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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO & MICHELE LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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E’ GIA’ PASSATO IL  TEMPO DI CILIEGIE IL DOLCE FRUTTO CHE SALUTA IL SOLLEONE DI LUGLIO  

SULL’ISOLA D’ISCHIA, FINO AGLI ANNI ’70 SI CONTAVA CIRCA UN MIGLIAIO DI PIANTE DI CILIEGIE  DI MEDIA E GRANDE DIMENSIONE. POI IL NUMERO PER MANCANZA DI MANO CONTADINA È ANDATO SENSIBILMENTE CALANDO FINO A DIVENTARE MOLTO BASSO. LE PIANTE DI CILIEGIE A ISCHIA SONO OGGI POCO MENO DI TRECENTO. IL FRUTTO È APPENA SUFFICIENTE PER IL FABBISOGNO PRIVATO. IN PRATICA LE CILIEGIE ESPOSTE  DAI NOSTRI FRUTTIVENDOLI PROVENGONO DAL  MERCATO GENERALE ORTOFRUTTICOLO DI NAPOLI. SULLA  PIANTA DI CILIEGIE È FIORITA UNA RICCA SERIE DI MITI UN PO’ IN TUTTO IL MONDO A COMINCIARE DALLA NOSTRA ISOLA. INFATTI FRA LE DELIZIE  DELL’ANTICO GIARDINO DELLE NINFE INTORNO ALLA SECOLARE TORRE DI MICHELANGELO, SPICCAVANO LE CILIEGIE, IL BEL E GUSTOSO FRUTTO DI VARIO TIPO E COLORE. LUCREZIA D’ALAGNO  SUI RICCHI BANCHETTI DI CORTE  CHE ORGANIZZAVA  PER GLI OSPITI DEL CASTELLO D’ISCHIA NON FACEVA MAI MANCARE LE CILIEGIE COLTE NEL DIRIMPETTAIO GIARDINO DELLA TORRE OVE IN ORIGINE ALLOGGIAVANO I D’AVALOS E DOVE NACQUE LA PICCOLA COSTANZA

LE PAROLE CHIAVI DELLA CANZONE CANTATA DA GLORIA CHISTIAN – “mo’ che e’  ‘o tiempo de ‘e cerase –  tu me vase –  si’ limone si’ cerasa – sotto sole – ca te scarfa te faie doce – si’ fa friddo  si’ na’ mela –  e l’ammore  dinto  core –  te se gela –  cerasella , cerase’…”

CILIEGIE CANTERINE: “CERASELLA” PROTAGONISTA  IN UN FILM  E NELLA  CELEBRE CANZONE AL FESTIVAL DI NAPOLI DEL 1959

 

DI MICHELE LUBRANO

Sulle ciliegie è stato scritto tanto: racconti, storielle, operette, poesie e canzoni. Questo dolce frutto di fine primavera, che incantava le contadinelle in fiore delle nostre campagne dell’isola e non solo, ha ispirato nei secoli, per non dire millenni, i virtuosi della penna, gli esperti delle lettere e fantasiosi parolieri di canzoni fra quelle celebri del repertorio canoro italiano e napoletano. Al riguardo Napoli viene subito alla ribalta e si mette all’altezza come sa fare. Infatti  nel Festival del 1959 lancia l’allegra canzone “Cerasella” ispirata proprio alla ciliegia di cui ricorreva il tempo e la voglia di chiamarsi proprio come il dolce frutto, in napoletano, cerase, cerasella. La canzone ebbe un successo straordinario e ne furono gli autori  Ugo Pirro, Vincenzo Bonagura e Eros Sciorilli. A cantarla fu Gloria Christian  con brio e scioltezza, facendole conquistare un  posto di primo piano nel panorama delle canzoni napoletane da ricordare sempre e comunque. Le parole del ritornello qui riproposte danno a capire quanto ispirato sia stato l’intero testo alla ciliegia, tutta miele e poesia. Infatti, mo’ che e’  ‘o tiempo de ‘e cerase –  tu me vase –  si’ limone si’ cerasa – sotto sole – ca te scarfa te faie doce – si’ fa friddo  si’ na’ mela –  e l’ammore  dinto  core –  te se gela –  cerasella , cerase’…” Gli autori ci danno dentro fino a personificare il dolce frutto con una ragazza che sa il fatto suo. Al successo della canzone, come spesso succedeva in quegli anni, fece seguito un film, “Cerasella” che  passò al mondo della cellluloide grazie a un soggetto scritto e diretto da Raffaele Matarazzo, considerato nel dopo guerra il re  del molodramma  cinematografico. La colonna sonora venne affidata al cantante napoletano Fausto Cigliano, e per la parte dei protagonisti nel film, furono scelti un giovane Mario Girotti (il futuro  Terence Hill) e una giovanissima appena quindicenne Claudia Mori ( futura moglie di Adriano Celentano) al suo debutto come attrice nel cinema. La trama del film “Cerasella” appassionò le ragazze dell’epoca iachitane e non solo, e non a caso si riconoscevano nel personaggio interpretato dalla Mori. Diciamo pure che la suggestione prese il sopravvento. Nel film uscito l’anno dopo 1960, Cerasella è una giovane ragazza napoletana in procinto di sposare Alfredo. Non amandolo, poco prima delle nozze scappa rifugiandosi su di una piccola imbarcazione dove conosce il ricco e aitante Bruno che, a sua volta sta per sposare Nora. Il padre di Bruno preme affinché il figlio lasci Nora, sospettando che la ragazza sia solo interessata al patrimonio di famiglia e non al figlio. Bruno non accetta l’ultimatum del padre che lo disereda. Il ragazzo ha ormai perso il suo patrimonio e anche Nora che, vista la situazione, decide di lasciarlo. Cerasella quindi aiuta Bruno a trovare un lavoro, a condizione che lui finga di essere il suo fidanzato: il giovane accetta. Ben presto la finzione diviene realtà e i due si innamorano. Il padre di Bruno, resosi conto che il giovane ha rinunciato a tutto pur di sposare Nora, acconsente al matrimonio, e Nora fa di tutto per riconquistare il suo ex fidanzato, arrivando persino a calunniare Cerasella. Bruno inizialmente crede a Nora, lascia il lavoro e Cerasella. Ma il padre di Bruno  rimette le cose a posto dopo aver avuto un colloquio con la ragazza. Quindi omaggio alla bellezza delle ciliegie, antico frutto dagli svariati ruoli, che non ha mai tradito le attese di chi lo ama e resta catturato dalla sua splendita natura.

                                                                                                           michelelubrano@yahoo.it

DI ANTONIO LUBRANO

Nel  periodo di maggiore raccolta e consumo che per lo più avviene nel mese di giugno  protraendosi per tutto luglio, si dice che una ciliegia tira l’altra, quando le cogli direttamente dalla pianta e quando le mangi senza  tener conto della…conta. Sono belle a vedersi  nel loro preminente colore rosso dalle varie sfumature, intense e velate, tanto da diversificare i toni della loro tinta. Il lo caro preddi di quest’anno 2024, ne hanno rallentato il mercato. Abbiamo le ciliegie rosso brillante, rosè, bluastre e nere che a Ischia chiamiamo in gergo contadino “ciliegia mulignana”. Queste ultime vanno bene per la conservazione  sotto spirito o grappa da sfoggiare nei mesi freddi  in occasioni speciali in casa in famiglia e con gli ospiti. C’è chi le “ingegna”  a Natale facendole fare il paio col vino cotto e col nocillo nettari ricercati della vecchia dispensa casareccia isolana.  In ogni caso diventano così, prelibatezza e ti fanno fare bella figura. Quali sono i benefici di una bella scorpacciata di ciliegie? Le ciliegie sono un frutto ricco di vitamine. Contengono vitamina A, vitamina C e vitamine del gruppo B. Quando incominci a mangiarle non ti fermi più, preso come sei dalla voglia di mangiarne delle altre specie se le accompagni con pane e formaggioi. Quando poi ti accorgi di aver esagerato ed avverti i primi segni di una insorgente indigestione, ti fermi. Nonostante ciò, sono sicuramente  una fonte da non sottovalutare di sali minerali, come ferro, calcio, magnesio, potassio e zolfo. Le ciliegie di norma si raccolgono tra maggio e giugno e resistono fino a tutto luglio. I  loro utilizzi alimentari più comuni riguardano la preparazione di marmellate, composte, conserve, sciroppi, liquori, frutta sciroppata, gelati, yogurt e dolci di vario tipo.. Naturalmente, sono ottime anche  nelle macedonie. Gli utilizzi delle ciliegie vanno oltre l’alimentazione. Sulla  pianta di ciliegie è fiorita una ricca serie di miti un po’ in tutto il mondo a cominciare dalla nostra isola. Infatti fra i frutti deliziosi  dell’antico Giardino delle Ninfe intorno alla secolare Torre di Michelangelo, spiccavano le ciliegie di vario tipo e colore. Lucrezia D’Alagno  sui ricchi banchetti di Corte che organizzava  per gli ospiti del Castello d’Ischia non faceva mai mancare le ciliegie colte nel dirimpettaio Giardino della Torre ove alloggiavano i D’Avalos  e dove vi nacque la piccola Costanza, figlia di Innico D’Avalos e Laura Sanseverino. Nella mitologia greca era la pianta sacra a Venere e i suoi frutti pare portino fortuna agli innamorati. In Sicilia si dice che le dichiarazioni d’amore fatte sotto un ciliegio saranno sempre fortunate.  Le leggende Sassoni raccontano che gli alberi di ciliegio ospitino delle divinità che proteggono i campi. In Finlandia dicono che il colore rosso di questo frutto sia il simbolo del peccato. Nel folklore inglese pare che sognare un albero di ciliegie presagisca sfortuna mentre se ci spostiamo a Oriente in Cina rappresenta la bellezza femminile e il Giappone ne ha fatto il fiore simbolo nazionale fornendo anche una spiegazione per il colore rosa dei suoi fiori: sembra che in origine fossero bianchi ma dopo che i samurai caduti in battaglia vennero sepolti sotto gli alberi di ciliegio i petali divennero rosa a causa del sangue dei valorosi guerrieri; anche i samurai che decidevano di suicidarsi pare scegliessero di farlo proprio sotto questi alberi. Il ciliegio è un albero i cui usi non sono esclusivamente legati ai frutti che produce, ma si lascia utilizzare anche in altri modi. In falegnameria, il suo legno marrone rossastro è molto apprezzato ed usato per la creazione di mobili, strumenti musicali e svariata oggettistica. Sull’isola d’Ischia, fino agli anni ’70 si contava circa un migliaio di piante di ciliegie  di media e grande dimensione. Poi il numero per mancanza di mano contadina è andato sensibilmente calando fino a diventare molto basso. Le piante di ciliegie a Ischia sono oggi poco meno di trecento. Il frutto è appena sufficiente per il fabbisogno privato. In pratica le ciliegie che si vendono dai nostri fruttivendoli provengono dal  mercato generale ortofrutticolo di Napoli. La prima coltivazione ufficiale del ciliegio si ebbe circa 3 mila anni fa  in Grecia, mentre in Italia si diffuse 400 anni prima di Cristo. Il primo autore che cita questo albero e ci parla della sua presenza in Italia fu Varrone, il quale ne descrisse le tecniche per la coltivazione e le modalità per ottenere le qualità più pregiate. Ma colui che gli dedicò più spazio fu Plinio il Vecchio, parlando degli esatti tempi in cui il ciliegio fece la sua comparsa, le varietà di ciliegie esistenti e le più pregiate, nonché della grande rapidità con cui questo albero si diffuse. Pare infatti che nel giro di 120 anni la sua coltivazione iniziò a essere praticata in tutta Europa. Il ciliegio è una pianta molto bella, che durante la primavera si riveste di piccoli fiori fittissimi, regalando uno spettacolo meraviglioso, viene per questo motivo utilizzato anche come ornamento, esibito nei parchi, per le strade e nei giardini. Ischia nelle occasioni ne ha fatto largo uso.Di quest’arbusto viene sfruttata anche la resina che, essendo molto aromatica, viene utilizzata come aroma per le gomme da masticare. Si impiega anche il succo dei peduncoli dei frutti che, avendo proprietà officinali, vengono utilizzati nella farmacologia come diuretici, astringenti e antitossici

lubranoantonio516@gmail.com

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