L’architetto colpisce ancora. Il nuovo parcheggio non basta per migliorare il Centro Storico—————— Necessari una nuova spiaggia, una seconda strada a monte per entrare nel paese e una barriera di scogli per proteggere l’abitato e le nuove strutture – Una piazza più larga con al centro un Monumento ai pescatori da commissionare ad un artista famoso anche ischitano ——————-L’ULTIMO “SOGNO” DI SANDRO PETTI —————-SPOSTARE IL “COCO GELO’” E RICREARE L’ANTICA MARINA
di Antonio Lubrano
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Come sempre l’architetto Sandro Petti è incontenibile. La sua audacia nel progettare opere a cui altri non arrivano, ce la fa credere come cosa del tutto normale. Il suo dna parla chiaro, come chiare sono le sue idee. Siamo alla conclusione della nostra lunga conversazione a più tempi tenuta con l’Architetto nella sua accogliente casa di Ischia sulla Riva Destra del Porto. Conversazione che per amore della sintesi, abbiamo limata e divisa in quattro puntate, di cui le prime tre sono state già sottoposte all’attenzione dei nostri lettori. Quindi, questa che segue è la quarta ed ultima puntata, in cui Sandro Petti colpisce subito nel segno. Senza giri di parole disegna e ci espone la sua idea su come la parte terminale di Ischia andrebbe trasformata, riqualificando tra l’altro, nell’intero contesto progettuale, l’insostituibile ruolo, per storia e tradizione, del noto e “simpatico” Ristorante-Bar “Cocò” che secondo Petti, andrebbe spostato con nuova e migliore struttura a fianco sulla destra del Torrino dell’Aquedotto. Ma vediamo come ce lo dice l’architetto in questa sua lucida esposizione che noi abbiamo così ricostruito: “Alla base dell’istmo che porta al Castello C’è il noto e simpatico locale “Cocò”, del cui abbattimento si è parlato in diverse sedi e a più riprese, ritenendolo costruzione più o meno abusiva; Considerando però quanto quel locale sia diventato ormai una pietra miliare di Ischia, io propongo in alternativa di spostarlo, così com’è, subito dopo il Torrino della condotta idrica che arriva da Napoli; il nuovo “Cocò” potrebbe rappresentare infatti quasi la continuazione del Torrino stesso. L’incombro volumetrico del locale rimarrebbe esattamente uguale; verrebbe modificato solamente il tetto e più specificatamente sto pensando ad una copertura con i colori impressi a fuoco che darà l’effetto finale di una tenda gialla e verde, in consonanza cromatica con le scaglie delle cupole ischitane. Il tutto circondato da una corona di canne con foglie. Spostando quindi il Cocò dall’altro lato del Torrino, si spalancherebbe senza più impedimenti visivi la visuale inedita del Castello in una piazza dalla vista straordinaria , dove anche quella Croce votiva, ora oppressa dalla voce del bar, acquisterebbe un suo perché. Volendo, la piazza potrebbe essere in parte riempita dai tavolini del “Cocò”, con un vantaggio sia per l’esercizio commerciale che per il paese. Si potrebbe mangiare e bere godendosi la vera vista del Castello , finalmente libera e completa. Anche qui potrebbe nascere una certa piazza con fontana o un monumento ai pescatori – come a Roma in Piazza di Spagna il Bernini fece una fontana con una barca tipica del Tevere – e la nostra scultura potrebbe essere una barca come quelle felicemente interpretate in centinaia di quadri dal compianto Mario Mazzella. Subito dopo il ponte/istmo che porta al Castello, si può pensare a creare un riporto piuttosto notevole di sabbia, ripristinando la spiaggia che già c’era un tempo, come ci dimostrano le foto d’epoca del luogo. E i muraglioni con il loro ingombro che ora si trovano proprio lì, potrebbero essere demoliti per far posto invece ad un bellissimo marciapiede lungomare che separi la spiaggia dalla piazza, dove abbiamo detto, verrebbe collocato il “Cocò”e che sarà cosi più pronta e meglio predisposta ad ospitare le numerose manifestazioni in programma nella bella stagione, avendo finalmente come sfondo il Castello intero ed il suo specchio di mare e, anche qui, le due quinte di autentica architettura ischitana. Ora va considerato che per godere appieno di questa spiaggia, essa va protetta dallo scirocco che da quel lato non si risparmia. Bene, per allontanare il pericolo delle onde si può pensare di creare una barriera di scogli a protezione di Ischia Ponte: e quella barriera si inserirà perfettamente nel paesaggio visivo come se fosse il naturale prolungamento delle isolette di S. Anna con sulla destra il bellissimo scenario dominato dalla secolare Torre di Michelangelo.Inoltre gli stessi scogli della barriera, potrebbero diventare un luogo di balneazione, naturalmente senza minacciare eventuali resti archeologici sommersi. Come raggiungerli ? lo vedremo appresso. Con questa creazione di spiaggia , che finirebbe davanti al Castelletto, dopo quelle di Via Ferrante D’Avalos e del Pontile Aragonese, sono ben cinque le spiagge ricostruite di cui il Comune d’Ischia si avvantaggerebbe riappropriandosi del titolo di stazione balneare a tutti gli effetti. Inutile evidenziare quanto una spiaggia sia un potente fattore di attrazione turistica , ricreando così le spiagge esistenti prima del ponte che collega il Castello (che di fatto ne decretò la fine), senza per questo trascurare l’impatto occupazionale derivante. Giunti al Castelletto (zona più o meno abbandonata, specie d’inverno, e spesso ricettacolo di oggetti di scarto più disparati), si può pensare ad un’altra piazza e questa volta con un parcheggio. Questo perché, proprio lì, sotto l’hotel Villa Antonio, pensando a quanti si muovono in macchina, si potrebbe ipotizzare l’arrivo di una strada del tutto nuova., Si tratterebbe di una strada che creerebbe una connessione assolutamente strategia: passerebbe infatti a cavallo della cosiddetta “Puzzolana” (Via Giovan Battista Vico, lato basso) per circa 150 metri, per poi ricollegarsi alla strada panoramica di Via Nuova Cartaromana, che porta a sua volta fino agli scogli di Sant’Anna. In questo modo si offrirebbe la possibilità di creare il terzo ingresso/uscita da Ischia Ponte e una discesa a mare a vantaggio di tutta la zona di Campagnano, Sant’Antuono, San Michele e Pilastri. Vorrei che vi fosse chiara quanto questa soluzione sarebbe un po’ come la ciliegina sulla torta di tutto il “sogno”. E sono ben consapevole che mentre tutto il resto del mio progetto ha una sua fattibilità (anche sotto l’aspetto autorizzativo) a costi assai ridotti e può facilmente prevedere anche l’intervento di capitale privato, la costruzione di questa nuova strada ,invece, comporterebbe considerazioni di tutt’altro peso e coinvolgerebbe per forza di cose, la municipalità e gli enti sovraccomunali in chiave del tutto esclusiva. Ma tanto valeva, in questo contesto, farvela comunque immaginare. Anche perché, almeno per il momento, i terreni interessati sono liberi da costruzioni e potrebbero non esserlo più in futuro; ed anche in questo caso andrebbero protette difesi i due accessi. Non si sa mai, qualche coraggioso (o pazzo) amministratore potrebbe un giorno riuscire a realizzarla. Considerate che al momento l’accesso veicolare ad Ischia Ponte si limita ad una sola strettissima strada: c’è da far drizzare i capelli al pensiero che qualunque incidente o disgrazia ostruirebbe in breve tempo via Seminario , o comunque ne renderebbe senz’altro meno agevole il deflusso della circolazione e la prestazione dei soccorsi. Prevederne altre due (il lungomare dal muro rotto fino ad Ischia Ponte, e quella appena citata dall’hotel Villa Antonio a Via Nuova Cartaromana), significherebbe snellire alla grande tutta la circolazione del Comune d’Ischia.