Le spiagge isolane, belle e vuote, per colpa dell’uso delle piscine d’albergo – Un problema annoso che non ha mai trovato una soluzione soddisfacente perché una delle parti, gli albergatori, ha fatto sempre finta di niente – Sarebbe ora di trovare un rimedio per rilanciare le nostre spiagge ed il nostro mare nei mesi in cui arrivano i turisti stranieri – la nostalgia degli anni ’60 e ’70 quando la natura si fondeva con i sentimenti – Strade, negozi e ristoranti come in piena estate
di ANTONIO LUBRANO
L’estate 2014, allungatasi per benevolenza della natura mutevole, fino al corrente ottobre, sta offrendo agli ischitani e non solo, una coda di quelle insperate che non ti consentono ancora di appendere l’ormai usato costume da bagno al chiodo. Ciò significa che l’isola con tutte le sue attività, è più viva che mai, e sfrutta queste giornate radiose, sia pur di tiepido sole, al meglio delle sue capacità, organizzative e ricettive. C’è molta gente sull’isola, specie in questo fine settimana con una domenica tutta rose e fiori, nel senso della buona accoglienza e degli spazi sul territorio, tutti a disposizione. Da Sant’Angelo al Castello, la maggior parte degli alberghi registra il quasi pieno, soprattutto in virtù dell’offerta speciale lanciata via Internet un mese addietro, confidando nella clemenza del tempo previsto senza bizze. Strade, negozi e ristoranti affollati come in piena estate. Vi sono alberghi che pur di guadagnare nel numero hanno portato la propria tariffa ad un prezzo più che generoso, di 50 euro per persona a mezza pensione escluse le bevande e qualcos’altro che la direzione dell’hotel non giudica regalabile. In generale, tutto buono per il turista che ha scelto ottobre per la sua vacanza ad Ischia, pur sapendo di rischiare con le condizione atmosferiche di cui non ci si può fidare del tutto. Del resto, valutando la situazione in tutti i suoi aspetti, c’è da dedurre che se il tempo fosse stato inclemente, poco sarebbe cambiato, grazie ad ogni confort che vanta l’albergo dove si è ospiti, a cominciare dall’uso della piscina fino alla cura elioterapica sugli esposti terrazzi ed al bordo della stessa piscina. Oggi è così. Alcuni decenni fa, la situazione era diversa, dove oltre alla categoria degli albergatori, vi campava con notevoli entrate, un’altra categoria, quella degli stabilimenti balneari e gestori delle nostre invidiate spiagge in tutta l’isola. A vedere le spiagge oggi in questa prima decade di ottobre benevolo, belle e vuote e raffrontarle con gli stessi arenili degli anni ‘60 e ‘70 che si presentavano notevolmente frequentati, per lo più da una clientela stranera composta da tedeschi in massima parte, olandesi, svizzeri e inglesi, fa tanta tristezza, e ripropone un problema non trascurabile che lamenta ormai da anni la categoria colpita,ossia quella che da tempo sta rinunciando a una clientela sicura che volentieri si riversava in spiaggia, di mattina e pomeriggio, facendo uso di cabina, sedia, ombrellone e bar per felicità e la fortuna degli stessi gestori di stabilimenti balneari delle spiagge più rinomate dell’isola, come quelle dei Maronti, del lido di Ischia,della , Mandra, di Punta Molino, di Cartaromana, del Bagnitiello, della Marina di Casamicciola, di Lacco Ameno, di Citara, di Forio. I turisti stranieri, per lo più tedeschi , del Belgio e svizzeri amavano recarsi in spiaggia per abbronzarsi al nostro sole e bagnarsi nel nostro mare, tra i più limpidi al mondo, e poter beneficiare, per desiderio di che ne aveva bisogno, di salutari sabbiature calde per i propri acciacchi. Erano i turisti di Aprile, Maggio e Giugno e di quelli che arrivavano ad Ischia, dalla Germania, incolonnati da storiche agenzie di viaggio come la Nekermann, la Kaufof, la Silowich e qualche altra minore, nei mesi di settembre, ottobre e parte di novembre, lasciando i mesi intermedi di luglio ed agosto al turismo italiano, soprattutto campano. Erano senza dubbio altri tempi dove il profitto era più consistente ed anche più facile. Poi sono arrivati i tempi bui con le nostre belle spiagge entrate in una crisi senza via di sbocco, per via delle piscine che ciascun albergo si dotava e costruiva avvolte eludendo rigorose regole di legge. Nel nuovo modo di accogliere la propria clientela, assicurando alla stessa di potersi fare il bagno all’aria aperta in casa, si sono distinti dapprima gli alberghi grandi, offrendo quanto di meglio potesse desiderare il cliente più esigente, distogliendolo appieno dall’idea di abbandonare l’albergo per spiaggia. Operazione riuscita. Poi sono seguiti a ruota gli alberghi isolani di seconda fascia ed infine le medie e piccole pensioni, abituando così il turista a beneficiare di tutto in casa a volte anche a prezzi stracciati, a seconda del proprio piano di promozione con le classiche “offerte speciali” , che spesso hanno provocato numerose polemiche fra chi tiene all’immagine dell’isola d’Isola e chi pensa solo al proprio tornaconto, senza curarsi che così facendo, provoca danni irreparabili al buon nome dell’isola sul mercato turistico nazionale ed internazionale. Ma questo è un altro discorso. Il problema del momento sono le nostre spiagge belle e vuote del dopo luglio-agosto, quando si riduce all’osso l’affollamento estivo, un tempo sostituito dal flusso dei tedeschi e di turisti di altre nazionalità europee. I gestori dei numerosi tratti di spiaggia avuti concessione, vorrebbero che gli arenili, non solo quelli sotto la loro cura, ma che quelli liberi, fossero oggetto di un serio rilancio i n modo che potessero, in un futuro il più vicino possibile, tornare ad essere frequentati dai turisti stranieri, che oggi in maggioranza non sono tedeschi o9landesi e svizzeri, ma russi, croati, ucraini, serbi e di altri paesi dell’est. Con questo. L’appello viene lanciato agli stesi albergatori ai quali si chiede di invogliare i loro clienti stranieri a frequentare anche le nostre spiagge, magari illustrandone i benefici effetti sotto ogni punto di vista. In questa operazione le autorità preposte, i sindaci, gli assessori al patrimonio ed al turismo, la Regione dovrebbero con decisione intervenire per convincere gli albergatori ad assumere una posizione aperta al problema di cui i gestori delle spiagge belle e vuote lamentano, specie in questa straordinaria coda d’estate anomala 2014, dove l’assenza del turista straniero sdraiato al sole sulla tiepida sabbia di una qualsiasi spiaggia dell’isola, si sente tanto, manca molto a chi è nostalgico del passato. Di quel bel passato, dove non si dimentica neanche la facile conquista della straniera innamorata in un contesto di tutt’altro stampo e di tutt’altra vivibilità. Con tutto questo non si vuole che gli albergatori chiudano le loro piscine, con cui trattengono in casa la loro la clientela a danno completo degli stabilimenti balneari, delle nostre spiagge e del nostro mare. Anzi, facciano pure i propri affari, come fin’ora li hanno sempre fatti. Ma, invoglino i propri clienti a godere anche delle nostre spiagge e del nostro mare. Questa bella coda d’estate, nei loro freddi paesi, non l’avrebbero dimenticata, nemmeno campassero cent’ anni.