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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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QUESTA SERA E DOMANI LUNEDI’  26 AGOSTO 2024  GIORNO  DELLA RICORRENZA DI SANT’ ALESSANDRO  LE DUE SFILATE IN COSTUME D’EPOCA

PARTCIPANO ALLE SFILATE  I CORTEI STORICI DELLE TORRI METELLIANE DI CAVA DEI TINNENI, I PISTONIERI DI MONTE CASTELLO, MARINO CON I TAMBURINI DEL GRUPPO STORICO DI ROCCANTICA, ORTISEI VAL GARDENA, IMPERIALESC  FEDERICI II DI FOGGIA, CENTRO STUDI NUNDINAE DI GRAVINA DI PUGLIA, FALCONIERI DELL’IRNO, OMMAJAD I DI AMALIA TUCCI GEMELLATO COL COMUNE DI ISCHIA INSIEME AL GRUPPO  ‘NDREZZATA DI BUONOPANE , LE DAMIGELLE DI VITTORIA COLONNA IN MEMORIA DI BARBARA RUMORE SI MUOVERANNO DAL BORGO DI SANT’AESSANDRO E RAGGIUNGERANNO PIAZZETTA SAN  GIROLAMO  DOVE SI SVOLGERANNO LE ESDIBIZIONI DEI DIVESI GRUPPI PRECEDUTI DAI SALUTI ISTITUZIONALI

DI ANTOIO LUBRANO

 Fra i tanti  personaggi eccellenti dell’antico storia di Ischia dei secoli passati impersonificati da fedeli figuranti che vedremo  sfilare per le strade di Ischia nei due cortei in costume d’epoca di sant’ Alessandro di questa sera e domani, spicca quello della nobildonna Laura Sanseverino consorte di Innico D’ Avalos capitano della guardia reale sul Castello d’Ischia prima e Governatore dell’isola dopo. La vedremo di tutto punto e l’ammireremo per essere stata protagonista in episodi di vita fra i più significativi e prestigiosi della storia dell’antico Borgo di Celsa, della Torre e dal Castello dirimpettaio ove ha abitato. Laura Sanseverino era donna dalla forte personalità avvenente nel corpo statuario e bella nel volto. Portava capelli castano-scuri che le scendevano sulle spalle fluenti e vaporosi. Era difficile non notarla  con il pregio che era lei a porgersi alla gente. Infatti era molto religiosa e notoriamente vicino al popolo. Era considerata la  benefattrice del borgo. Donna Laura era altresì componente di una potente famiglia campana fra Napoli ed il Cilento, i Sanseverino le cui origini risalgono al lontano anno 1058 e da cui poi deriveranno le denominazioni  della nota città di Mercato Sanseverino nel Salernitano, di Sanseverino Maceratese e di altri centri fra la Calabria e la Campania. Vide sorgere la Torre dei ninfario che i posteri chiameranno poi Torre di S. Anna o di Michelangelo i cui lavori di costruzione furono eseguiti con la direzione di suo marito  Innico D’valos. Nella Torre Laura Sanseverino che vi abitava ne periodo estivo mise alla luce la piccola Costanza D’Avalos con un parto difficile ed assai travagliato. Da religiosa che era chiese al suo consorte Innico di cosruire in zona una cappella per poter pregare. Sorse cosi la chiesetta destinata poi al culto di S. Anna i cui risvolti storici sono qui di seguito sintetizzati. S. Anna è ricordata  e celebrata ad Ischia da oltre cinque secoli per merito iniziale appunto  di Donna Laura Sanseverino-D’Avalos che, da religiosa praticante qual’era, chiese al marito capitano Innaco  D’Avalos e favorito del Re Ferdinando d’Aragona di usare tutta la sua ascendenza verso i suoi superiori a Corte,  affinchè gli permettessero di costruire una  chiesetta nei pressi di quello stesso luogo dove  da poco era stata costruita la Torre, in quella stessa  ampia distesa di terreno con facile discesa a mare, davanti al Castello, in un contesto panoramico mozzafiato. Innico D’Avalos  che aveva seguito personalmente i lavori di costruzione della Torre. ottenne il benestare e i fondi. La  Chiesetta potè  presto vedere la luce ed essere aperta al culto non solo per  la sua famiglia, ma anche per gli  abitanti dell’intera zona. Donna Laura Sanseverino-D’avalos felice per essere stata così particolarmente accontentata, in occasione di una visita del Re sul Castello, si recò per ringraziarlo personalmente a nome anche della comunità che avrebbe frequentato la chiesetta nell’area della Torre. La chiesa fu consacrata  direttamente dal Vescovo.d’Ischia  Donato Strineo nel 1504 nello stesso anno in cui prese possesso della Diocesi isolana. Il Vescovo Strineo,  era impegnato presso la curia di Napoli reggendo il Vicariato Generale per disposizione del  Cardinale Carafa,  a sua volta trattenuto a Roma. Il Vescovo Donato Strineo si recava ad Ischia sul Castello solo in occasioni solenni .o a seguito di  particolari inviti che gli venivano formulati da personaggi influenti dell’isola. L’invito che gli pervenne dalla famiglia D’Avalos era di  quelli che non si potevano rifiutare, anche perché il Vescovo, era a conoscenza dell’opera meritoria dei coniugi D’Avalos relativa alla realizzazione di una chiesetta  fatta sorgere poco distante dalla Torre. Il Vescovo Strineo successe a Berardino de Leiz  di Roma che dopo la nomina a Vescovo d’Ischia  con bolla di Papa Alessandro VI, fu sostituito in meno di un anno da un nuovo Vescovo Mons. Giovanni Stinco proveniente dalla vicina isola di Capri. Anch’egli fu pastore sull’isola per pochi mesi. Mons. Donato Strineo accettò l’invito di buon grado e fu felice di  assolvere allo storico compito di consacrare il Tempietto ed elevarlo al culto del Signore  ed alla venerazione di Sant’Anna la madre della Santa Vergine Maria. Ciò fu possibile perche Donna Laura Sanseverino, nel corso della cerimonia di consacrazione, donò alla nuova chiesetta che aveva fortemente voluto, un prezioso quadro raffigurante l’immagine della Santa  a cui tra l’altro, era molto affezionato, essendo il dipinto di autore ignoto, un gradito regalo di nozze di una sua cugina  di Napoli con cui aveva rapporti familiari frequenti. Donna Laura, il quadro l’aveva portato con se nella Torre sistemandolo in una delle sue stanze con particolare cura e attenzione. Il giorno della consacrazione della chiesetta coincise con la cerimonia di battesimo, sia pur con un anno di ritardo, della piccola Costanza d’Avalos  che Donna Laura, sua madre, volle che si effettuasse in quella importante circostanza, nella stessa nuova chiesetta che dopo la sua costruzione decise fosse dedicata a S.Anna proprio in riferimento a quel quadro che aveva portato con sé durante il suo trasferimento dal castello alla Torre. Al rito religioso presero parte il Vescovo Strineo, il suo Vicario nella Cattedrale sul Castello don Catello Di Bernardo, altri membri delle famiglie D’Avalos e Sanseverino e una folta rappresentanza di semplici popolani contadini e pescatori dell’altipiano del Soronzano, di Cartaromana e del Borgo di Celsa. Fu una cerimonia nella cerimonia notevolmente toccante e benedetta per l’appunto dal Vescovo di Ischia Mons. Donato Strineo, ritornato sull’isola su specifico invito, per  legare il suo nome ad un felice evento passato poi alla storia. La Chiesetta fu così dedicata a S. Anna per effetto di quel particolare quadro andato poi perso con i paramenti ed altri oggetti di arredo sacro di quel tempo, Negli anni successivi il vecchio quadro scomparso fu sostituito con una statuetta lignea  di artistico pregio, andata persa anch’essa con l’andar del tempo, ma ritrovata e tutt’ora custodita  quale storico reperto sacro Da un privato cittadino ischitano. Il tempietto divenuto  rudere, è stato per lungo tempo abbandonato all’incuria ed alla indifferenza pubblica. Solo di recente la piccola chiesa, per un debito con la storia, è stata restaurata e riportata alla sua antica funzione di luogo di culto. La festa in onore di S.Anna nel corso degli anni è divenuto un grande evento turistico di cui il paese va orgoglioso. E’ denominata  la Festa  a Mare agli Scogli di S.Anna  a cui è stato aggiunto il Palio di Sant’Anna per premiare le migliori barche addobbate in gara. Con le innovazioni apportate , il Palio è stato eliminato, lasciando solo i tradizionali premi in denaro. Quell’anno 1504 ricordato per la successione di diversi eventi positivi per la  famiglia D’Avalos, si concluse inaspettatamente nel peggiore dei modi. Infatti il 12 dicembre morì Innico D’Avalos a soli 34 anni lasciando vedova la moglie Laura Sanseverino e orfani di tanto padre i due figli piccoli Costanza e Alfonso. Quando Vittoria Colonna scendeva alla Torre per far visita a Donna Laura, spesso era accompagnata dalla zia del suo promesso sposo, la governatrice e potente Costanza D’ Avalos, la Castellana per eccellenza che stravedeva per i suoi nipoti e in speciale  modo per i piccoli Alfonso e Costanza sua omonima, figli diletti di donna Laura e del defunto suo fratello Innico D’avalos. Il tratto di strada che dal Castello conduceva alla Torre, comprendeva il ponte in tutta la sua lunghezza e la litoranea che dal Borgo di Celsa via mare conduceva alla chiesetta di S. Anna e quindi alla Torre vicina. Solo in poche occasioni Vittoria sceglieva la strada collinare del vecchio cimitero di S. Anna. La strada più agevole del Ponte Vittoria Colonna la percorreva quasi sempre a piedi, rinunciando  alla carrozza reale a sua disposizione che invece utilizzava quando pioveva o faceva particolarmente freddo. Per Vittoria, lasciare le sue accoglienti stanze sul Castello per recarsi dalla sua cara amica e parente acquisita Donna Laura Sanseverino, significava concedersi distrazione ed ulteriore spazio alla propria voglia di rapporti umani sia pur solo per scambiarsi confidenze ed esternare nuovi propositi di vita futura. Per Vittoria, Donna Laura, per ciò che la riguardava, era l’interlocutrice ideale, perché poteva  comunicarle le sue ansie, svelarle qualche segreto, chiederle consigli da giovane donna innamorata prossima alle nozze, declamarle le sue prime poesie, metterla a conoscenza  delle sue opinioni a volte critiche sulla politica di palazzo, giocare e conversare con i suoi due figli Alfonso Junior e la piccola Costanza e discutere dei preparativi della propria imminente  festa nuziale. Fra Donna Laura Sanseverino, Donna Diana di Cordona  e la giovane Vittoria Colonna intercorreva un continuo scambio di visite presso le rispettive abitazioni, nella Torre e sul Castello, specie in vista delle nozze tra  la stessa Vittoria e  il giovane e fiero marchese di Pescara Ferrante d’Avalos,  fissate  per il giorno 27 dicembre di quell’anno 1509, per  i cui preparativi sul Castello e presso la sartoria di Maddalena Cigliano nel Borgo di Celsa, già si era al lavoro, dal momento che si preparava un evento di straordinaria importanza e prestigio, definito non a torto dai commentatori dell’epocal’”Avvenimento dell’anno” o addirittura “del secolo”. Quando Vittoria scendeva alla Torre per far visita a Donna Laura, spesso era accompagnata dalla zia del suo promesso sposo, la governatrice e potente Costanza D’ Avalos, la Castellana per eccellenza che stravedeva per i suoi nipoti e in speciale  modo per i piccoli Alfonso e Costanza sua omonima, figli diletti di donna Laura e del defunto suo fratello Innico D’avalos. Il tratto di strada che dal Castello conduceva alla Torre, comprendeva il ponte in tutta la sua lunghezza e la litoranea che dal Borgo di Celsa via mare conduceva alla chiesetta di S. Anna e quindi alla Torre vicina. Solo in poche occasioni Vittoria sceglieva la strada collinare del vecchio cimitero di S. Anna. La strada più agevole del Ponte Vittoria Colonna la percorreva quasi sempre a piedi, rinunciando  alla carrozza reale a sua disposizione che invece utilizzava quando pioveva o faceva particolarmente freddo. Per Vittoria, lasciare le sue accoglienti stanze sul Castello per recarsi dalla sua cara amica e parente acquisita Donna Laura Sanseverino, significava concedersi distrazione ed ulteriore spazio alla propria voglia di rapporti umani sia pur solo per scambiarsi confidenze ed esternare nuovi propositi di vita futura. Per Vittoria, Donna Laura, per ciò che la riguardava, era l’interlocutrice ideale, perché poteva  comunicarle le sue ansie, svelarle qualche segreto, chiederle consigli da giovane donna innamorata prossima alle nozze, declamarle le sue prime poesie, metterla a conoscenza  delle sue opinioni a volte critiche sulla politica di palazzo, giocare e conversare con i suoi due figli Alfonso Junior e la piccola Costanza e discutere dei preparativi della propria imminente  festa nuziale. Infatti l’argomento principale di conversazione fra  Vittoria Colonna  e  Donna Laura Sanseverino in quegli incontri della stagione estiva che precedeva dicembre il mese delle nozze, era proprio il suo matrimonio e tutto ciò che doveva ruotare intorno: dai preparativi della tanto attesa festa nuziale sul Castello al numero ed ai nomi degli invitati da scegliere fra gli altolocati del tempo. Ormai per il giorno fatidico mancava poco.

                                                                                                                   lubranoantonio516@gmail.com

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