LA NOTA DELLA DOMENICA DI ANTONIO LUBRANO
LA STORIA DELLA RIVA DESTRA – OLTRE 60 ANNI DI CONTINUA ATTIVITA’ – LA DEMOLIZIONE DEI VECCHI “GABBIONI” SULLA STRADA DEL 2001 E’ SOLO UN RICORDO. OGGI LA BANCHINA DEL LATO DESTRO DEL PORTO CON I SUOI FESTOSI LOCALI ALLA MODA RISPLENDE CON LO STESSO FASCINO DEL PASSATO CON UNA EVIDENTE ARIA DI MODERNITA’/
Dopo gli anni ‘50 a ridosso degli anni ‘60, il lato destro del porto diventava “Riva Destra” e appena dopo gli anni sessanta”Riva Droite”. Chiamarla in francese era più raffinato e suonava meglio sulla bocca dei nuovi turisti! Accadde così il miracolo. I vecchi e fatiscenti androni diventano in breve tempo ristoranti di lusso, bar alla moda, caratteristiche taverne e nigth club. Il primo pioniere fu don Antonio Cervera che trasformò il suo negozio di vino nella caratteristica “Taverna Antonio” con musica, ove trovarono spazio e lavoro giovani isolani con il talento del canto e dell’uso degli strumenti a corda, tra questi anche il ragazzo “Topolino” .
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I Locali nuovi che hanno rimpiazzato quelli vecchi della Riva Destra: ”Mode in Riv”, “Pane & vino”, “Bro”, “Alfaretto”, “Riva Destra”, “Portobello”, “Porto 51”, “La Bitta”,”jham Ja’”, “Il Cappuccino”, “”L’Altra Mezzanotte”, “Pescaderia Ischitana”, “Mofito”,”Drink’t Drank’t”, “I Ricci”, “Osteria del Porto”,” La Terrazza di Mimì”, ”un Attimo di Vino”,”La Baia del Clipper”.
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DI ANTONIO LUBRANO
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Oggi la maggior parte dei locali alla moda, tra ristoranti, taverne e piano bar ( 25) in attività che da oltre 60 anni
mantengono in vita la famosa Riva Destra del Porto d’Ischia, operano con nuova licenza di esercizio, nuovo intestatario e soprattutto nuova denominazione. Scomparso da poco il nome “Da Gennaro” del mitico Gennaro Rumore, andato meritatamente in pensione, resistono, bisogna dirlo, alla grande, i “veterani”, o meglio gli storici la “Taverna Antonio”, il “Porticciullo” e “Emiddio”. I locali che nel corso degli ultimi anni fino ad oggi, hanno rimpiazzato i “vecchi” ossia quelli della prima ora, per continuare il lavoro operoso dei predecessori, sono:”Mode in Riv”, “Pane & vino”, “Bro”, “Alfaretto”, “Riva Destra”, “Portobello”, “Porto 51”, “La Bitta”,”jham Ja’”, “Il Cappuccino”, “”L’Altra Mezzanotte”, “Pescaderia Ischitana”, “Mofito”,”Drink’t Drank’t”, “I Ricci”, “Osteria del Porto”,” La Terrazza di Mimì”, ”un Attimo di Vino”,”La Baia del Clipper”. Ma la storia della vecchia Riva destra, quella dei suoi coraggiosi pionieri, rimane la pietra miliare, il fiore all’occhiello dell’avvio del turismo sul Porto d’Ischia, ove la musica, le canzoni antiche e correnti, l’arte della cucina e la creazione di famosi cocktail di esperti Barman animavano una location entusiasticamente frequentata di giorno, di sera e di notte dal bel mondo del turismo nazionale ed internazionale presente sull’isola. Molte sono le testimonianze, scritte e ad immagini, in vecchi filmati e fotografie che si possono scoprire sui Social (Facebook, Instagram e siti privati di Internet)) di quella passata gioventù ischitana, italiana e straniera che ha vissuto intensamente gli anni trascorsi della Riva Destra del Porto di Ischia. Solo ricordi di vita spensierata, attraverso i quali è possibile capire cosa è stata in realtà la Riva Destra o Rive Droite dai primi anni ’60 in poi per noi ischitani e per i turisti italiani e stranieri (in maggioranza tedeschi) che vivevano la lunga, bella stagione delle vacanze nella nostra isola alla luce del sano divertimento fra musiche e belle canzoni nostalgiche. E si è andati avanti per lo più allo stesso modo fino a quando, ai titolari dei numerosi locali alla moda sulla banchina non fu fornita dalle autorità comunali addette al territorio… l’occasione per… tremare. Per fortuna, per un tempo che consentì subito la ripresa. Le cose andarono come segue: opera di risanamento o attacco irresponsabile bello e buono di 18 anni fa alla spettacolarità ed al fascino della Riva Destra? E’ la inquietante domanda che tutti si posero all’indomani dell’ordine di rimozione emesso prima di quella estate passata del 2001 dal Comune d’Ischia e notificato a tutti i gestori, caduti nel panico, dei cosiddetti gabbioni alla moda, che dagli anni sessanta in poi hanno incominciato ad occupare metà della Riva Destra , laddove poi sono sorti, anno dopo anno fino ad oggi, night club, ristoranti, taverne e boutique di grande richiamo turistico nazionale ed internazionale. Spariti quindi i gabbioni che facevano colore, la Riva destra “rinasce” con una nuova estetica, senza perdere il fascino delle sue origini. Tutto parte dai primi anni sessanta. La storia della Riva Destra è patrimonio di noi tutti. Abbiamo il dovere di ricordarla e difenderla. Questa strada, in toponomastica ufficialmente via Porto, fino agli anni cinquanta, era il posto dove attraccavano grossi barconi a vela o a motore che facevano la spola con la terra ferma trasportando carbone, calce pietre di tufo, vino in barili, limoni ed altri agrumi, cocomeri, fasci d’aglio e cipolle e melloni. Lungo la strada basolata che portava al Cantiere vi erano androni e negozi adibiti a cantine, depositi per calce viva, grotte a ridosso della montagna, venditori di carboni, depositi di carburante, un negozio-ufficio per spedizioni, un recapito per la “carovana”, un ufficio della Dogana ubicato al primo piano di un palazzo, cantine per la vendita e imbottigliamento del vino, venditori di chincaglierie e sotto la collina dell’”Acquario” una rudimentale fabbrica del ghiaccio. Questo era il lato destro del porto, il polo commerciale dell’epoca, dove l’agiatezza era per pochi isolani e la miseria per tanti. Dopo gli anni cinquanta a ridosso degli anni sessanta, il lato destro del porto diventava “Riva Destra” e appena dopo gli anni sessanta”Riva Doite”. Chiamarla in francese è più raffinato e suona meglio sulla bocca dei nuovi turisti! Accadde così il miracolo. I vecchi e fatiscenti androni diventano in breve tempo ristoranti di lusso, bar alla moda, caratteristiche taverne e nigth club. Il pioniere è don Antonio Cervera che trasforma il suo negozio di vino nella “Taverna Antonio” con musica (ove trovano spazio e lavoro giovani isolani con il talento del canto e degli strumenti a corda come Topolino). Appena dopo, aprono ristoranti, bar e taverne come “La Cambusa” aperta da Claudio D’Ambra, il “Baunty” diretto da Gino Cacciapuoti, il Ristorante “Da Gennaro” gestito da Gannaro Rumore, la Taverna Angelo di Angelo Monti, “A Lampara – Pizza Pazza” creata da Tonino Baiocco, “La Carrozzella” Aperta da Giò Pilato, il ristorante ‘O Porticciullo” aperto da Anna Albanese-Fedele, La “Taverna da Nino” aperta ed animata da Nino detto Urzecone, il ristorante “Emiddio” e tanti altri che si sono susseguiti ex novo e per cambi di denominazione e di gestione. Fra tante Taverne e Ristoranti degli anni sessanta, sulla Riva Destra sorgono l’elegante Boutique della signora Antonia (fu la prima), La Galleria l’”Orsa Maggiore” dell’artista pittore Vincenzo Colucci ove espongono pittori di fama internazionale da Picasso a De Chirico, la Boutique Minidoque della Dominique di Luciano Marino. In pochi anni la Rive Droite è considerata la località “In” tra le più famose d’Italia e non solo, tanto che, diventato il cuore pulsante della mondanità dell’isola Verde, essa riesce addirittura a vincere la concorrenza con luoghi alla moda della costa azzurra e riviera ligure. Di sera la Riva Destra ha un fascìno unico. Quattroceno metri di strada-banchina con i suoi locali e taverne che si specchiano nel porto illuminato da mille luci e colori, specie nelle celebrazioni dei sui anniversari, hanno attirato in passato come oggi,personaggi famosi dello spettacolo del giornalismo, della Televisione, uomini dell’alta finanza, personaggi politici nazionali ed internazionali, scrittori, artisti e gente comune di ogni angolo del pianeta decretandone la “consacrazione” mondana e turistica di altissimo livello.
antoniolubrano1941@gmail.com
L’ARTICOLO DI ANTONIO LUBRANO E’ STATO PUBBLICATO DA IL GOLFO DOMENICA 27 OTTOBRE 2019
IL PASSATO
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