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Servizio Speciale

di ANTONIO LUBRANO

Con Fotoricerca

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

Fotoreporter

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LA TRADIZIONE VUOLE CHE LE GIORNATE DEL 29, 30 E 31 GENNAIO SIANO LE PIÙ FREDDE DELL’ANNO. AD OGGI SECONDO LE RILEVAZIONI METEO IN REALTÀ GLI ULTIMI TRE GIORNI DI GENNAIO NON SONO PIÙ I PIÙ FREDDI, ALMENO PER QUANTO RIGUARDA L’ITALIA E QUINDI LA NOSTRA ISOLA.

 SECONDO CERTI DETTI POPOLARI PIÙ QUESTE GIORNATE SONO FREDDE MAGGIORMENTE L’INVERNO SARÀ PIÙ CORTO E QUINDI LA PRIMAVERA ARRIVERÀ PRIMA. VICEVERSA SE SONO CALDI. IL 2 FEBBRAIO INVECE SI FESTEGGIA LA  ”MADONNA DELLA CANDELORA| DELL’INVERNO SÈMO FÒRA, MA SE PIOVE O TIRA VENTO, DE L’INVERNO SEMO ANCORA DENTRO”.  I “GIORNI DELLA MERLA” DECIDONO COME SARÀ LA PRIMAVERA. SE SONO PARTICOLARMENTE FREDDI, LA PRIMAVERA SARÀ BELLA, MA SE SONO CALDI, LA PRIMAVERA RITARDERÀ. E INSOMMA, VISTO CHE OGGI LE TEMPERATURE SONO VICINE A ZERO GRADI, LA TRADIZIONE VORREBBE QUINDI UNA PROSSIMA STAGIONE CON UN CALDO SOLE PRIMAVERILE

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DI ANTONIO LUBRANO

I giorni della Merla, rieccoli ad incuriosire gli appassionati della meteorologia, ovvero le condizionio del tempo legate ad un uccello che nel caso specifico diventa protagonista nella fantasia collettiva fra credenza e leggenda. Da dove deriva questa credenza popolare? Sono tante le leggende ad essa ispirate. In questo servizio si  vuole approfondire la veridicità scientifica di questa credenza dal punto di vista climatologico. Inizio modulFine moduloE così anche quest’anno siamo arrivati ai famosi giorni della Merla. L’isola di Ischia non si è mai attaccata a questa credenza , anche perché  il suo clima di gennaio e febbraio è ed è stato rigido ma non troppo. Qualcuno ci crede e ne parla, specie se deve ricordare il detto tradizionale. La tradizione vuole che le giornate del 29, 30 e 31 gennaio siano le più fredde dell’anno. Ad oggi secondo le rilevazioni meteo in realtà gli ultimi tre giorni di gennaio non sono più i più freddi, almeno per quanto riguarda l’Italia e quindi la nostra isola. Sappiamo che il clima sta cambiando e probabilmente nei decenni passati la fine di gennaio era davvero il momento più gelido dell’anno. Secondo certi detti popolari più queste giornate sono fredde maggiormente l’inverno sarà più corto e quindi la primavera arriverà prima. Viceversa se sono caldi. Il 2 Febbraio invece si festeggia la  ”Madonna della Candelora| dell’inverno sèmo fòra, ma se piove o tira vento, de l’inverno semo ancora dentro”. In sostanza, sulla base di questa tradizione, la Candelora sancirebbe la fine della stagione invernale, ma se il tempo è brutto allora durerà un altro mese almeno. I “Giorni della merla” decidono come sarà la primavera. Se sono particolarmente freddi, la primavera sarà bella, ma se sono caldi, la primavera ritarderà. E insomma, visto che oggi le temperature sono vicine a zero gradi, la tradizione vorrebbe quindi una prossima stagione con un caldo sole primaverile. Sono diverse le leggende che si raccontano dietro a queste tre giornate, note come le più fredde dell’anno. Sono storie che tentano di spiegare anche l’origine della differenza di genere nei merli, dove i maschi sono tutti i neri mentre le femmine sono grigie. Si narra che una merla, arrivata alla fine di gennaio, si fosse presa gioco di questo mese tanto gelido che per lei era ormai alle spalle. Gennaio però, sentendosi offeso, rubò tre giorni particolarmente freddi al mese di febbraio per punire la merla. Il camino e la fuliggine sono elementi ricorrenti nelle storie legate ai tre giorni della merla. La storia più popolare è quella di una merla che, per tenere al riparo i proprio pulcini, costruì il nido in un camino e divennero tutti neri. Una delle più fantasiose ha come protagonista una bellissima merla bianca che il 29 gennaio, dato il grande freddo, cercò riparo nel comignolo di una abitazione: dopo 3 giorni uscì e le sue piume da soffici e candide, erano divenute nere a causa della cenere. Essendo anche, l’unica merla sopravvissuta al grande gelo, la leggenda vuole che da quel momento tutti i merli ebbero quel colore di piumaggio. Bisogna sapere che i merli, un tempo, avevano delle bellissime piume bianche e soffici. Durante il gelido inverno, raccoglievano nei loro nidi le provviste per sopravvivere al gelo, in modo da potersi rintanare al calduccio per tutto il mese di gennaio. Sarebbero usciti solo quando il sole fosse stato un poco più caldo e i primi ciuffi d’erba avessero fatto capolino tra i cumuli di neve. Chiara Pizzimenti dal suo “ossevatorio” ci a sapere che siamo nei giorni della Merla 2024 e che ancora una volta si conferma che non è sempre vero che il freddo aumenti in queste giornate. L’adagio popolare che identifica gli ultimi giorni di gennaio, 29, 30 e 31, quest’anno lunedì, martedì e mercoledì, come i tre giorni più freddi dell’inverno e quindi dell’anno viene spesso disatteso. Accade così in questo 2024 visto che un anticiclone resterà sull’Italia tutta la settimana e le temperature saranno sopra le medie: aria calda in quota, sul versante tirrenico aumento delle temperature di 5-6 gradi arrivando anche a 20, in assenza di nebbia le temperature saranno attorno ai 15 al Nord, ma le nebbie sono attese. (Serrara  e Fontana ne sanno qualcosa). Il detto è antico e la tradizione di guardare ai giorni fra fine gennaio e inizio febbraio come a quelli che stabiliscono la fine di quelli più rigidi dell’inverno è internazionale. Non è chiara l’origine della definizione di «giorni della merla», certamente è antica e non unica. Si diceva che ci fosse un cannone da far passare oltre il Po. Lo raccontava nel 1740 Sebastiano Pauli. Era molto grande e lo avevano chiamato la Merla. Si aspettarono gli ultimi giorni di gennaio per farlo passare sul ghiaccio del fiume gelato visto che questi erano i giorni più freddi. Una Nobile Signora di Caravaggio, che veniva chiamata de Merli, doveva attraversare il fiume Po per andare a prendere marito. Lo poté fare solo in questi giorni in cui il fiume era ghiacciato. Una tradizione dice che lo scherzoso mese di gennaio desse fastidio a una merla bianca facendo venire il freddo ogni volta che l’uccello usciva a recuperare cibo. La merla gli chiese di essere più breve (allora gennaio aveva 28 giorni), ma non lo convinse. L’anno successivo fece scorta di cibo e restò nel nido per tutto il tempo e il 28esimo giorno si burlò di gennaio. Questo, per vendicarsi, chiese tre giorni a febbraio e scatenò una bufera. La merla si nascose in un comignolo, si salvò, ma le sue piume diventarono nere come sono attualmente. Simile quella che racconta di un’intera famiglia di merli costretta a ripararsi vicino a un comignolo. In provincia di Cremona i giorni della merla sono il 30 e 31 gennaio e 1 febbraio. Quando i merli erano ancora bianchi ci fu un gennaio particolarmente mite. Gli uccelli lo prendevano in giro per la mancanza di gelo, il mese si arrabbiò e fece arrivare un freddo polare anche per il primo giorno di febbraio. I merli diventarono neri perché costretti a ripararsi nei comignoli.Sas dies imprestadas, significa in sardo i giorni prestati e sono le giornate più fredde dell’anno, il 30 e il 31 gennaio. La leggenda vuole che un pastore si vantasse della buona riuscita del suo pascolo in un gennaio mite, ormai arrivato al 29, termine del mese. Il mese di gennaio indispettito chiese a febbraio due giornate in prestito per il gelo. Furono così fredde che tutte le pecore del pastore tranne una morirono. Da allora il mese di gennaio ha 31 giorni, febbraio è rimasto di soli 28 giorni. A Lodi, nei giorni della merla, cori si chiamano dai lati opposti del fiume Adda. C’è l’usanza dei falò nel cremonese sempre con canti tradizionali. I temi sono quelli dell’inverno e dell’amore con contrapposizione uomini/donne. Dice ancora la leggenda che se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo. Un po’ come la tradizione americana del giorno della marmotta. A seconda della decisione della marmotta di mostrarsi o meno nella giornata del due febbraio si stabilisce se l’inverno durerà ancora oppure no.

 

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