IL 4 LUGLIO DEL RISPETTO E DELLA RICONOSCENZA – Questa sera i Ricevimenti all’Ambasciata di Roma ed al Consolato Generale di Napoli – La partecipazione di diversi ischitani d’America con l’invito del Console Generale Signora Colombia A. Barrosse – Gli americani residenti ad Ischia festeggiano la ricorrenza con Barbacue all’aperto e musiche statunitensi – Immancabili le bandierine a stelle e strisce in giardino e sulle terrazze – La gratitudine di Sparaspilli a 94 anni suonati, per il paese che l’ha ospitato per oltre 50 anni – Il sogno americano di tante famiglie ischitane emigrate in California e New York integrate e rispettose della storica ricorrenza del “4th July”
GLI ISCHITANI D’AMERICA E LA FESTA DELL’INDIPENDENZA
Di Antonio Lubrano
La Festa d’Indipendenza Nazionale del 4 luglio, per gli ischitani emigrati e sparsi nei vari Stati Uniti d’America, ha cominciato ad assumere importanza patriottica e di riconoscenza, a mano a mano che ci si integrava nel tessuto sociale del paese. Nei primi tempi dell’emigrazione di massa, in tutte le famiglie ischitane appena formatesi con l’arrivo dell’ultimo membro richiamato, si sapeva solo che il 4 luglio in America era giorno di festa, non si lavorava e si potevano fare programmi per andare in spiaggia, sulle grandi piscine popolari o in gita sui monti. Insomma per la maggior parte degli ischitani emigrati, era festa e basta. Fino a quando a ciascuno di essi, non veniva riconosciuta la cittadinanza americana, nessuno si sentiva di stringere il pugno in petto e rendere omaggio alla bandiera a stelle e strisce quando venivano diffuse le note dell’inno nazionale, “The Star Spangled Banner”, che al contrario emozionava fino alle lacrime gli americani doc. La nostalgia per l’Italia lasciata e per a il paese natio abbandonato insieme ai ricordi, agli amici ed ai parenti che forse non avrebbero più rivisto, era troppo viva e struggente per farla svanire in breve tempo. Solo il tempo, quindi, avrebbe sanato tutto, e permesso ai tanti ischitani emigrati di abbracciare la nuova fede, e cioè: di giurare fedeltà alla loro nuova terra, alla loro nuova Nazione. Al riguardo, se i padri hanno fatto fatica poi, ad integrarsi nella vita americana vera e propria, per i figli c’è stata via libera già alla frequentazione dall’Hig School, dove hanno assimilato i primi insegnamenti al nazionalismo ed alla cultura americana, dalla lingua fino alla storia del paese. Il resto è venuto dopo, sul posto di lavoro, nella formazione della famiglia e nella socializzazione della vita di tutti i giorni. Insomma, la famiglia ischitana di origine, dalla seconda generazione in poi, è diventata famiglia americana, senza però rinnegare l’italianità dei propri padri e dei propri nonni. Le due feste nazionali, il “4th July” (4 luglio festa dell’indipendenza e il “Thanksgiving Day” (quarto giovedì di novembre Festa del Ringraziamento), insieme al “Columbus Day” (12 ottobre giorno della scoperta dell’America – 1492), sono le ricorrenze nazionali a cui gli americani e quindi gli ischitani d’America americanizzati, tengono più di qualsiasi altra festa del calendario. Il 4th July, ossia il 4 luglio è in cima alla graduatoria, lo si festeggia come se fosse il nostro capodanno, a cominciare dalla mezzanotte del giorno fatidico e tanto atteso. Fino alle tre di notte si bivacca nel giadino di casa propria, sul terrazzo o in altri spazi all’aperto con il classico fumante barbacue e fuochi t’artificio, laddove è possibile spararli, facendo attenzione, naturalmente alle condizione di sicurezza. Quindi dopo il primo assaggio dei festeggiamenti, si va a nanna. Il risveglio è di quelli che ti aprono a nuova vita. La particolare sensazione coinvolge un po’ tutti, protesi a vivere il giorno di festa che si ha d’avanti con la fierezza e l’orgoglio di essere americani fino all’estremo del proprio nazionalismo ostentato senza risparmio. Ambasciate, Consolati, Circoli, Associazioni americane sparse per il mondo organizzano ricevimenti in un clima festoso che in qualche occasione rasenta l’esagerazione. A Roma come a Napoli nelle sedi diplomatiche statunitensi, la festa per il Ringraziamento del 4 Luglio, prende corpo già dalle 12,00 con i preliminari. La lista degli invitati è lunga e ben selezionata. Oltre alle autorità figura un buon numero di americani che lavorano nelle due città, almeno quelli che sono riusciti a farsi invitare per il grande ricevimento-gala della sera. Il poter partecipare alla festa dell’Ambasciata a Roma o al Consolato Generale a Napoli di Piazza della Repubblica per l’americano doc, per l’italoamericano o per l’ischitano d’America nel caso di Napoli, è obiettivo ambitissimo. Infatti diversi americani che vivono a Ischia e ischitani d’America in questo periodo in vacanza sull’isola, sono nella lista degli invitati di questa sera alla festa del 4th July (4 Luglio) presso il Consolato Americano di Napoli. Una bella e sentita soddisfazione della quale gioiranno fino al termine della loro vacanza ad Ischia. Lo racconteranno poi all’arrivo nelle città da dove sono partiti, ai familiari rimasti ed agli amici americani come loro. Diranno di essersi emozionati dopo il discorso del Console Generale, la signora Colombia A. Barrosse e di aver addirittura pianto per la commozione quando sono state intonate le notte dell’inno nazionale americano. Fra gli ischitani vissuti in America per oltre la metà della propria vita, spicca su tutti il popolare Sparaspilli, (Giovanni Lauro) ritiratosi nella sua casa di via Pontano ad Ischia Ponte con la moglie Carla, lasciando in California i loro due figli Giancarlo e Livio con le rispettive famiglie. Il 4 luglio per Sparaspillli ischitano e “americano” con rispetto e riconoscenza verso una terra che gli ha dato tanto, anche oggi, a 94 anni suonati,vive la ricorrenza con lo spirito di chi vuol far festa e godersi il momento, magari con gli amici di sempre. Lo farà. Renato Romano altro ischitano d’America,è oggi ad Ischia con sua Moglie Alice per vacanza-lavoro. Alloggia sul Castello Aragonese e sta seguendo i lavori dell’Ischia Film Festival di Michelangelo Messina. Festeggerà questa sera con gli amici il “4th July”, pensando alla sua fortunata attività in America ed alla magìa che lo attira ad Ischia più di una volta all’anno.
(SERVIZIO PUBBLICATO SU IL GOLFO EDIZIONE DEL 4 LUGLIO 2014)
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( Shirley Meals Lubrano, socia della “Fonderation of American Women’s Club Overseas”
insieme ad amici e parenti giunti ad Ischia da New York e San Francisco
Offerta una torta per l’Evento ed in loro onore )
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A MEZZANOTTE IL TAGLIO DELLA TORTA A STELLE E TRISCE
di Michele Lubrano
Anche ad Ischia allo scoccare della mezzanotte – 4 luglio.2014 con il taglio della torta sul “roof garden” della Casetta Rosa, Shirley Meals Lubrano, socia della “Federation of American Women’s Club Overseas” insieme ad amici e parenti giunti da New York e San Francisco hanno dato inizio ai festeggiamenti dell’Indipendenza Americana. Gli ospiti d’ oltre oceano hanno potuto gustare una ricca cena a base di pesce e frutti di mare del nostro golfo, innaffiato con i vini di Napa Valley “zinfandel – caberrnet sauvignon e chablis e con i nostri tradizionali e gustosi vini di Ischia, biancollella e forastera, che per la particolare occasione non potevano di certo mancare. Sulla nostra isola vivono trecento americani ed americane “doc” senza contare i tantissimi ischitani emigrati e poi ritornati a vivere nel paese natio, provenienti da San Pedro di California, da Los Angeles, da New York, dal New Jersey. La grande festa nazionale del 4 luglio per gli Americani d’Ischia è forse la festa più importante dell’anno. La si celebra con gioia secondo alcuni schemi tradizionali: grigliate all’aperto, fuochi artificiali cinesi e pic-nic sulle nostre spiagge. E’ un giorno che gli europei ed, in particolare, gli italiani fanno spesso fatica a comprendere fino in fondo. Non è un semplice giorno di festa, non si tratta di un giorno di vacanza, come invece, è diventato il nostro 25 aprile. E’ un giorno che ogni americano (di nascita o di passaporto) è fiero ed orgoglioso di celebrare. Banalmente, si può dire che il 4 luglio si celebra la festa dell’indipendenza (Independence Day) delle colonie americane, ottenuta dall’Inghilterra nel 1776. Questa, è la data che, per un americano segna la nascita della DEMOCRAZIA nel suo paese natio. Questa è la data che segna la vera nascita degli Stati Uniti d’America e, poichè gli Americani si sentono profondamente attaccati alla loro PATRIA, tanto da identificarsi interamente con essa, si può dire che il 4 luglio e la festa degli Americani stessi. Il 4 luglio è vietato stare da soli, la regola è riunirsi con la propria famiglia, anche se sparsa in luoghi diversi, o con gli amici più stretti. Si canta l’inno nazionale con la mano sul cuore e con gli occhi fissi verso il cielo. I nostri americani-ischitani nell’isola verde da anni fanno sventolare la Bandiera dell’Indipendenza fieri di essere America e fieri ed orgogliosi della nuova terra di adozione. La storia di questa importante ricorrenza è sintetizzata qui di seguito e dà l’idea del perchè gli americani tengono tanto all’evento. Con un territorio così vasto, diviso in 13 colonie gli americani puntarono all’indipendenza con una strategia di largo conflitto. La guerra vera e propria scoppia nel 1775, anno del primo scontro tra le milizie volontarie delle 13 colonie e le truppe inglesi. È dunque nel pieno della guerra d’indipendenza che si tiene il secondo congresso continentale, il 2 luglio 1776 a Philadelfia, in cui viene approvata una risoluzione d’indipendenza dalla Gran Bretagna, che viene tramutata in Dichiarazione d’Indipendenza e redatta da Thomas Jefferson, John Adams, Robert R. Livingston, Roger Sherman e Benjamin Franklin. Il 2 luglio è quindi il giorno in cui la dichiarazione viene stilata, riveduta e firmata dai delegati. Mentre il 4 luglio è il giorno in cui questa viene resa pubblica. E’ il 1781 quando la guerra finisce, mentre l’indipendenza vera e propria arriva solo nel 1783 con il Trattato di Versailles, ma il giorno simbolo resta il 4 luglio 1776: da allora tutti gli anni gli americani partecipano alle parate mattutine nelle grandi città; poste, banche e uffici restano chiusi e a mezzogiorno in punto nelle basi militari si volge “Il saluto all’Unione” e vengono sparati tanti colpi quanti sono gli stati che compongono gli Stati Uniti, e che in 237 anni sono passati da 13 a 50. Da sempre i colori che contraddistinguono questa festa sono quelli della bandiera americana, bianco, rosso e blu. È poi un classico barbecue con amici e parenti che si riuniscono all’aperto, in mezzo a decorazioni a stelle e strisce, prima dei fuochi d’artificio serali e dei canti patriottici cantati a squarciagola, come ad esempio l’inno nazionale The Star-Spangled Banner. Ma come accennato il 4 luglio è anche sinonimo di fuochi d’artificio. Nel 2011, New York ha battuto ogni record con i fuochi più imponenti del paese, sparando oltre 22 tonnellate di fuochi, un evento straordinario nel luogo più iconico d’America, New York City: sia trascorrendo la giornata a Central Park, che vedendo l’orizzonte illuminato da fuochi d’artificio, New York, offre un’esperienza patriottica che non può essere trovata altrove. Oltre alla Grande Mela, si festeggia in particolare a Chicago, sul Lago Michigan, a San Diego sulla Mission Bay, a Saint Louis sul Mississippi River, a San Francisco sulla San Francisco Bay e al National Mall a Washigton D.C. dove il concerto gratuito che precede i fuochi d’artificio attira ogni anno oltre mezzo milione di persone.
(SERVIZIO PUBBLICATO SU IL GOLFO EDIZIONE DEL 4 LUGLIO 2014)
Il Console americano a Napoli Signora Colombia A. Barrosse
L’ischitano Renato Romano con i dirigenti del Rotary Club di Los Angeles
La bella famiglia ischitana Cigliano di San Pedro in California
Il mitico Sparaspilli (Giovanni Lauro), oggi 94enne