVORO, PER ALTRO ANCHE FATICOSO, SVOLTO IN ALLEGRIA, NASCONDE LA PESANTEZZA DELL’IMPEGNO CHE CIASCUNO IMPIEGA QUASI CON DEVOZIONE. . IN GENERE È AGOSTO IL MESE DEDICATO ALLA PREPARAZIONE DELLA SALSA DI POMODORO IMBOTTIGLIATA, DEI POMODORI SECCHI AL SOLE E DELLA FAMOSA CONSERVA PER L’INVERNO

Originario delle regioni centro e sud-americane, il pomodoro necessita di temperature costantemente medio-elevate e di buona luce solare

LE ATTENZIONI E LA VERA CURA AI POMODORI DI CASA NOSTRA  L’ESPERIENZA DELLA CALDAIA E LA BOLLITURA DELLE BOTTIGLIE

DI MICHELE LUBRANO

Parlare dei pomodori, l’”Oro Rosso” delle nostre terre, ed in particolare dei pomodori che si producono nella nostra isola, di come e quando si piantano e si curano, bisogna essere degli esperti. Per la verità tanto esperti non lo siamo mai stati. Per diventarlo, e buttar giù queste poche noti, ci siamo informati, abbiamo consultato manuali e chiesto notizie alla buona ad amici contadini. Tutto quello che abbiamo appreso lo abbiamo qui sintetizzato sperando di non deludere nessuno. Prima e fondamentale ammissione: I pomodori sono semplici da coltivare, ma il mancato rispetto di alcune esigenze della pianta può facilmente comprometterne la crescita, lo sviluppo e la produzione dei frutti. Ecco come fare crescere pomodori perfetti e rimediare alle malattie più comuni. Il pomodoro è pianta piuttosto esigente che vuole terreno di medio impasto, sciolto, fertile, ricco di sostanza organica, situato in zone calde e soleggiate, al riparo dai venti. Non sono adatti i suoli pesanti, molto argillosi, nei quali l’acqua ristagna a lungo e, all’opposto, quelli troppo sciolti e sabbiosi o pietrosi, che comportano scarse produzioni. Originario delle regioni centro e sud-americane, il pomodoro necessita di temperature costantemente medio-elevate e di buona illuminazione. Le temperature ottimali di crescita sono comprese tra 22 e 24°C, quelle minime tra 13 e 15°C; inizia a produrre frutti attorno ai 23-25 °C e deperisce con temperature al di sotto dei 7-10 °C . Somministrare al terreno prodotti organici circa dieci giorni prima della messa a dimora delle piantine. A partire dalla fase di formazione dei primi frutti è opportuno, soprattutto se il terreno è poco fertile, somministrare ogni circa 2-3 settimane, concimi chimici in granuli, specifici per orto, ricchi in fosforo e potassio.Deve essere regolare durante tutto il ciclo di crescita, in particolare durante la fioritura e la fase iniziale della formazione dei frutti. L’acqua va distribuita solo al terreno, per scorrimento o tramite il sistema goccia a goccia, e non sulle foglie e sui frutti, onde evitare la comparsa di gravi malattie fungine. Altre operazioni necessarie sono: eliminare regolarmente le erbacce dal terreno coltivato; legare le piante a tutori verticali o inclinati, quando la pianta è alta circa 30-40 centimetri; eliminare i getti ascellari per avere frutti di migliore pezzatura e qualità; rincalzare moderatamente le piante. Un eccesso di acqua (per piogge o irrigazione) successivo ad un periodo piuttosto prolungato di siccità fa sì che la polpa, prima contratta perché disidratata, si gonfi per accumulo di acqua sino a far scoppiare la buccia: si tratta della spaccatura dei frutti. È il danno più frequente che si manifesta in periodo estivo e che colpisce soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, cuore di bue) e si manifesta sotto forma di fessurazione della buccia in frutti ormai prossimi alla maturazione. Si previene garantendo regolari irrigazioni durante i periodi di siccità. I frutti rovinati vanno raccolti ed eventualmente consumati, onde evitare che attraverso le fessurazioni possano entrare spore di funghi dannosi. La peronospora è la più grave avversità fungina che colpisce il pomodoro, soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, canestrino,cuore di bue). Le temperature ottimali per il suo sviluppo sono comprese tra i 20 ed i 25 °C , con prolungata bagnatura della vegetazione. Sulle foglie, a partire dal momento della fioritura, si notano macchie irregolari, decolorate, di varia forma e dimensione, che poi diventano brune e causano il disseccamento delle lamine. I fusti mostrano zone ingiallite o rinsecchite. Sui frutti ancora verdi compaiono macchie traslucide, di forma irregolare e depresse rispetto alla buccia, che assumono colorazioni variabili tra il giallastro ed il bruno. Il frutto colpito non matura, ma cade al suolo precocemente.

                                                                                                          michelelubrano@yahoo.it

DI ANTONIO LUBRANO

Cominciata col solleone di luglio,continuata in tutta l’isola nel passato caldissimo mese di agosto, è alle sue ultime battute in questo atteso settembre la tradizionale  “festa” dei  pomodori. E’ l’antica usanza delle famiglie popolari, borghesi e  contadine ischitane, dalle campagne fino alle vicinanze del mare, ovunque vi fosse un  largo pezzo di terra o un orto,coltivato con  la preziosa pianta di pomodoro. Perfino in capienti vasi sul terrazzo di casa. Per la verità il piacere di coltivare pomodori  ad Ischia non è mai  stato prerogativa delle sole famiglie contadine. Bottiglie di pomodoro, conserva e pomodori secchi sono stati in passato come ancora oggi, la passione della maggior parte delle famiglie isolane  soprattutto nei comuni particolarmente agricoli come Barano e  Serrara Fontana dove la coltivazione del pomodoro insieme a quella della vite era primaria. Ma anche Ischia e Forio con i loro larghi terreni a coltivazione varia, vantavano una produzione di pomodori di tutto rispetto. Lacco Ameno e Casamicciola invece, laddove la produzione propria appariva insufficiente, ricorrevano ai comuni confinanti per l’acquisto dell’ambito prodotto. Oggi, nonostante la mutazione del territorio, la crisi vocazionale al lavoro della terra, la progressiva fuga dai campi; nonostante la perdita di tanti valori che hanno legato intere generazioni ad amare la propria campagna e ciò che essa dava per la sopravvivenza delle famiglie isolane, c’è ancora una ben individuata parte di ischitani  che non ha dimenticato le proprie origini contadine e tiene in vita una tradizione che pare sia dura a morire. La tradizione resiste e affascina ancor di più  le famiglie moderne, che provano piacere e divertimento nel pensare alle bottiglie di pomodoro, alla conserva ed ai pomodori secchi esposti al caldo sole sulle terrazze di casa propria, in piena  estate come è stata  in questa che sta per passare. Riorganizzarsi ogni anno in famiglia,  dove la donna di casa impartisce le direttive per avviare il lavoro che dovrà concretizzarsi in rito vero e proprio, in cui ciascuno poi è chiamato a fare  la propria parte. Tutto ciò fa accapponare la pelle, perchè ritrovarsi in tanti, madre, padre, figlie, bambini e qualche amica di famiglia a cui piace vivere quel tipo di esperienza  intorno a capienti ceste di pomodori rossi della migliore qualità raccolti nel proprio orto o in un più vasto appezzamento di terreno proprio, coltivato esclusivamente a pomodori di vario tipo, emoziona più di qualsiasi  buona notizia che ti arriva all’improvviso. Insomma un tradizionale lavoro utile in famiglia ed in comunità, che si trasforma da subito in una festa di colori e sapori a cui con l’entusiasmo genuino di che ama le cose buone della natura, vi partecipa vincendo l’ansia  dell’attesa. In genere è agosto il mese dedicato alla preparazione della salsa di pomodoro imbottigliata. Sull’isola di Ischia lo fanno un pò tutti, e non solo in campagna. Basta una cucina, un terrazzo o un pergolato, una cantina dove sistemare l’attrezzatura: imbuti, mestoli, barattoli, tappi, la macchinetta passa-pomodori ed il grande pentolone o “bidone” dove le bottiglie dovranno cuocere a fiamma lenta. Se si ha la fortuna – e sull’isola di Ischia sono tanti – di avere un orto, si provvederà per prima cosa a raccogliere quei pomodori più maturi, compito questo che viene spesso affidato ai bambini di casa. Le donne cosiddette, matrone casalinghe, provvederanno a selezionare i pomodori, lavarli, spezzarli, passarli e poi riempire barattoli e bottiglie di vetro. Chiusi con cura, verranno disposti nel pentolone a cuocere. In genere la tradizione contadina prevede che vengano avvolti in una coperta di lana in modo che non si rompano durante l’ebollizione. Operazione delicata questa, perché da essa dipende poi la migliore conservazione della passata. Spesso e volentieri è l’uomo di casa che se ne assume il compito. E mentre si compiono – senza fretta – tutte le operazioni di rito, si chiacchiera, si spilluzzica l’uva matura, e ci si tiene svegli nella calura di un pomeriggio estivo o di fine estate come questi i  corso, con saporite fette di cocomero rosso e caffe, per chi lo gradisce. Intanto i pomodori “pippeano” – verbo rubato al ragù quando in pentola bolle a fuoco lentissimo – tutti avvolti come fantolini nelle gramaglie di lana, e a turno le donne e gli uomini di casa controllano che tutto sia in ordine, che la fiamma non sia troppo alta, che non si rompa il vetro. Sapore, profumo, gusto e tradizione si mescolano in quello che può definirsi un vero e proprio rito che si svolge in molte  case di Ischia in estate. Il lavoro, per altro anche faticoso, svolto in allegria, nasconde la pesantezza dell’impegno che ciascuno impiega quasi con devozione. Si pensa poi a quando tutto sia finito, con il frutto di quanto è stato fatto tenuto stretto tra le mani o allineato sui larghi tavoli del proprio cortile, terrazza o cantina  utilizzata. Sono le tradizionali bottiglie di pomodoro dalle quali traspare la classica ed immancabile fogliolina di basilico profumato, le tradizionali  passate per la conserva e i pomodori messi a seccare al sole a parlare per tutti. Un parlare dolce, di sana cultura contadina che trasferito anche negli ambienti domestici delle case borghesi isolane, si adegua al linguaggio comune dei protagonisti. Un appassionato lavoro messo in atto  nel cuore dell’estate, pensando ai mesi invernali che si hanno d’avanti, all’allorquando quelle bottiglie di pomodoro realizzate con tanto amore e sudore nel  calore domestico di tante case isolane, saranno la delizia della nostra tavola, il regalo del prossimo Natale per amici e parenti e soprattutto l’ ingrediente principale dei piatti forti di tutte le occasioni.

                                                                                            lubranoantonio516@gmail.com

                                                                                               info@ischiamondoblog.com

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Il Servizio Speciale

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Da ANTONIO LUBRANO  &  MICHELE LUBRANO

Con la Fotoricerca di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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