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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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LA NOTA PITTRICE ISOLANA ANGELA IMPAGLIAZZO  DISEGNA ALLA  GRANDE  IN UNA SIGNIFICATIVA ILLUSTRAZONE IL MITO DI SANT’ ANNA PROTETTRICE DELLE PARTORIENTI – 

IL COMMENTO DEL SINDACO ENZO FERRANDINO:  “SANT’ ANNA 2024 HA UN FUTURO ASSSICURATO” – LA CHIESETA  CONSACRATA NEL ‘504 VIDE LA LUCE GRAZIE ALL’NTERESSAMENTO DELLA NOBILDONNA DEL BORGO LAURA SANSEVERINO CONSORTE DEL GOVERNATORE SUL CASTELLO INNICO D’AVALOS – L’ ORIGINE SECOLARE DELLA FESTA CON LE PRIME SCAMPAGNATE  SUI GOZZI IMBANDIERATI ED  ILLUMINATI DA IMPROVVISATE LAMPETELLE

DI ANTONIO LUBRANO

Si rinnova oggi 25 luglio 2024 vigilia della ricorrenza liturgica l’antico rito della processione delle partorienti dal borgo di Ischia Ponte che, come tradizione vuole, solevano recarsi via mare su gozzi addobbati nel giorno della Santa  alla chiesetta a lei dedicata incastonata tra gli scogli della Baia di Cartaromana per chiedere la sua protezione al partoe per i casi più difficili il miracolo
Il programma prevede  dalle ore 18:00 di oggi dal piazzale delle Alghe la partenza a ciclo continuo delle barche che daranno vita alla processione via mare verso il tempietto di Sant’Anna.
Qui, in uno scenario d’incanto reso ancor più suggestivo dalle luci del tramonto, sul sagrato della Chiesa si svolgerà alle ore 19:00 la Santa Messa Solenne dedicata alle partorienti presieduta da Sua Eccellenza Mons. Carlo Villano Vescovo di Ischia in presenza delle massime autorità civili e religiose. “La Festa di Sant’Anna sin dalle sue origini intreccia l’identità religiosa alla tradizione popolare. L’amministrazione comunale intende mettere in risalto la consuetudine beneaugurale del popolo di pescatori che soleva recarsi in gozzi addobbati con le puerpere verso la chiesetta di Sant’Anna nel giorno a lei dedicato, rinnovando l’antico rito religioso dedicato alle partorienti.
E lo scenario d’incanto che offre la chiesina di Sant’Anna, dalla quale si gode di una vista privilegiata sulla baia di Cartaromana e sul Castello Aragonese, restituisce un’immagine intima e suggestiva dell’isola d’Ischia, che ogni anno richiama turisti e residenti” ha commentato l’assessore al Turismo e Grandi Eventi Luigi Di Vaia. Gli scogli di Sant’Anna conosciuti per tali e menzionati  per gli effetti di un’ affascinante storia ricostruita che riguarda la nascita della vicina omonima chiesetta, simbolo religioso e di riferimento dell’intera  storica location. La chiesetta di Sant’Anna è coinvolta nella festa a mare il pomeriggio del 25 luglio, il giorno precedente alla solennità della Santa, con una messa sul sagrato officiata  dal vescovo di Ischia e seguita da un bel po’ di fedeli. Ma non basta. La chiesetta merita una maggiore “visibilità” nel commento e nella spettacolare scenografia della zona. La sua, storia ricostruita ricca di episodi e di personaggi di prestigio d’epoca, la pone di diritto in primo piano. Sant’ Anna è ricordata  e celebrata ad Ischia da oltre cinque secoli per merito iniziale  di Donna Laura Sanseverino-D’Avalos  che da religiosa praticante qual’era, chiese al marito capitano Innico D’Avalos e favorito del Re Ferdinando d’Aragona di usare tutta la sua ascendenza verso i suoi superiori a Corte affinchè gli permettessero di costruire una  chiesetta nei pressi di quello stesso luogo dove  da poco era stata costruita la Torre, in quella stessa  ampia distesa di terreno con facile discesa a mare, davanti al Castello in un contesto panoramico mozzafiato. Innico D’Avalos  che aveva seguito personalmente i lavori di costruzione della Torre, ottenne il benestare e i fondi. La  Chiesetta potè presto vedere la luce ed essere aperta al culto non solo per  la sua famiglia, ma anche per gli  abitanti dell’intera zona. Donna Laura Sanseverino-D’avalos felice per essere stata così particolarmente accontentata, in occasione di una visita del Re sul Castello, si recò presso il sovrano per ringraziarlo personalmente a nome anche della comunità che avrebbe frequentato la chiesetta nell’area della Torre. La chiesa fu consacrata  direttamente dal Vescovo.d’Ischia  Donato Strineo nel 1504 nello stesso anno in cui prese possesso della Diocesi isolana. Il Vescovo Strineo,  era impegnato presso la curia di Napoli reggendo il Vicariato Generale per disposizione del  Cardinale Carafa,  a sua volta trattenuto a Roma. Il Vescovo Donato Strineo si recava ad Ischia sul Castello solo in occasioni solenni .o a seguito di  particolari inviti che gli venivano formulati da personaggi influenti dell’isola. L’invito che gli pervenne dalla famiglia D’Avalos era di  quelli che non si potevano rifiutare, anche perché il Vescovo, era a conoscenza dell’opera meritoria dei coniugi D’Avalos relativa alla realizzazione di una chiesetta  fatta sorgere poco distante dalla Torre. Il Vescovo Strineo successe a Berardino de Leiz  di Roma che dopo la nomina a Vescovo d’Ischia  con bolla di Papa Alessandro VI, fu sostituito in meno di un anno da un nuovo Vescovo Mons. Giovanni Stinco proveniente dalla vicina

isola di Capri. Anch’egli fu pastore sull’isola per pochi mesi. Mons. Donato Strineo accettò l’invito di buon grado e fu felice di assolvere allo storico compito di consacrare il Tempietto ed elevarlo al culto del Signore  ed alla venerazione di Sant’Anna la madre della Santa Vergine Maria. Ciò fu possibile perche Donna Laura Sanseverino nel corso della cerimonia di consacrazione donò alla nuova chiesetta che aveva fortemente voluto, un prezioso quadro raffigurante l’immagine della Santa  a cui tra l’altro era molto affezionata, essendo il dipinto di autore ignoto, un gradito regalo di nozze di una sua cugina  di Napoli con cui aveva rapporti familiari frequenti. Donna Laura aveva portato con se il quadro nella Torre sistemandolo in una delle sue stanze con particolare cura e attenzione. Il giorno della consacrazione della chiesetta coincise con la cerimonia di battesimo, sia pur con un anno di ritardo, della piccola Costanza d’Avalos  che Donna Laura, sua madre, volle che si effettuasse in quella importante circostanza, nella stessa nuova chiesetta che dopo la sua costruzione decise fosse dedicata a S.Anna proprio in riferimento a quel quadro che aveva portato con sé durante il suo trasferimento dal castello alla Torre. Al rito religioso presero parte il Vescovo Strineo, il suo Vicario nella Cattedrale sul Castello don Catello Di Bernardo, altri membri delle famiglie D’Avalos e Sanseverino e una folta

rappresentanza di semplici popolani contadini e pescatori dell’altipiano del Soronzano, di Cartaromana e del Borgo di Celsa. Fu una cerimonia nella cerimonia notevolmente toccante e benedetta per

l’appunto dal Vescovo di Ischia Mons. Donato Strineo ritornato sull’isola su specifico invito, per  legare il suo nome ad un felice evento passato quindi alla storia. La Chiesetta fu così dedicata a S. Anna per effetto di quel particolare quadro andato poi perso con i paramenti ed altri oggetti di arredo sacro di quel tempo, Negli anni successivi il vecchio quadro scomparso  fu sostituito con una statuetta lignea  di artistico pregio, andata persa anch’essa con l’andar del tempo, ma ritrovata e tutt’ora custodita  quale storico reperto sacro da un privato cittadino ischitano. Il tempietto, divenuto  rudere, è stato per lungo tempo abbandonato all’incuria ed alla indifferenza pubblica. Solo di recente la piccola chiesa, per un debito con la storia, è stata restaurata e riportata alla sua antica funzione di luogo di culto. La festa in onore di S.Anna nel corso degli anni è divenuto un grande evento turistico di cui il paese va orgoglioso. E’ denominata  la Festa  a Mare agli Scogli di S. Anna  a cui per alcuni anni è stato aggiunto il Palio di Sant’Anna per premiare le migliori barche addobbate in gara. Con le innovazioni apportate alla festa , il Palio è stato eliminato, lasciando solo i tradizionali premi in denaro. Quell’anno 1504 ricordato per la successione di diversi eventi positivi per la  famiglia D’Avalos, si concluse inaspettatamente nel peggiore dei modi. Infatti il 12 dicembre morì Innico D’Avalos a soli 34 anni lasciando vedova la moglie Laura Sanseverino e orfani di tanto padre i due figli piccoli Costanza e Alfonso. Donna Laura Sanseverino negli alloggi della Torre vi volle rimanere a lungo, da inconsolata vedova, per tutto il tempo che vide crescere i due amati figli Costanza e Alfonso, fino a quando quest’ultimo divenne giovane sapiente e forte, pronto per le maggiori emozioni che la vita da qui in avanti gli avrebbe riservato.

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