L’ADDIO DELLA CHIESA DI ISCHIA A
DON VINCENZO SCOTI
Commossa partecipazione degli ultimi suoi fedeli della Cappellania di Lacco Ameno
CON DON VINCENZO SCOTI SCOMPARE L’ULTIMO ESEMPIO DI SACERDOZIO “AUTOREVOLE” DELLA DIOCESI DELL’ISOLA
di ANTONIO LUBRANO
La vita sacerdotale di Don Vincenzo Scoti ha avuto due fasi piene di spiritualità ed apostolato fra la gente. La prima si riferisce agli anni in cui, giovane prete, trova l’amicizia e l’appoggio del nuovo parroco della Cattedrale di Ischia Ponte Don Vincenzo Cenatiempo che nel 1946 dalla chiesa di Santa Maria La Porta di Piedimonte arriva alla Chiesa madre del Centro Storico carico di entusiasmo e voglia di rilanciare la grande Parrocchia. Don Vincenzo Cenatiempo e don Vincenzo Scoti, insieme per caso, ma più per volere divino, formano all’ombra del Castello un sodalizio di rara efficienza a cui si aggiunge anche l’opera di un altro sacerdote, non meno dinamico e positivo dei primi due, Don Liberato Morelli. Siamo nel vivo ciclo degli anni ’50 che inizia proprio con l’Anno Santo di Papa Pio XII. La seconda fase sacerdotale di Don Vincenzo Scoti prende corpo e lo eleva a protagonista, quando, lasciato, la parrocchia di Ischia Ponte, viene trasferito prima alla chiesa di Sant’Antonio in Casamicciola e poi alla Cappellania della Chiesa di S. Anna e San Gioacchino in Lacco Ameno, dove ritrova stima e calore dei numerosi fedeli che lo hanno seguito fino alla fine del suo mandato. In questa seconda fase della sua vita sacerdotale, ormai don Vincenzo è uomo di Dio navigato e maturo, e dalla Curia non hanno difficoltà a nominarlo Canonico della Cattedrale,Vicario Generale della Diocesi, Primicerio della Cattedrale e Protonatario Apostolico ed infine, per sua disponibilità Cappellano dell’Ospedale Rizzoli. Ma gli anni da ricordare e incorniciare sono decisamente quelli che hanno visto Don Vincenzo Scoti giovane sacerdote esprimersi con spirito fraterno nell’ampia ed osservante comunità parrocchiale di Ischia Ponte agli esordi del suo impegno come giovane sacerdote del clero isolano. Al Borgo di Celsa c’è fervore di fede e di partecipazione alla vita parrocchiale che Don Vincenzo Cenatiempo e Don Vincenzo Scoti tengono viva con iniziative socialI e di apostolato degne della migliore causa. Nell’ambito della parrocchia della Cattedrale funzionavano a pieno ritmo due circoli di Azione Cattolica, quello femminile che aveva sede al primo piano della casa natale di San Giovan Giuseppe della Croce in via Luigi Mazzella e quello maschile ubicato in Via Seminario a pochi passi dalla sede Vescovile. Don Vincenzo Scoti era il padre spirituale del Circolo maschile frequentato da tantissimi giovani di Ischia Ponte e di tutto il territorio della Parrocchia che si estendeva fino all’Addolorata. Don Vincenzo era il giovane prete fra i giovani del Borgo. Con loro seguiva anche i lavori di una Filodrammatica denominata Fisalugo (Filodrammatica San Luigi Gonzaga) nel ruolo di suggeritore di scena e di bravo suonatore di un vecchio armonium. Don Vincenzo era soprattutto amico di questi giovani a cui qualche anno prima aveva impartito lezioni domenicali di catechismo. Insomma Don Vincenzo Scoti con la sua attività pastorale intensa e continuativa ha rappresentato per la gioventù di Ischia Ponte un sicuro ed istruttivo punto di riferimento, nella località dove viveva con la sua famiglia. Tra i ricordi di chi ha vissuto quel tempo, rimane indelebile la memoria di tante sue “presenze” nell’attività ecclesiale della Parrocchia madre di Ischia. Don Vincenzo Scoti scomparso a 92 anni, era l’ultimo sacerdote della vecchia guardia del clero della Diocesi isolana. Ai funerali di ieri si è avuto la conferma .