Donna Laura il quadro l’aveva portato con sè dal Castello, sua prima dimora, nella Torre ,ove si era trasferita, sistemandolo in una delle sue stanze con particolare cura e attenzione. Il giorno della consacrazione della chiesetta coincise con la cerimonia di battesimo, sia pur con un anno di ritardo, della piccola Costanza d’Avalos che Donna Laura, sua madre, volle che si effettuasse in quella importante circostanza, nella stessa nuova chiesetta che dopo la sua costruzione decise fosse dedicata a S.Anna. Così da quel giorno anche la zona circostante e i secolari scogli poco distanti il nome di località e scogli di S.Anna

RIPRODUZIONE DELL'ANTICO QUADRO SI S.ANNA CHE DIEDE IL NOME ALLA CHIESETTA ED ALLA ZONA

LA CHIESETTA DI SANT'ANNI E I FEDELI

LA PROCESSIONE DI BARCHE VESO LA CHIESETTA DI S.ANNA

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DI MICHELE LUBRANO

(Fotografie di Giovan Giuseppe Lubrano)

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S. Anna è ricordata e celebrata ad Ischia da oltre cinque secoli per merito iniziale di Donna Laura Sanseverino-D’Avalos, che da religiosa praticante qual’era, chiese al marito capitano Innico
D’Avalos e favorito del Re Ferdinando d’Aragona, di usare tutta la sua ascendenza verso i suoi superiori a Corte, affinchè gli permettessero di costruire una chiesetta nei pressi di quello stesso luogo, dove da poco era stata costruita la Torre, in quella stessa ampia distesa di terreno con facile discesa a mare, davanti al Castello, in un contesto panoramico mozzafiato. Innico D’Avalos che aveva seguito personalmente i lavori di costruzione della Torre, ottenne il benestare e i fondi. La Chiesetta potè presto vedere la luce ed essere aperta al culto non solo per la sua famiglia, ma anche per gli abitanti dell’intera zona. Donna Laura Sanseverino-D’avalos felice per essere stata così particolarmente accontentata, in occasione di una visita del Re sul Castello, si recò per ringraziarlo personalmente a nome anche della comunità che avrebbe frequentato la chiesetta nell’area della Torre. La chiesa fu consacrata direttamente dal Vescovo.d’Ischia Donato Strineo nel 1504 nello stesso anno in cui prese possesso della Diocesi isolana. Il Vescovo Strineo, era impegnato presso la curia di Napoli reggendo il Vicariato Generale per disposizione del Cardinale Carafa, a sua volta trattenuto a Roma. Il Vescovo Donato Strineo si recava ad Ischia sul Castello solo in occasioni solenni, o a seguito
di particolari inviti che gli venivano formulati da personaggi influenti dell’isola. L’invito che gli
pervenne dalla famiglia D’Avalos era di quelli che non si potevano rifiutare, anche perché il Vescovo, era a conoscenza dell’opera meritoria dei coniugi D’Avalos relativa alla realizzazione di una chiesetta fatta sorgere poco distante dalla Torre. Il Vescovo Strineo successe a Berardino de Leiz di Roma che dopo la nomina a Vescovo d’Ischia con bolla di Papa Alessandro VI, fu sostituito in meno di un anno da un nuovo Vescovo Mons. Giovanni Stinco proveniente dalla vicina isola di Capri. Anch’egli fu pastore sull’isola per pochi mesi. Mons. Donato Strineo accettò l’invito di buon grado e fu felice di
assolvere allo storico compito di consacrare il Tempietto ed elevarlo al culto del Signore ed alla venerazione di Sant’Anna, la madre della Santa Vergine Maria. Ciò fu possibile perche Donna Laura Sanseverino nel corso della cerimonia di consacrazione, donò alla nuova chiesetta che aveva fortemente voluto, un prezioso quadro raffigurante l’immagine della Santa a cui tra l’altro era molto affezionato, essendo il dipinto di autore ignoto, un gradito regalo di nozze di una sua cugina di Napoli Doriana Sanseverino, con cui aveva rapporti familiari frequenti. Donna Laura il quadro l’aveva portato con sé dal Castello sua prima dimora nella Torre ove si era trasferita, sistemandolo in una delle sue stanze con particolare cura e attenzione. Il giorno della consacrazione della chiesetta coincise con la cerimonia di battesimo, sia pur con un anno di ritardo, della piccola Costanza d’Avalos che Donna Laura, sua madre, volle che si effettuasse in quella importante circostanza, nella stessa nuova chiesetta che dopo la sua costruzione decise fosse dedicata a S.Anna, proprio in riferimento a quel quadro che aveva portato con sé durante il suo trasferimento dal castello alla Torre. Al rito religioso presero parte il Vescovo Strineo, il suo Vicario nella Cattedrale sul Castello don Catello Di Bernardo, altri membri delle famiglie D’Avalos e Sanseverino e una folta rappresentanza di semplici popolani contadini e pescatori dell’altipiano del Soronzano, di Cartaromana e del Borgo di Celsa. Fu una cerimonia nella cerimonia notevolmente toccante e benedetta per l’appunto dal Vescovo di Ischia Mons. Donato Strineo ritornato sull’isola su specifico invito, per legare il suo nome ad un felice evento che sarebbe quindi passato alla storia. La Chiesetta fu così dedicata a S. Anna per effetto di quel particolare quadro, andato poi perso con i paramenti ed altri oggetti di arredo sacro di quel tempo, Negli anni successivi il vecchio quadro scomparso fu sostituito con una statuetta lignea di artistico pregio, andata persa anch’essa con l’andar del tempo, ma ritrovata e tutt’ora custodita quale storico reperto sacro da un privato cittadino ischitano. Il tempietto divenuto rudere, è stato per lungo tempo abbandonato all’incuria ed alla indifferenza pubblica. Solo di recente la piccola chiesa, per un debito con la storia, è stata restaurata e riportata alla sua antica funzione di luogo di culto. La festa in onore di S.Anna nel corso degli anni è divenuta un grande evento turistico di cui il paese va orgoglioso. E’ denominata la Festa a Mare agli Scogli di S.Anna a cui è stato aggiunto il Palio di Sant’Anna per premiare le migliori barche addobbate in gara. Con le innovazioni apportate, il Palio ‘ stato eliminato, lasciando solo i tradizionali premi in denaro. Quell’anno 1504, ricordato per la successione di diversi eventi positivi a favore famiglia D’Avalos, si concluse inaspettatamente nel peggiore dei modi. Infatti il 12 dicembre morì Innico D’Avalos a soli 34 anni lasciando vedova la moglie Laura Sanseverino e orfani di tanto padre i due figli piccoli Costanza e Alfonso.

IL VESCOVO LAGNESE CON I FEDELI SUL PIAZZALE DAVANTI ALLA CHEISETTA DI S.ANNA

PARTORIENTI ISCHITANE DAVANTI ALLA CHIESETTA DI S.ANNA PREGANO LA SANTA PER LA RIUSCITA DEL LORO PARTO

CONIGLIO ALLA CACCIATORE ALL'ìISCHITANA

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13/07/2017 · Ischia e la storia

POCHI SANNO CIO’ CHE ACCADDE NELL’ANNO DEL SIGNORE 1503 FRA LA TORRE DI MICHELANGELO, LA CHIESETTA DI SANT’ ANNA DA POCO COSTRUITA E UN PREZOSO QUADRO DELLA SANTA

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I dati storici raccolti e messi insieme, rappresentano la ricostruzione di una sequenza di fatti, non di certo immaginari, ma realmente accaduti i cui accenni storici, è stato possibile riscontrarli nella storia dei vescovi di Ischia scritta da Don Camillo D’Ambra, nel vecchio archivio della Curia e in antichi testi e documenti di collezione privata. Da quel fausto giorno del 26 luglio 1503 dove Laura Sanseverino che dimorava nella Torre, divenne nuovamente madre, i ringraziamenti e le preghiere delle partorienti ischitane divennero consuetudine e si trasformarono in un rituale di devozione religiosa che si ripeteva ogni anno nel giorno dedicato alla Santa

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DI ANTONIO LUBRANO

(Fotografie di Giovan Giuseppe Lubrano)

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La nobildonna LAURA SANSEVERINO

madre della piccola Costanza D’Avalos

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Volendo fare il countdown, ossia il conto alla rovescia, siamo a meno 16 giorni dalla prossima Festa di Sant’Anna o Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna, a seconda del significato laico o religioso che si vuol dare al tradizionale evento popolare in quel di Ischia Ponte, tra il Castello e Cartaromana. Premesso e scontato che gli organizzatori con il nuovo direttore artistico Cenzino Di Meglio si stiano dando da fare al loro meglio per metter su una Festa che non tradisca le aspettative, ci sembra giusto ed istruttivo che tutti coloro che la seguono debbano essere informati delle vere origini antiche di questa festa che parte da uno storico battesimo celebrato nella omonima chiesetta proprio il 26 di luglio del 1503 con tutti i contorni di quella storica nascita che raccontiamo qui di seguito, ed arriva ad oggi dove la festa, viene continuata e rinverdita con i fasti del nostro tempo, e da ultimo con l’omaggio all’estro artistico del grande Totò a 50 anni dalla sua morte ed a 67 anni dalla sua canzone “Ischia Mia” o “Ischia Paraviso e’ Giuventù “ per la simpatia che il Principe Antonio De Curtis nutriva per la nostra isola. Questi dati storici messi insieme, rappresentano la ricostruzione di una sequenza di fatti, non di certo immaginari, ma realmente accaduti i cui accenni storici, è stato possibile riscontrarli nella storia dei vescovi di Ischia scritta da Don Camillo D’Ambra, nel vecchio archivio della Curia, in antichi testi e documenti di collezione privata. Naturalmente è pur sempre una ricostruzione storica riscritta, dove possibili omissioni e necessarie aggiunte fanno parte di un storia più ampia e circostanziata che è presentata in un libro del sottoscritto in via di ultimazione per essere prossimamente dato alle stampe. Vale la pena seguirci. Quando morì Innico D’Avalos (1504) capitano della guardia sul Castello e Governatore dell’isola, il figlio Alfonso, nativo del Castello, aveva appena due anni. Sua madre donna Laura Sanseverino che frequentava con la famiglia solo nel periodo estivo la Torre, che i posteri chiameranno dopo Torre di Michelangelo per una possibile presenza in loco del Buonarroti e per l’amicizia inconfutabile che intercorreva con Vittoria Colonna dimorante sul Castello, decise di trasferirsi col figlioletto nelle solide stanze di quella sicura fortezza che il suo defunto marito aveva contribuito a far erigere, e dove nel luglio del 1503 nacque la secondogenita Costanza, denominata per i suoi natali in quella struttura, la “figlia della Torre” e soprattutto perchè fu il primo essere umano a venire alla luce nella casa-fortezza dopo la sua edificazione. La gravidanza per Donna Laura fu molto travagliata. Quei mesi che precedettero il parto della bambina furono di grande e continua sofferenza. Assistita dal medico di Corte sul Castello e da una sua amica del Borgo di Celsa, la levatrice Caterina Mellusi esperta a far nascere bambini nelle situazioni più difficili, Laura Sanseverino riuscì a partorire superando il pericolo paventato di perdere addirittura la propria vita e quella della figlia. Era la mattina del 26 luglio del 1503, giorno in cui gli abitanti della zona ormai festeggiavano S. Anna a cui la chiesetta poco distante dalla Torre era stata dedicata e dove la stessa Donna Laura andava a pregare per ricevere dalla Santa la grazia di partorire la sua creatura che portava in grembo e di salvare la vita sua e della nascitura. Le preghiere di Donna Laura furono esaudite e così nacque la piccola Costanza proprio nel giorno di S. Anna. E fu festa per tutti. Le fu dato lo stesso nome che portava sua zia Costanza sorella del padre Innico e donna di alto spessore culturale, stimatissima sul Castello e a Napoli presso la corte del Re. La lieta notizia della nascita della piccola Costanza, si diffuse per tutta la marina del Borgo di Celsa, fra gli abitanti del Castello, presso i casolari di Campagnano, Piano Liguori, Cartaromana e nell’isola intera dove Donna Laura era conosciuta e molto ben voluta. Suonarono a distesa le campane della Chiesa Cattedrale e delle altre chiese sul Castello e della stessa chiesetta di S.Anna nel Ninfario per salutare un bellissimo evento che Innaco D’Avalos, padre della piccola nata, magnificò con una gran festa popolare, come era nei desideri di sua moglie Laura molto religiosa e notoriamente vicina al popolo. Laura Sanseverino era donna dalla forte personalità avvenente nel corpo statuario e bella nel volto. Portava capelli castano-scuri che le scendevano sulle spalle fluenti e vaporosi. Era difficile non notarla con il pregio che era lei a porgersi alla gente. Da quel fausto giorno del 26 luglio 1503 dove divenne nuovamente madre, i ringraziamenti e le preghiere delle partorienti ischitane divennero consuetudine e si trasformarono in un rituale di devozione religiosa che si ripeteva ogni anno nel giorno dedicato alla Santa considerata la protettrice ufficiale delle donne in stato di dolce attesa e ansiose di diventare mamme. Il rituale si è perpetuato nel tempo fino ai giorni d’oggi mutando con gli anni il modo di celebrare il sentito evento.. Fino al secolo XVIIIesimo le donne di Ischia si recavano in pellegrinaggio alla Chiesetta per mare e per terra scendendo a piedi per la strada della Torre e in barche addobbate con canne, foglie di bosco e palloncini colorati, partendo dalla marina del Borgo. Era quella l’usanza votiva per rivolgersi alla Santa e fare festa tutti insieme in suo onore. Oggi quell’antico rito ha assunto connotati completamente diversi. Dal pellegrinaggio e la preghiera alla Santa, si è passati alla festa spettacolare con migliaia di persone fra donne, uomini e bambini locali e forestieri assiepati sugli scogli, lungo il ponte, sulle imbarcazioni a mare e su un’apposita tribuna poi abolita, per assistere alla grande sfilata delle barche addobbate di tutt’altro fascino e dimensioni, ai fuochi pirotecnici e all’incendio del Castello e della Torre di Michelangelo, in uno spettacolo simulato dalle grandi emozioni. Tutto questo preceduto da un rito religioso opportunamente riproposto il giorno prima con messa solenne all’aperto nello spiazzo davanti alla Chiesetta celebrata dal Vescovo di Ischia e da altri sacerdoti coadiutori. Il primo vescovo di Ischia del nostro tempo, giunto in pellegrinaggio alla chiesetta di S. Anna restaurata, per celebrare la Messa a devozione e ringraziamento alla Santa è stato Mons. Antonio Pagano (1984-1997) seguito da una folta massa di fedeli, il secondo, continuando la tradizione, è stato Mons, Filippo Strofaldi Vescovo ad Ischia dal 1997.al 2012. L’ultimo Vescovo in ordine di tempo è l’attuale presule Mons. Pietro Lagnese che in una chiesetta di nuovo messa a punto continua il tradizionale rito.

antoniolubrano1941@gmail.com

COSTANZA D'AVALOS CON I NIPOTI LA PICCOLA COSTANZA NATA NELLA TORRE ED IL FRATELLINO ALFONSO D'AVALOS

I  fratelli Costanza e Alfonso D’Avalos

figli di Laura Sanseverino e Innico D’Avalos

figuranti nella storica sfilata di S.Alessandro

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IL CASTELLO, CARTAROMANA E LA ZONA DI S.ANNA IN RIPRESA AEREA

IL PONTE ARAGONESE E GLI SCOGLI SOTTOSTSATI GIA' AFFOLLATI PRIMA DELLA SERA

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13/07/2017 · L'EDITORIALE

IL CASTELLO, IL VIGNETO, IL VINOCASTELLO BIANCOLELLA DOC

E’ un Biancolella Doc vinificato dalla D’Ambra Vini e prodotto in 650 bottiglie; si chiama semplicemente “CASTELLO”.

Nascono dal sole e dal mare, dalla terra e dal fuoco i profumi del CASTELLO, effluvio di antiche emozioni, dove il mito di Dioniso e Venere si sposa con la convivialità: il rito della gioia, della salute e dell’armonia.

CRISTINA MATTERA EREDE DI GABRIELE

KARIN MATTERA MADFE DI NICOLA E CRISTINA

L'ARCH. NICOLA MATTERA EREDE DI GABRIELE

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DI MICHELE LUBRANO

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Il vino del Castello Aragonese è la novità di questa estate 2017 ed anche di questo terzo Venrdi di Festa al Borgo di riflesso il Castello con le sue potenzialità partecipa. L’ evento unico che accadrà sul Castello d’Ischia è una tappa importante della storia moderna ed attuale dell’antico maniero, costruita ed avviata dagli eredi di Antonio e Gabriele Mattera che per altro in iniziative diverse ne sono e precursori. Infatti il vino che i fratelli Nicola e Cristina Mattera eredi di Gabriele, presentano ufficialmente domani venerdì 7 Luglio, arriva trent’anni dopo lì impianto del vigneto voluto da Gbriele e Karin col prezioso aiuto di Andrea D’Ambra. E’ un Biancolella Doc vinificato dalla D’Ambra Vini e prodotto in 650 bottiglie; si chiama semplicemente “CASTELLO” . La grafica rigorosa ed elegante dell’ etichetta e del depliant descrittivo è curata da Raffaello Lamonaca, grafico torinese che segue ormai da qualche tempo la progettazione grafica degli eventi del Castello. Cristina e Nicola Mattera rispondono alle nostre domande. Come è nata l’idea del vigneto sul Castello ? “Trent’anni sono passati da quando Gabriele Mattera e sua moglie Karin i nostri genitori, nel pieno della loro missione di restauro e rivitalizzazione del Castello Aragonese d’Ischia, dimora delle loro vite, intravidero tra i rovi vigne del passato e decisero di reimpiantarne una col prezioso aiuto di Andrea D’Ambra e con la passione e la determinazione che solo gli innamorati dei luoghi sanno profondere”. Cosa è successo dopo ? “Il cerchio si chiude oggi: da una terra densa di rovi all’armoniosa regolarità di una vigna in posizione privilegiata, da un visionario recupero fino a questa bottiglia che porta con orgoglio il frutto di un viaggio scandito dai tempi del luogo: i filari di viti dialogano col vicino orto, col mare e con quella cupola della Chiesa dell’Immacolata che sembra essere silenziosa testimone della bellezza ritrovata.Il Castello è il simbolo della rinascita di questo luogo straordinario che, dopo secoli di abbandono, ritrova, giorno dopo giorno, forme, funzioni e atmosfere: la vigna e il suo Biancolella testimoniano ancora una volta che il Castello è vivo e che il suo cuore batte grazie all’incontenibile energia di una visione”. Perché il Biancolella ? Il Biancolella è un vitigno a bacca bianca, molto probabilmente introdotto in Campania dalla Corsica (Petite blanche) dove le prime barbatelle sarebbero state portate dai greci provenienti dall’Eubea. Oltre che a Ischia, è coltivata, fin dall’antichità, a Procida, Capri e Ponza (un tempo isola del Regno dei Borboni che ne impiantarono il vitigno anche in costiera Amalfitana e Sorrentina portandolo da Ischia). Proprio per la sua storia e gli ottimi risultati ottenuti da secoli, è ormai considerato un vitigno autoctono tipico dell’isola e dei suoi terreni vulcanici”. “Insieme alla vite e a splendide piante ruderali (la valeriana rossa, il cappero in fiore) si sono sviluppate piante tipiche della macchia mediterranea che, contendendo gli spazi ad antiche essenze arboree (fichi, susine, olivi, carrubi) o a piante introdotte in Europa dalle Americhe (agavi, fichi d’India) hanno permesso, in passato, una autonomia e un’indipendenza alimentare determinanti durante i lunghi assedi di pirati o di milizie nemiche provenienti soprattutto dal Nord Africa”
Nascono dal sole e dal mare, dalla terra e dal fuoco i profumi del CASTELLO, effluvio di antiche emozioni, dove il mito di Dioniso e Venere si sposa con la convivialità: il rito della gioia, della salute e dell’armonia.

07/07/2017 · Ischia e la storia

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I PROGRESSI DISCUTIBILI DI ISCHIA PONTE E LO STORICO PONTE ARAGONESE DEL 1441 CHE CONTINUIA A CADERE A PEZZI

15 giugno scorso è scaduto, salvo possibili proroghe, il tanto atteso e cliccatissimo “Concorso internazionale di idee per la valorizzazione urbanistica ed architettonica del Borgo di Ischia Ponte” promosso dal Consorzio Borgo Ischia Ponte e con il patrocinio del Comune di Ischia, dell’Ordine degli Architetti di Napoli e della Facoltà Architettura Università Federico II di Napoli. Questo Concorso mira al recupero dell’autenticità del Borgo attraverso il ripristino di forme e funzioni perdute.

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DI ANTONIO LUBRANO

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Buona la prima, meglio la seconda. L’optimum dovrebbe registrarsi per la terza. Per chi non l’avesse capito, ci stiamo riferendo ai festosi e promozionali “Venerdì al Borgo” con la direzione artistica di Tony Romano, che riprendono domani dopo le due prime “esperienze” o “Episodi” come li definisce l’ organizzazione, vissuti nei precedenti Venerdì ormai consacrati al gaudio popolare ischiapontese e non solo. Insomma tanti venerdì col “Borgo in Festa” dove gruppi musicali e DJ professionisti coordinati da Paolo Roja e i suoi Personal, propongono brani di musica per tutti i gusti, con postazioni dislocate per tutta Ischia Ponte, da via Seminario fino al piazzale aragonese, compresi il largo convento e la piazzetta di Boccia. Dove altresì, nel clima di festa i visitatori tra isolani e turisti, possono degustare le specialità tipiche del territorio. Dove inoltre potrà essere ammirata una straordinaria vetrina di manufatti artigianali, ceramiche, souvenir, abbigliamento, accessori moda, gioielli da scegliere in tutta qualità. Dove in fine, per studiata comodità la zona sarà interamente isola pedonale con stop completo motori dalle 21,00 fino mezzanotte, per facilitare con serenità il passaggio, la sosta e l’intrattenimento del pubblico. Al parcheggio gratuito di Fondobosso, per la particolare occasione, è stato istituito un servizio navette per turisti e residenti provenienti anche dagli altri comuni dell’ìsola, sempre gratuito che trasporteranno quanti vorranno vivere il clima festoso del Borgo, fino all’ingresso di Ischia Ponte. Per i soli residenti ischitani la navetta gratis rientra in servizio anche il giorno dopo, ossia sabato mattina dalla 7,00 fino alle 9,00. Domani sera le postazioni musicali dislocate lungo tutto il Centro Storico saranno sei e vedranno alla ribalta i complessi “Personal” con Rossella Arcamone, Paolo Roja, Gennaro Di Meglio, Stefano Zabatta e Tony Mendella; i “Rio Bel Rio 4et” con Alexandra Serebryakova, Luigi Elia, Luigi Polito e Franco Napolano; i “Personality Duo” con Valentina Senese e Gino Piscopo; i “The Company Store” con Valeria Castagna, Filippo Sgambati, Michelangelo Cannovo, Massimo Mazzella e Salvatore D’Abundo; i “Free Times Trio” con Matteo Di Meglio, Salvatore Boccanfuso e Nicola Di Meglio; le performance di Antonio Pilato, Oscar Pantalone, Alessandra Moscato. Nick Pantalone in partecipazione straordinaria, Annalisa Tramontano, Tony Romano e Anna Carcaterra. Esibizioni de “La Scuola del Folklore” e delle ragazze della Boutique “Alex Miru” che sfileranno per il Borgo con le creazioni di Sasha. Naturalmente, non può essere solo questo il punto di partenza per costruire il sogno della rinascita per Ischia Ponte, Occorre dell’altro, che dia una impronta più marcata al disegno di crescita strutturale, sociale, commerciale, culturale e turistica del paese. Il 15 giugno scorso è scaduto, salvo possibili proroghe, il tanto atteso e cliccatissimo “Concorso internazionale di idee per la valorizzazione urbanistica ed architettonica del Borgo di Ischia Ponte” promosso dal Consorzio Borgo Ischia Ponte e con il patrocinio del Comune di Ischia, dell’Ordine degli Architetti di Napoli e della Facoltà Architettura Università Federico II di Napoli. Questo Concorso mira al recupero dell’autenticità del Borgo attraverso il ripristino di forme e funzioni perdute e la proposizione di contributi contemporanei che ne esaltino le qualità e potenzialità. In pratica esso prevede: Progettazione di un edificio che occupi l’area degli attuali uffici INPS allo Stradone (di cui è prevista la demolizione) e che faccia da cerniera tra la Via Luigi Mazzella (corso principale del Borgo) e il Lungomare Alfonso Il Magnanimo, riqualificazione del lungomare “Alfonso Il Magnanimo”, compreso il Piazzale Aragonese e relativo pontile”. Studio della connessione architettonica e funzionale tra il costruendo parcheggio della “Siena” e le aree investite dal concorso, anche mediante la definizione degli arredi urbani, delle pavimentazioni, dell’illuminazione e di quanto possa contribuire, in maniera coerente e uniforme, a migliorare il decoro e l’immagine del Borgo di Ischia Ponte ed infine la riqualificazione divenuta priorità viste le condizione fatiscenti in cui versa da alcuni anni, del ponte aragonese che collega il piazzale con il Castello e quindi suo restauro, essendo bene pubblico e storico, la cui costruzione risale al 1441. La gente, pur apprezzando le iniziative di festa e di attrazione per tirar fuori Ischia Ponte dalle secche dell’anonimato relegata fino a qualche tempo fa, si aspetta che si operi soprattutto su queste tematiche forti senza dover ricorrere alla protesta di piazza per ottenere ciò che è sacrosanto del popolo che paga le tasse. Ischia dall’11 giugno ha un sindaco nuovo nella persone del dott. Enzo Ferrandino ed un consiglio comunale altrettanto nuovo, ma non ha ancora la Giunta, ossia quell’esecutivo tanto atteso che dovrà rimettere in moto la macchina amministrativa del Capoluogo isolano. Si discute e ci si azzuffa fra gli eletti e non, per ciò che meglio conviene. In un clima di politica improvvisata si tira a campare lo stesso. I venerdì di festa a Ischia Ponte proseguiranno indisturbati, la Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna ha il suo nuovo regista nella persona di Cenzino Di Meglio, Don Carlo ha già preparato i programmi di festa per l’Assunta e San Govan Giuseppe ed infine Cristina e Nicola domani presenteranno ufficialmente il primo vino prodotto nel vitigno del Castello. E’ proprio il caso di dire: La storia siamo noi.
antoniolubrano1941@gmail-com

07/07/2017 · L'EDITORIALE

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Servizio Particolare di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il Servizio Paticolare

è stato realizzato da

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il premio Ischia per l’innovazione tecnologica è andato al giornalista del Mattino, Nando Santonastaso, per il lavoro svolto come responsabile del progetto “Il Mattino 4.0?, finalizzato a dare voce a quella cultura dell’innovazione e della ricerca che rappresenta l’aspetto più straordinario e meno conosciuto del nostro Mezzogiorno ed in particolare della Campania.
Il premio Ischia per l’informazione televisiva e per la carta stampata sono stati attribuiti a due giovani

giornalisti che si sono distinti in inchieste difficili.
A Giulia Bosetti, giornalista di “Presa diretta” su Raitre, è stato assegnato il premio Ischia “Giornalista dell’anno per la TV” per la sua inchiesta sul caso Regeni. La giuria ha voluto sottolineare il coraggio e la passione con cui affronta il “mestiere-missione di giornalista” nelle sue numerose inchieste e il suo rigore che onora il giornalismo da servizio pubblico.
Il Premio Ischia per la carta stampata è andato a Emiliano Fittipaldi, giornalista dell’Espresso, per la sua tenacia nel dare alle notizie indipendenza e professionalità con cui ha scritto alcune delle più rilevanti inchieste giornalistiche degli ultimi anni, dalla corruzione politica al fenomeno degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica.
E proprio per facilitare l’ingresso dei giovani alla professione, il Vicepresidente della Fondazione, Carlo Gambalonga, ha annunciato che dal prossimo anno aspiranti giornalisti potranno trascorrere una settimana sull’isola verde per confrontarsi con i direttori dei principali giornali italiani.
Al direttore generale della Rai Mario Orfeo è stato conferito il premio Coppa di Nestore, durante la cerimonia di consegna il sindaco di Lacco Ameno ha annunciato che proporra’ al consiglio comunale di conferire a Orfeo la cittadinanza onoraria.
Il premio Ischia internazionale è andato all’inviato del Time, Anthony Loyd, per la grande professionalità e competenza con cui ha raccontato le vicende internazionali più importanti degli ultimi decenni, sempre in prima linea: dalla Bosnia alla Sierra Leone dall’ Afghanistan al Kosovo e all’Iraq.
Il Premio Ischia per i Diritti Umani è andato al Nobel per la letteratura, Svjatlana Aleksievic, per il suo straordinario lavoro come giornalista investigativo e la non comune capacità di far conoscere al mondo i principali avvenimenti accaduti in Russia nel secondo dopoguerra. Il ministro della difesa Roberta Pinotti, che ha premiato la Aleksievic ha poi annunciato il vincitore della penna d’oro della Presidenza del Consiglio dei Ministri che è andato a Piero Angela. La cerimonia di consegna della Penna d’oro avverrà dopo l’estate al Quirinale.

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Servizio Particolare di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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è stato realizzato da

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Servizio particolare di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il Servizio Paricolare

è stato realizzato da

GIOVAN GIUEPPE LUBRANO

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Servizio Speciale di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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è stato realizzato da

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Servizio Particolare di

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è stato realizzato da

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