STORICA BARCA ADDOBBATA GLORIA DI S.ANNA OPERA DI VINCENZO FUN ICELLO DEL 1956

 UN POOL DI DONNE PER UNA FESTA TRA L’ANTICO E IL MODERNO

  Maria Grazia Nicotra direttore artistico, Antonella Buono autrice del logo e Annacarla Tredici addetto stampa le tre “Eroine” della Festa a Mare agli Scogli di S.Anna,.che secondo il giusto messaggio della riconfermata Maria Grazia “E’ la Festa di tutti”.  Ridato spessore e valore al classico “ruoto”di melanzane alla parmigiana,  al trafficato tegame di terracotta con l’arrosolato coniglio alla cacciatora, alla capiente  cofana ricolma di melone rossofuoco, alla damigiana di vino fresco delle terre di Piano Liguori e Campagnano. La cena a mare di fronte alle quattro  barche addobbare che sfilano, per gli ischitani di ieri e di oggi, è come un rito sacro di una propria identità da rispettare e difendere. La madrina della Sant’Anna 2016 sarà domani sera l’attrice e cantante napoletana Lina Sastri – La Presidenza della Giuria affidata a Salvatore Ronga.

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di ANTONIO LUBRANO

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Partiamo dal passato, da quando cioè l’EVI,  l’Ente Autonoma per  la Valorizzazione dell’Isola  d’Ischia, da circa quattro anni si era preso l’incarico di riorganizzare la Festa A Mare agli Scogli di S.Anna, nata nel 1932 e sospesa nel ’42 per il mondo che entrava in guerra compresa l’Italia. Fra le vsrie barche addobbate presentate in gara in quegli anni, fece fortissima impressione una delle prime barche allegoriche realizzate per la Festa  a Mare dall’artista pittore ischitano Vincenzo Funiciello ritornato da Berlino ove viveva e dove frequentava l’Accademia degli Artisti. Quella barca addobbata presentata nella edizione del 1956 si chiamava “La Gloria di Sant’Anna”  in omaggio alla Santa ed allo spirito religioso a cui si ispirava la Festa. In pratica la barca del Funiciello, in tutto il suo effetto scenico voleva essere la simulazione di una processione a mare diretta verso la chiesetta di S.Anna per le preghiere votive alla Santa protettrice delle partorienti. Fu giudicata un capolavoro e vinse naturalmente il primo premio. Fu un vero e proprio trionfo per punteggio e per  consensi entusiasti di un pubblico già allora numerosissimo. La barca addobbata di Funiciello fu subito elevata a simbolo della storia della Festa a Mare agli Scogli di S. Anna dal 1932 a oggi, conserva il primato e  rimane senza possibilità alcuna di prevaricamento, la più bella, la più significativa,  la creazione più ispirata della festa e dei suoi chiari connotati che la contraddistinguono. La barca “La Gloria di S.Anna”  allestita dal mitico Vincenzo Funiciello, si presentava con una grande raggiera illuminata a bordo , al centro della quale,troneggiava  la figura vivente al naturale della Santa impersonificata da una bella ragazza del Borgo, Rosanna Di Massa ,oggi mamma e nonna felice con lo struggente ed indimenticabile ricordo di quella straordinaria esperienza di tanti anni fa. Nella barca, che era un lungo gozzo col motore entrobordo di quelli che usavano i pescatori della Mandra per tipi di pesca più in alto mare, prendevano posto alcuni “canonici” del  Capitolo Cattederale, l’uomo con lo stendardo a bandiera con i fiocchi, il  “parroco” con l’incenso e l’incensiere, un nutrito gruppo di fedeli e  tre musici, il fisarmonicista Salvatore Mascolo, il violinista Bartiluccio Carcaterra e il chitarrista Giovanni Mazzella il barbiere, che suonavano la canzoncina religiosa cantata dal coro di bordo “Noi  Voglian Dio…” . La barca era trainata da tre spettacolari cigni bianchi in mare guidati da una ragazza in costume d’epoca e da un angioletto (nostro fratello Giovan Giuseppe e nostra sorella Maria). Vincenzo Funiciello è stato il creatore di barche addobbate nella storia della Festa, che meglio e più degli altri riusciva ad entusiasmare la folla assiepata sugli scogli, lungo il ponte aragonese e sul muraglione delle alghe, sui gozzi privati, in barche di nuova fattura e su motobarche pubbliche ancorate nella baia, ai margini del percorso dove sfilavano le barche allegoriche in gara. Vincenzo Funiciello vinse sette primi premi con capolavori di barche addobbate che nessuno riuscì ad eguagliare in bellezza, spettacolarità ed armonia. Un primato che resiste ancora, nonostante gli attacchi seri che in tempi diversi gli mossero altri due giganti della Festa del passato, gli altrettanto mitici Nerone e Andrea Di Massa. Un’altro aspetto della festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna che ha  appassionato da sempre  gli ischitani ed ha contagiato gli stessi turisti che seguono la Festa da anni,  è il senso della “scampagnata” a mare. Il piatto simbolo o meglio il “ruoto” simbolo col suo prelibato contenuto, a cui si ricorre domani  sera, è la parmigiana di melanzane, affiancata da un altro piatto principe, il coniglio alla cacciatora preparato nel classico tegame di terracotta,  a cui, per altro,  si aggiunge il melone rosso fuoco, ossia l’anguria  e il fresco vinello delle terre locali. Lo è naturalmente  anche quest’anno a questa bella festa di Sant’Anna,  per la prima volta nella sua storia, condotta da una donna, l’ischitana doc Maria Grazia Nicotra a cui è stata  affidata, per la seconda  volta consecutiva  la direzione artistica dell’importante evento.  Un menu nella sostanza  perfetto, senza sofisticherie, semplice e gustoso, atteso nella sua particolare realizzazione, per un anno intero, per poi goderlo la sera della ricorrenza di Sant’Anna, ossia domani sera, con la famiglia o col gruppo di amici, in barca, nel placido specchio d’acqua aragonese, fra il Castello, la Torre di Michelangelo, la Chiesetta e gli scogli di Sant’Anna con lo scopo soprattutto, di  festeggiare una giornata non comune, sin dall’imbrunire fino a sera inoltrata, che si ripete puntuale, ogni anno come  un rito sacro a cui solo in pochi non vi prendono parte. Così è stato per il lontano passato, così sarà oggi, nel pieno rispetto di una tradizione più viva che mai. Quindi la Festa in generale,  ha ritrovato l’entusiasmo e la passione del passato, grazie soprattutto alla verve  della sua direttrice artistica, la costumista e scenografa Maria Grazia Nicotra  che vive la Festa con sentimenti fra tradizioni e creazioni del nostro tempo. Negli anni in cui la Festa prese avvio, l’unica motivazione che spingeva la gente del Borgo e delle colline soprastanti di Campagnano, San Domenico, Sant’Antuono, Piano Liguori e della Marina di Villa Bagni al  Porto a parteciparvi, era quella di trascorrere in piena letizia una serata diversa dalle altre, cogliendo il pretesto della Festa organizzata con i soli falò e “lampetelle” sugli scogli in omaggio a Sant’Anna, la protettrice delle partorienti. Infatti alla Festa, la presenza delle donne superava sempre quella degli uomini che pure erano tanti. I quali si sentivano  destinati per lo più a governare i gozzi con cui si usciva in mare ed a servire il succulento pranzo che le donne avevano preparato e sistemato accuratamente in capienti ceste adagiate sul fondo delle imbarcazioni protette dall’umidità serale e da improvvisi accidentali. Gli anni che passano, cambiano la storia e gli uomini, ma non riescono a trascinare nell’oblio le tradizioni per vederle morte e sepolte. Come abbiamo detto sopra, esse resistono, vivono con tutto il vigore e la poesia con cui si accompagnano.  

                                                                                                                   antoniolubrano1941@gmail.com

 

 

26/07/2016 · L'EDITORIALE