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Servizio di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il

Il Servizio

da Ischia Ponte

è stato realizzato da

GIOVN GIUSEPPE LUBRANO

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Servizio Particolare

di GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il Particolare Servizio

dalla Cattedrale di Ischia

è stato realizzato da

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Speciale Servizio

da Forio d’Ischia

di

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Lo Speciale Servizio

Dalla Chiesa  di San Sebastiano

in Forio

è stato realizzato da

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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TORINOCUNEOAOSTAASTINOVARAVCOVERCELLIBIELLAALESSANDRIASAVONAIMPERIA e SANREMO V

Ischia, l’isola che nasconde un cuore contadino

Oltre le terme, il fascino di una storia ricca e di una cucina che punta sui profumi di terra
ANSA

Un’immagine dello Scoglio, l’isolotto che racchiude come uno scrigno i tesori artistici di Ischia


Mare incantato, baie nascoste, piccoli borghi ricchi di fascino: Ischia è la meta ideale per un «fuori stagione» tra il romantico e modaiolo. Il suo cuore artistico batte sullo Scoglio, l’isolotto, a una manciata di minuti dal porto, che custodisce le testimonianze più importanti della storia ischitana, come i resti della chiesa di San Pietro, il monastero delle Clarisse, la chiesa dell’Immacolata con la sua inconfondibile cupola e il Castello Aragonese. Dove nei primi decenni del ’500 soggiornò e «regnò» la principessa (e poetessa) Vittoria Colonna attorniata da un cenacolo di artisti e letterati d’eccezione, da Michelangelo (che dedicò alla donna tenerissimi sonetti d’amore) ad Ariosto a Pietro Aretino. Lasciato alle spalle il centro abitato di Ischia, ecco Casamicciola, che, adagiata sulle pendici dell’Epomeo (il monte dell’isola), conserva nelle zone più interne valli, calanchi, terrazzamenti e coni di vulcani spenti e poi pinete, agrumeti, vigneti e boschi: basta percorrere la vecchia Strada Borbonica per scoprirli e così lungo i tornanti che portano alle giogaie del Cretaio viene allo scoperto in modo prepotente «l’anima di terra» di Ischia.

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Riprendendo la litoranea, un «fungo» (in realtà, uno scoglio di tufo modellato dal vento e dalle onde) immerso nel mare è il logo di Lacco Ameno, diventata famosa per i suoi alberghi e i centri termali negli Anni 60 del secolo scorso. La sua storia è, però, lunga di secoli e la prova è da cercare nel Museo Archeologico della settecentesca Villa Arbusto dove si trovano i gioielli, i corredi funerari, i vasi dei coloni greci che sbarcarono sull’isola e che fondarono Pithecusa, la loro città. A Forio, invece, sono sorte le ville più belle dell’isola come La Colombaia (appartenuta a Luchino Visconti) e La Mortella con il giardino lussureggiante che il compositore inglese William Walton fece realizzare, intorno agli Anni 50, da Roussel Page, uno dei più grandi paesaggisti del secolo scorso.

Forio è il più grande centro dell’isola: le sue case si arrampicano fino sui fianchi dell’Epomeo e nel suo centro storico si incontrano, in quantità, memorabilia del glorioso passato come le torri medievali, spesso riutilizzate come sedi di alberghi di charme, come succede per esempio all’Hotel Mezzatorre (www.mezzatorre.it) nascosto in un parco immenso, su di un promontorio circondato dal mare. Uscendo da Forio, si scende fino a Sant’Angelo, paesino incantato, allungato sul mare con le piccole case dei pescatori dipinte a colori pastello: qui si gira solo a piedi, tra vicoli che sanno di vento e di mare, per raggiungere il porticciolo con le barche dei pescatori ormeggiate e lo scoglio di tufo grigio unito da una sottile striscia di sabbia alla terraferma.

E l’anima terragna di Ischia? Quella si scopre nella sua cucina contadina, dove il piatto simbolo non è a base di pesce, come sarebbe facile supporre, ma di carne: il must è il coniglio all’ischitana, altri ingredienti immancabili sulle tavole ischitane sono le verdure e le erbe selvatiche, che entrano nella composizione di minestre (come quella di cicoria e fagioli) o si sposano ad altre erbe o verdure come nella millenaria «scapece» a base di mentuccia, peperoncino, aglio.

03/04/2014 · Fatti curiosi, Turismo

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Mercoledì 2 aprile 2014 è una data che l’Ischia Isolaverde Calcio difficilmente potrà dimenticare – Alle ore 12,20 Pino Iodice, segretario generale della società isolana, ha consegnato al Papa la maglia dell’Ischia – E’ la stessa che i giocatori allenati da Antonio Porta indossano nelle partite casalinghe, ma con una particolarità: sul dorso stavolta c’era  il nome Francesco. E sotto il n° 1.  La consegna della maglia è avvenuta Piazza S.Pietro nel corso dell’udienza che Papa Francesco ha concesso alle società di calcio della Lega Pro –  Tra tutte le squadre Prima e Seconda Divisione, l’Ischia è stata l’unica a donare la propria maglia al Pontefice –   Particolarmente emozionato Pino Iodice: “Impossibile descrivere quello che ho provato”. Incontro ravvicinato affettuosissimo: al bacio di Iodice sulla guancia del Papa, il Pontefice ha risposto con una carezza.

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LA PARTITA DI DOMENICA COL COSENZA

ALLO STADIO DI FONDOBOSSO SI GIOCHERà ALLE 15,000

03/04/2014 · La notizia del giorno, Sport

DIOCESI DI ISCHIA

UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI

Comunicato stampa

Oggetto: nomina parroco di San Ciro Martire in Ischia porto

In data odierna Sua Ecc. Mons. Pietro Lagnese ha provveduto alla nomina del Parroco di S.Ciro martire in Ischia porto nella persona del Sac. Mons. Emilio Basile.

Mons. Basile è stato inoltre nominato Amministratore Parrocchiale pro tempore della parrocchia di San Domenico nella SS. Annunziata in Campagnano (Ischia), dove avrà come collaboratore don Stanislao Czaplicki.

Ischia, 1° aprile 2014

don Carlo Candido

Responsabile ufficio comunicazioni sociali Diocesi di Ischia


LA PROPOSTA PER SALVARE LO STORICO MONUMENTO DALL’INDIFFERENZA GENERALE

– Ingabbiato fra le brutte biglietterie sulla banchina rischia di passare come un ingombro da eliminare –

Appello al Sindaco Giosi Ferrandino – Il Popolo di Ischia gradisce la possibile nuova collocazione

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di ANTONIO LUBRANO

In tutto questo tempo, il Re Redentore con lo sguardo diretto al mare e non solo, ne ha visto di cotte e di crude, sopportando attacchi alla sua veneranda longevità, manomissioni pacchiane e soprattutto indifferenza storica e culturale. Tutto ciò, per prendere coscienza che ormai quello storico monumento nel posto dove ha visto la sua prima luce nel 1903, non è più adatto al suo imperituro riposo, visto che nessuno più se ne cura. Ingabbiato ed affrontato com’è dalle nuove biglietterie che ne offendono la sua regale e storica erezione, appare più opportuno che gli si conferisca una nuova collocazione. Da queste colonne lanciamo la proposta di spostarlo sull’antica Rotonda nel mezzo del Porto. Qualcuno storcerà il muso, altri approveranno. Comunque vada, crediamo che la nostra idea che trasformiamo in vera e ragionata proposta, non è campata in aria. Con lo spostamento del monumento del Redentore sulla Rotonda al centro del Porto,si otterrebbe che la rotonda stessa esca dal suo stato fatiscente e d’abbandono in cui da anni versa, e che infine, potesse fungere da solido e rilanciato piedistallo su cui poggiare il monumento del Redentore restaurato. E’stato già detto: bisogna fare scelte coraggiose per migliorare il paese. Il Cristo Redentore in mezzo al Porto d’Ischia ci fa pensare al Cristo Redentore di Rio del Janeiro in Brasile, alla statua della Libertà nel Porto di New York, al Colosso di Rodi. L’impresa, come si dice, varrà la spesa. Quindi la nostra proposta è indirizzata direttamente al sindaco Giosi Ferrandino che può cogliere l’occasione di ascrivere a sè una decisione di portata epocale qualora avesse il coraggio di assumerla. Dal canto nostro, noi non ci fermeremo qui. Il Golfo promuoverà una sottoscrizione per coinvolgere anche i cittadini in questa “crociata” nei rispetto dei nostri grandi monumenti e della loro storia. Del resto, dopo aver chiesto in giro cosa ne pensassero di un eventuale spostamento della storica statua del Redentore dalla banchina sulla rotonda al centro del porto, le risposte all’unanimità sono state tutte positive. Di fronte a questo dato confortante, l’dea, o meglio la proposta di vedere al più presto il Redentore svettare al centro del porto, possiamo dire che poggia su basi concrete. Si confida, pertanto, sul buon senso e l’ampiezza di vedute, se ce l’hannno, delle autorità comunali e degli organi dei beni ambientali il cui parere in casi del genere diventa determinante. Poichè riteniamo che il sindaco Giosi Ferrandino, in altre circostanze quasi similare, ha dimostrato forte e chiaro decisionismo, anche in questo caso abboamo motrivo di pensare che la proposta de Il Golfo possa trovare seria accoglienza. Il Monumento del Redentore è un importante pezzo di storia che il Vescovo di Ischia del tempo Mons. Mario Palladino seppe utilizzare con cristiana maestria come straordinario riferimento di tangibile cattolicità del popolo ossequiente isclano. Fu padre tenace dell’iniziativa, ottenne l’appoggio incondizionato di tutto il Clero locale, i cui parroci delle proprie realtà parrocchiali determinavano a piene mani sulla massa dei fedeli, varò per l’occasione una significativa pubblicazione in cui pubblicò testimonianze di consenso e di elogi di Cardinali, Vescovi, scrittori, artisti e perfino di due Papi, Leone XIII e Pio X, il primo, che magnificò prima di morire l’opera in programma ed il secondo, che la benedisse a pochi giorni dalla sua elezione a nuovo Pontefice. Siamo nei primissimi anni del 1900. L’iter per giungere alla installazione del Monumento al Redentore durò qualche anno. Così l’8 novembre del 1903 avvenne l’attesa cerimonia di inaugurazione in forma solenne per la presenza di migliaia di persone, di prelati, autorità civili e militari dell’isola e del Continente. Insomma Mons. Palladino fece le cose davvero in grande. Ora, quell’imponente monumento svetta da 110 anni sulla banchina davanti al borbonico colonnato della Chiesa Reale di Porto Salvo sul Porto d’Ischia, oggi in via di restauro. Poiche i tempo cambiano e con essi, cambiano pure aspettative, sogni e stato dei luoghi dove viviamo, non vediamo perché non possa cambiare anche la sede della storica statua del Redentore, specie se si considera che la banchina ove il monumento poggia, serve per tutt’altri servizi.

02/04/2014 · L'EDITORIALE

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Speciale Reportage

da Forio d’Ischia

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Lo

Lo Speciale Reportage

da Forio d’Ischia

è stato realizzato da

GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO

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Il Vescovo d’Ischia Sua Ecc. Mons. Pietro Lagnese, ha finalmete sciolto la riserva ed ha nominmato il nuovo Parroco della chiesa di San Ciro nella persona di Don Emilio Basile, già parroco della Chiesa dell’Annunziata A Campagnano, dove invece va a sostituire don Basile , il reggente di San Ciro, il sacerdote polacco Don Stalislao.  E’ destino che Campagnano debba fornire parroci per parrocchie più prestigiose della Diocesi.  E’ accaduto con Don Luigi De Donato trasferito per l’appunto da Campagnano alla Chiesa Reale di Portosalvo.  Accade oggi con Don Emilio Basile trasferito alla parrocchia più importante di  San ciro. Auguri.

01/04/2014 · La notizia del giorno

SVENTRATA LA REAL CHIESA DI PORTOSALVO

LA CHIESA SARA’ RIAPERTA AL CULTO DEI FEDELI

NELL’AGOSTO PROSSIMO

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Di ANTONIO LUBRANO

LA Reale Chiesa di Portosalvo a porto d’Ischia, per l’agosto prossimo rinascerà a nuova vita. L’idea di intervenire con lavori importanti su uno dei simboli più appariscenti e significativi dell’era borbonica era venuta a più di un parroco passato per la conduzione della parrocchia più prestigiosa della Diocesi isolana:da don Franceschino Albano negli anni ’50 fino a don Gaetanino Pugliese di poco più di un anno fa. Poi è arrivato Don Luigi De Donato, trasferito dal compianto Vescovo Strofaldi dalla meno importante Chiesa dell’Annunziata di Campagnano a quella molto più importante di Portosalvo, permettendogli di fare un salto di qualità insperato che sorprese lo stesso De Donato che sicuramente non se lo sarebbe mai aspettato. Il destino avvolte riserva meritati riconoscimenti a scoppio ritardato. A don Luigi De Donato è bastato poco per capire a quali compiti gravosi era stato chiamato ad assolvere. All’impegno ordinario doveva aggiungere il personale lavoro di ben più ampia e solida portata, a cominciare dal tanto discusso restauro della chiesa a lui affidata e renderlo fattibile nel più breve tempo possibile. I primi passi l’hanno portato a muovere le pedine giuste e a rilanciare una pratica che si era fermata per scarso interessamento. Determinante è stato l’incontro con l’architetto Liliana Buono che oltre a seguire e dirigere i lavori che già sono in corso, si è prodigata affinchè la chiesa e il parroco Don Luigi De Donato ottenessero dal fondo monetario europeo, attraverso la Regione sezione ufficio beni ambientali, un finanziamento di 300mila Euro circa necessario per far fronte a i lavori di restauro programmati. Oggi il maestoso tempio borbonico è un cantiere a cielo chiuso visto che tutti i lavori previsti riguardano esclusivamente l’interno della chiesa nella sua totalità. Essa è stata vistosamente sventrata. Tutta la parte al di sotto del pavimento rimosso nella sua intierezza , è stato rigato con larghi e profondi solchi dentro i quali verrà posizionata l’intera tubatura per il riscaldamento e raffreddamento ambientale della chiesa. Si tratta di una grossa struttura termica, abbastanza articolata nella sua messa in opera che produrrà calore d’inverno e fresco d’estate all’ambientazione della Chiesa in tutta la sua ampiezza. Il parroco don Luigi De Donato è notevolmente soddisfatto di come i lavori nel cantiere della chiesa vanno avanti senza sosta e confida che arrivi qualche altro finanziamento sia pur di più modeste proporzione affinchè si possa intervenire anche sulle pareti esterne della chiesa che necessitano di essere nuovamente biancheggiate. Il parroco De Donato segue i lavori quotidianamente con scrupolosa attenzione e parla anche dei particolari che completeranno un lavoro di restauro altamente professionale che porterà il marchio della mano esperta soprattutto dell’architetto Liliana buono, che mettendoci del suo, vuole che si proceda alla perfezione senza lasciare nulla al caso. E non ha tutti i torti, visto che si sta operando su di un monumento di alta architettura che rappresenta un pezzo di storia importante per Ischia e la sua gente. Si sta studiando il colore per la nuova tinteggiatura uniforme e gradevole alle pareti ed alle navate della chiesa al suo interno. Don Luigi De Donato gradirebbe un colore che si avvicini ad un celestino leggero con il bianco d’appoggio e che per questo trovi d’accordo anche l’architetto Liliana Buono.

Ma è ancora presto per definire la specifica fase del colore da preferire . Il parroco ha pensato anche al nuovo posizionamento della fonte battesimale che verrebbe spostata dal luogo dov’è ora sistemata, per essere ricollocata in fondo alla chiesa sul lato destro del suo ingresso. I parrocchiani, quelli che frequentano assiduamente la chiesa e quelli meno, anch’essi stanno seguendo le varie fasi del lavoro per il restauro della loro chiesa che si aspettano, ad opera conclusa, più bella e più accogliente. Leggiamo sul volto del parroco Don Luigi De Donato tutta la gioia e la soddisfazione del momento. Restituirà a tutti i suoi fedeli della parrocchia e ai turisti di passaggio una chiesa dalla nuova veste, per un rinnovo di fede e partecipazione più solido e duraturo. Purtroppo non ci potranno essere le prossime funzioni pasquali, trasferite, come la messa domenicale, nel salone delle antiche terme comunali messo a disposizione dal Comune d’Ischia. Un sacrificio che vale la pena sostenere, sapendo che fra poco più o meno di cinque mesi, si tornerà a casa, nella la chiesa riabbellita che accoglierà tutti. D’avvero tutti.

31/03/2014 · L'EDITORIALE, Senza categoria