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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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LE ALBICOCCHE IL TIPICO FRUTTO DELL’ESTATE LASCIANO  SPAZIO E MERCATO A PESCHE, PERCOCHE, PRUGNE, FICHI ED UVA   – GLI  ANTICHI ROMANI NE FACEVANO LARGO USO  –  SULL’ISOLA  D’ISCHIA LE HANNO PORTE GLI ARABI ED ALTRI INVASORI –  ECCO LA LORO STORIA

L’ALBICOCCO È UNA PIANTA QUINDI ORIGINARIA DELLA CINA NORDORIENTALE AL CONFINE CON LA RUSSIA. LA SUA PRESENZA VANTA  PIÙ DI 5000 ANNI DI STORIA. DA LÌ SI ESTESE LENTAMENTE VERSO OVEST ATTRAVERSO L’ASIA CENTRALE SINO AD ARRIVARE IN ARMENIA (DA CUI PRESE IL NOME, ANCORA OGGI IN LIGURIA VENGONO CHIAMATE IN DIALETTO ” ARMUGNIN” E IN DIALETTO VENETO DELLA BASSA PADOVANA VENGONO CHIAMATE “ARMEINI”) DOVE, SI DICE, VENNE SCOPERTA DA ALESSANDRO MAGNO. NEL NAPOLETANO E SULL’ISOLA D’ISCHIA VENGONO CHIAMATE “CROSOMMOLE” I ROMANI LA INTRODUSSERO IN ITALIA E IN GRECIA NEL 70-60 A.C., MA LA SUA DIFFUSIONE NEL BACINO DEL MEDITERRANEO FU CONSOLIDATA SUCCESSIVAMENTE DAGLI ARABI: INFATTI “ALBICOCCO” DERIVA DALLA PAROLA ARABA AL-BARQŪQ.-  QUESTO FRUTTO È UNA FONTE DI ACQUA E DI SALI MINERALI. L’ENERGIA CHE LE ALBICOCCHE CI FORNISCONO DERIVA SOPRATTUTTO DAGLI ZUCCHERI NATURALI CHE CONTENGONO – LA PRODUZIONE DI OTTIME MARMELLATE

IL RACCONTO: QUELLA  PREGHIERA AL SANTO,  LA SEDIA DI  LEGNO  E IL MIRACOLO DELLE ALBICOCCHE

Si narra, infatti, che una donna, in dolce attesa, si rivolse a Santo ischitano San Giova Giuseppe della Croce, col desiderio di assaggiare un’albicocca, introvabile però nel periodo invernale. Il santo, allora, le regalò una piantina da cui spuntarono presto i frutti agognati dalla donna. Dopo la beatificazione del santo, la sua sedia divenne oggetto di culto e preghiera, tanto da pensare che avesse il potere di proteggere le donne incinte che vi si sedevano.

DI MICHELE LUBRANO

Sul finir del ‘600, le albicocche entrano nella vita monastica del Nostro San Giovan Giuseppe della  Croce e con esse una sedia di legno  su cui seduto il santo pregava incessantemente.  Albicocche e sedia sono gli elementi “sacri” che avviarono al “miracolo”. Questa in sintesi la storia che raccontiamo. Al Corso Vittorio Emanuele, una delle strade più importanti e panoramiche di Napoli, sorge uno splendido monastero incastonato nella roccia, ricavato inizialmente da una cella scavata nella collina di San Martino, da un frate francescano. La cella fu prima trasformata in una chiesa, poi in un convento, chiamato di Santa Lucia al Monte”.Questo luogo, che conserva il suo antico valore mistico e religioso, oggi è stato trasformato in un albergo, un hotel panoramico, San Francesco al Monte”, dove sono custodite una vecchia cappella e una sedia che avrebbe il potere di proteggere le donne incinte. La storia del Convento iniziò con Frate Agostino de Miglionico, che nel ‘500 decise di ricavare da una roccia una piccola chiesa, che poi divenne un convento. In questo luogo visse per 12 anni, e poi morì, anche colui che poi diventò San Giovanni Giuseppe della Croce, nativo e patrono di Ischia.Il santo operò qui con devozione e spirito di carità, tanto da essere considerato un oracolo dai napoletani. Dal 1734, anno in cui morì, la sua cella fu trasformata in una cappella in sua memoria. Qui c’è nascosta una sedia in legno, dove era solito sedersi per pregare. Secondo la leggenda, infatti, fu proprio qui che si verificò il cosiddetto “miracolo delle albicocche” attribuito al santo. Si narra, infatti, che una donna, in dolce attesa, si rivolse a lui col desiderio di assaggiare un’albicocca, introvabile però nel periodo invernale. Il santo, allora, le regalò una piantina da cui spuntarono presto i frutti agognati dalla donna. Dopo la beatificazione del santo, la sua sedia divenne oggetto di culto e preghiera, tanto da pensare che avesse il potere di proteggere le donne incinte che vi si sedevano.

                                                                                 michelelubrano@yhaoo.it

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DI ANTONIO LUBRANO

I frutti di stagione attirano sempre più la nostra attenzione,  specie al loro primo apparire come albicocche.  Quando stanno per finire ci rimaìniano male. Da secoli l’albicocca è il frutto, dopo l’uva,  più coltivato e diffuso nelle campagne dell’isola d’Ischia. E’ il frutto gustoso per eccellenza dell’estate ischitana. Esso primeggiava dal ‘400 nel famoso Giardino delle delizie della Ninfea ai piedi della Torre di Michelangelo. Prim’ancora l’albicocca aveva il suo spazio ai tempi dei pithecussai per avercela portata i greci e gli arabi piantata in più punti dell’isola. La storia dell’albicocca ad Ischia ha cavalcato i secoli, le generazioni, le mutazioni agricole, la trasformazione dei terreni, l’industrializzazione, il mercato e l’uso ai giorni d’oggi  per farne del’antico frutto gustosi derivati come la marmellata di albicocche, il liquore di albicocche, l’olio in cosmetica delle albicocche da spalmare sulla pelle ( raccomandato per le pelli secche e sensibili, grazie alla sua ricchezza di acidi grassi insaturi, questo olio ha forte potere penetrante. Rende la pelle più elastica), e  crostate di albicocche, macedonie e cascate di frutta in cui l’albicocca finisce sempre col figurare il frutto più appariscente ed invitante e quant’altro la fantasia dell’uomo riesce a creare.  In pratica, le albicocche sono tra i frutti più amati dell’estate ad Ischia nel pieno della sua funzione, e proprio in questa stagione sono stati  utili per proteggere la nostra pelle che viene esposta al sole più a lungo rispetto ad altri periodi dell’anno. Il consumo di albicocche è diffuso  soprattutto per il loro contenuto di fibre e di beta-carotene. La polpa delle albicocche è morbida e la loro buccia è vellutata e sottile. Le albicocche vanno mangiate e gustate direttamente con la buccia, proprio così come sono, e possono essere  aggiunte alle macedonie, usarle come ingredienti per frullati, succhi fatti in casa e gelati, oppure per preparare delle confetture. Scopriamo quali sono le principali proprietà e i benefici per la salute di questi frutti davvero molto preziosi. Le albicocche sono un frutto ricco di vitamine, sali minerali e fibre. Sono preziose per la pelle e per gli occhi, dato che sono una fonte da non sottovalutare di vitamina A e di vitamina C. Tra i sali minerali che le albicocche forniscono al nostro organismo troviamo potassio, calcio, ferro, fosforo e magnesio. Inoltre le albicocche sono una fonte preziosa di antiossidanti che sono necessari al nostro organismo per proteggere gli organi e i tessuti dall’azione dei radicali liberi. Le diete ricche di antiossidanti, tra cui troviamo i polifenoli e i flavonoidi, ci aiutano a combattere l’invecchiamento e a mantenere in salute l’apparato circolatorio. I carotenoidi contenuti nelle albicocche sono importanti per proteggere la vista, in particolare dai danni provocati dall’avanzamento dell’età. In particolare i carotenoidi ci aiutano a proteggere la retina, una delle parti più delicate dell’occhio. Le albicocche contengono anche catechine, dei flavonoidi che aiutano il nostro organismo a combattere le infiammazioni. Non dobbiamo nemmeno sottovalutare la presenza di fibre solubili nelle albicocche che contribuiscono a mantenere sotto controllo il livello degli zuccheri nel sangue. Invece per quanto riguarda i semi di albicocca il dibattito è aperto tra chi li considera un potente anti-tumorale e chi mette in guardia dal loro consumo per via del contenuto di cianuro. Possiamo scoprire quali sono i valori nutrizionali delle albicocche consultando le tabelle dell’Inran. Dai dati disponibili sulle albicocche comprendiamo che questo frutto è considerato benefico soprattutto per il suo elevato contenuto di potassio. Infatti 100 grammi di albicocche fresche contengono 320 mg di potassio. Inoltre è utile sapere che le albicocche, come qualsiasi altro alimento di origine vegetale, non contengono colesterolo. Questo frutto è una fonte di acqua e di sali minerali. L’energia che le albicocche ci forniscono deriva soprattutto dagli zuccheri naturali che contengono. Le albicocche sono anche una fonte preziosa di vitamine con particolare riferimento alla vitamina A (360 microgrammi) e alla vitamina C (13 milligrammi) sempre con riferimento a 100 grammi della parte edibile delle albicocche fresche. Le albicocche sono un frutto molto leggero e poco calorico dato che 100 grammi di parte edibile di questi frutti freschi apportano al nostro organismo soltanto 28 calorie.

                                                                               Lubranoantonio516@gmail.com

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