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SPECIALE REPORTAGE DI
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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SPECIALE REPORTAGE DI
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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SPECIALE REPORTAGE DI
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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LA CERIMONIA DI GEMELLAGGIO COL
PAESINO SICILIANO
Cosa accomuna Ischia, la più grande delle isole flegree alle isole Eolie?
Certo il turismo, con numeri importanti sia per quel che riguarda i visitatori annui che le cifre di tutto l’indotto. La natura vulcanica, rintracciabile in ogni ambiente e paesaggio, che si tratti di spiagge o degli antichi abitati rurali. Le invasioni saracene, soprattutto quelle compiute attorno la metà del XVI secolo dal terribile corsaro ottomano, il rais Darghout. Ancora, il mare, la pesca, la viticoltura, per secoli principale fonte di sostentamento per gli ischitani e gli abitanti dell’arcipelago delle Eolie.
Più di tutto però li accomuna una storia.
Quella dei fratelli Sanfilippo, – Gaetano, Giuseppe e Antonio da Salina -, e la fondamentale scoperta dello zolfo nella cura e la prevenzione delle malattie e dei parassiti della vite, in particolare la temibile filossera, un afide in grado di distruggere i vitigni partendo dall’apparato fogliare per arrivare in breve tempo alle radici.
Una storia di ingegno, quello dei fratelli liparioti. Di ingratitudine, da parte degl’ “ischioti”.
Come li (ci) chiama lo storico Giuseppe D’Ascia, cui conviene affidarsi per il racconto che fa ne “La Storia dell’isola d’Ischia” della disgraziata permanenza sull’isola verde dei tre fratelli.
“Era verso gli ultimi mesi del 1855 quando apparivano tre popolani dell’isola di Lipari in Sicilia fra le ammiserite e squallide popolazioni dell’isola d’Ischia.
Essi si avvicinavano ad un bettoliere del Comune di Forio e timidamente annunziavano che, conoscevano lo specifico per salvare le uve dalla crittogama; specifico che avrebbero posto a profitto degl’Ischioti, se avessero prestato fede alle loro promesse; mentre eglino avrebbero impiegato i capitali per lo specifico e per la mano d’opera, e i possidenti posto la vigna, divenuta improduttiva. Il prodotto salvato si sarebbe diviso a parte uguali, e per metà”. […]
[…] “Venne il tempo dell’ansia, e della speme, poiché i racemi solforati rimanevano intatti; si aspettò la maturità, e questa pur venne: l’uva solforata fu salva, contro l’impossibilità giudicata dai dotti e l’incredulità manifestata dal volgo.
Gaetano, Giuseppe ed Antonio Sanfilippo faccendieri di Lipari furono i tre Salvatori che ravvivavano un fetido ed appassito Lazzaro quatriduano: sollevarono l’isola d’Ischia dalla più squallida delle miserie e l’arricchivano del Serto pampinoso de’ suoi biondi grappoli da cui stillavano un’altra volta….d’Ischia il nobil greco del Redi, il rinomato latino del Jasolino, il ricercato vino d’Ischia delle piazze d’Italia – I Sanfilippo furono i benemeriti del paese.
E pure gl’ischioti furono ingrati con costoro!
Alcuni negarono loro anche la pattuita somma; ed eglino dovettero litigare per ottenerla.
Si spesero centinaia per feste religiose, spari, processioni, luminarie, ed ai tre fratelli Sanfilippo che o istrumenti accessori, o principali, come si avessero voluti ritenere dal volgo de’ vignaiuoli, e da proprietari, avevano adoperato il miracolo? – Nulla!
Essi partirono dall’isola d’Ischia più poveri di quello che erano venuti, e per soprappiù carichi di debiti contratti per lo acquisto del solfo. Ciò che fu più tremendo! N’erano venuti tre, e ne partirono due!
Il fratello Giuseppe, moriva di crepacuore nel Comune d’Ischia, poiché tutto si supporta su questa terra fuorché l’ingratitudine. L’isola d’Ischia si macchiò di questa colpa, e la storia, nascondere non l’ha potuto; ma alleggerirla bensì, col non dettagliare i fatti e sopprimere più vergognose scene”.
Una storia triste e ingiusta, di cui D’Ascia non si fa certo scrupolo nell’ammettere di aver omesso il dettaglio di molti fatti e vergognose scene. Una storia di cui resta una piccola edicola votiva di Ischia all’inizio di Via Nuova dei Conti, zona residenziale nota come la Madonnella, – in dialetto ischitano ” ‘a Marunnella“. Fu eretta da alcuni ischitani “in divozione di Gaetano Sanfilippo, solfatore d’uva” e in onore alla Madonna del Terzito, il cui santuario si trova nel paesino di Leni, uno dei tre comuni in cui è amministrativamente divisa Salina (le restanti 6 isole dell’arcipelago delle Eolie fanno parte del comune di Lipari, compresa l’isola omonima).
Qualcuno nel commentare la triste vicenda dei fratelli Sanfilippo e l’enigma storico-religioso dell’edicola votiva di Via Nuova dei Conti ha suggerito il paragone forte con le vicende dell’agrimensore K., narrate nel capolavoro di Franz Kafka, Il Castello “Das Schloß“:
Kafka fa dire alla padrona di casa dello “sventurato” K.: “Lei non è del Castello, lei non è del paese, lei non è nulla. Eppure anche lei è qualcosa, sventuratamente, è un forestiero, uno che è sempre di troppo e sempre fra i piedi”.
Quale che sia la “morale” della storia dei tre fratelli liparioti, una cosa è certa. L’amministrazione comunale di Ischia ha inteso riparare ufficialmente al torto subito dai tre solforatori, promuovendo il gemellaggio con il comune di Leni, alla presenza anche del primo cittadino di Lipari. Per l’occasione l’edicola votiva di Via Nuova dei Conti è stata oggetto di restauro. Chissà che il gemellaggio, oltre al risarcimento simbolico, non porti con sè anche la consapevolezza di un nuovo/vecchio modo di fare turismo, (ri)scoprendo gli aspetti comuni e segreti delle isole del Mediterraneo del Sud, dall’agricoltura, ai culti mariani, come quello della Madonna del Terzito, uno dei primi di tutto l’Impero d’Occidente
(di TGISCHIA-DISPARI)
Nella Sala Consiliare del Comune di Ischia si è tenuta nei giorni scorsi la conferenza stampa di presentazione del Gemellaggio tra il Comune di Ischia e il Comune di Leni (isola di Salina) evento importante sia da un punto di vista storico culturale che per quanto riguarda una sorta di “rimedio” ad una “brutta figura” fatta anni fa.
Una conferenza di presentazione aperta dal Sindaco di Ischia Giosi Ferrandino: “Innanzitutto ringrazio per la loro presenza oggi al Sindaco di Forio Del Deo, al Sindaco di Casamicciola Terme Ferrandino e a tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla realizzazione di questa manifestazione molto importante per l’intera isola. Ischia è sì un’isola, ma la sua tradizione è legata alla cultura contadina, al vino che ci rende celebri nel mondo. In passato la nostra produzione vinicola è stata minacciata da una malattia delle viti e siamo stati “salvati” dai fratelli Sanfilippo di Leni, imprenditori innovatori che però non furono ripagati dal popolo isolano e finirono i propri giorni in povertà. E’ importante ricostruire questi ponti con la storia e, come in questo caso, trasformare un brutto episodio in una concreta possibilità di rilancio. Per celebrare questo evento, reso possibile anche grazie all’Assessore Giosuè Mazzella e al Consigliere Luigi Di Vaia, ci siamo affidati ad alcune delle figure isolane più apprezzate, per rendere unica questa storica ricorrenza.”
“Il Comune di Forio – interviene il Sindaco Francesco Del Deo – ha da subito aderito all’iniziativa e ospiterà una importante manifestazione che si svolgerà il 5 settembre. La storia dei fratelli Sanfilippo sull’isola è stata cruciale per l’intera economia isolana, fondata sulla produzione vinicola e di cui Forio è tuttora uno dei maggiori esponenti.”
A prendere la parola è Di Vaia che, per sommi capi, racconta come sia nata l’idea del gemellaggio “un giorno venne da me l’avv. Antonio Rispoli con il libro di D’Ascia, opera che tutti dovremmo leggere. Era rimasto molto colpito da un capitolo in cui veniva raccontata la storia dei fratelli Sanfilippo, storia alquanto triste per noi ischitani visto l’epilogo, dove la furbizia sfocia in cattiveria. Bisognava fare qualcosa per rimediare e cercare di rilanciare Ischia in quest’ottica, ridando alla dimensione agricola un ruolo importante, come lo è stato in passato. Assieme all’Assessore Mazzella abbiamo iniziato, così, il discorso gemellaggio ed un aiuto ci è stato dato anche da Paolo Ferrandino, conoscitore della storia e dei dettagli utili.”
“Quest’avventura parte da lontano – aggiunge Giosuè Mazzella – con il Cav. Pietro Di Noto Morgera che ha portato a conoscenza dell’amministrazione molti dettagli storicamente importanti e rilevanti per poter perseguire nel gemellaggio, un passaggio obbligato visto che al vicenda lega in un periodo di crisi economica due isole per molti versi simili. Il dott. Gullo, Sindaco di Leni, ci ha ospitati da poco a visitare la loro isola e mercoledì arriverà una folta delegazione (circa una 40ina di persone) direttamente da Leni per assistere alle manifestazioni in programma e tra loro ci sarà anche una compagnia teatrale.
La manifestazione di articola in due giorni: il 5 settembre a Forio con una rappresentazione teatrale “Amore e Psiche” e il 6 settembre con la cerimonia vera e propria del gemellaggio che si dividerà tra la cappella votiva della Madonna del Terzito, dove verrà scoperta la nuova maiolica realizzata per l’occasione che sostituisce quella provvisoria affissa anni fa, e la Sala Consiliare del Comune di Ischia, per terminare poi la sera con lo spettacolo “Cantata in memoria dei fratelli Sanfilippo“ ad Ischia Ponte.
“La cantata è un genere inclusivo di molti linguaggi – spiegano – e si sostiene sulle musiche composte da Antonio Monti. Sul palco ci saranno quattro attori (Marina Ascione, Giovangiuseppe D’Ambra, Lorenza Romano e Roberto Scotto Pagliara) che dialogheranno con personaggi particolari. Ci sarà poi un coro di giovanissimi e la banda musicale Eurythmia diretta dal M° Raffaele Ungaro.”
L’approccio dato allo spettacolo dato da Antonio Monti è legato alla tradizione di “terra” della nostra isola. “ho voluto scrivere le musiche utilizzando la chitarra acustica che racchiude in sé gli elementi base della tradizione nostrana, il legno, il ferro e l’aria. E’ uno spettacolo godibile in cui c’è la volontà di stimolare una presa di coscienza.”
“I nomi dei Sanfilippo sono indissolubilmente legati a Forio – sottolinea Luciano Castaldi – uno dei primi contatti che i fratelli ebbero sulla nostra isola fu con un foriano ed è un’occasione per recuperare la storia del nostro territorio, come si sta facendo con il centenario di Maltese, la cui opera principale è, appunto, la solfatrice”.
“La figura dei fratelli Sanfilippo – interviene l’agronomo Franco Mattera – fu ricordata in un convegno del ’94 svoltosi ad Ischia, dove posi l’accento sulla necessità di attribuire a queste figure di imprenditori innovatori il giusto riconoscimento. I Sanfilippo vennero sulla nostra isola perché era una terra già allora rinomata per la produzione vitivinicola e la scelsero per attivare rapporti commerciali portando il rimedio dello zolfo contro la malattia delle viti arrivata dalla Francia. I mantici utilizzati in quell’epoca, sono quelli utilizzati ancora adesso dai nostri contadini perché nonostante i progressi nella chimica organica, lo zolfo è l’unico rimedio abbastanza resistente e duraturo.”
Un gemellaggio che vuole porre le basi per una collaborazione tra le isole e per un rilancio del settore turistico – enogastronomico perché, come afferma il Sindaco Giosi Ferrandino “Ischia costituisce un unicum tra terme, bellezze naturali e risorse vinicole da salvaguardare e promuovere.”
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LACCO AMENO –
Ischia ha una tradizione terragna, ma è giusto che renda omaggio, in quanto isola, al suo mare: è così che il programma di “Lacco Ameno città d’arte e del verde 2013″ porta in piazza il nostro pescato con la decima edizione della Sagra del pesce spada sabato 7 settembre a partire dalle 21. Ingrediente principe saranno oltre 200 chili di pesce spada. Il trofeo del mare simbolicamente sfilerà per il corso del paese da Piazza Santa Restituta al Pontile portato in spalla dagli organizzatori con le fiammate dell’onnipresente maestro Pasquale di Costanzo alias “Dragon” e i pescatori che indosseranno i vestiti d’epoca. Insieme ci saranno generazioni a confronto: uno dei più anziani come Giacinto Calise che ha circa 90 anni e il giovane Lucio De Siano di appena una trentina. Sul pontile il pesce spada verrà affettato mentre sullo schermo che sarà montato alle spalle degli stand, sarà possibile intrattenersi a guardare le fotografie dei momenti di pesca, delle precedenti manifestazioni e di Lacco Ameno antica. Se fare la fila per il ticket in queste occasioni è noioso, soprattutto se le narici si riempiono degli odori gustosi della cucina, gli organizzatori hanno pensato anche a questo, intrattenendo la folla e rendendo più piacevole l’attesa con un gustoso aperitivo trallucci sugna e pepe di Boccia e un bicchiere di prosecco. Il menù proposto prevede un contributo simbolico di 9 euro e ci saranno bruschetta con alici marinate, i mezzi rigatoni con il pesce spada, pennette con il totano, pesce spada arrostito accompagnato dall’insalata, consumati all’impiedi per poter ballare e permettere il ricambio di gente, su una tavolata di una ventina di metri. Per gli amanti del dolce verranno preparate al momento anche le Zeppole di San Giuseppe da una squadra di signore capitanate da Assunta. Con il buon cibo non mancherà anche la musica a intrattenere la serata settembrina con Annalisa Carcaterra e Giovanni Andrea Aretino che si esibiranno su una piattaforma a mare, proprio davanti al Fungo. vera novità di quest’anno.
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SERVIZIO DI
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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DI ANTONELLA BUONO
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SERVIZIO DI
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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IL MAXSCHERMO NELLA CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
SCHIBA,
LA SUORIA CHE HA ASSISTITO IL VESCOVO STROFALDI FINO ALLA FINE
IL FRATELLO ENZO DEPONE UNA MANCIATA DI TERRA SULLA BARA
Il 14 febbraio 1998 prese possesso della diocesi di Ischia.
Durante il suo episcopato, vanno ricordati avvenimenti salienti di cui Mons. Filippo Strofaldi fu protagonista assoluto: la visita pastorale ad Ischia di papa Giovanni Paolo II (fino ad allora l’unica in un’isola minore italiana), il ritorno delle spoglie del patrono della Diocesi, San Giovan Giuseppe della Croce nella chiesa di Sant’Antonio dei Frati Minori, l’indizione del XIII Sinodo Diocesano, l’apertura della casa di prima accoglienza “Nuovi Orizzonti di Forio”, l’istituzione di una clausura moderna (10 suore) all’interno del palazzo vescovile di Ischia.
A Mons. Strofaldi va ascritto anche il merito di aver mantenuto più vivo che mai il rapporto di fede e fratellanza con le comunità ischitane di San Pedro in California e Mar del Plata in Argentina, che ha visitato più volte nel corso degli anni.
Fu membro della “Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata” e della “Commissione mista vescovi – religiosi – istituti secolari”, nonché Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Militare del Ss. Salvatore e di S. Brigida di Svezia.
Il 7 luglio 2012, in accoglimento alla sua rinuncia all’ufficio pastorale per motivi di salute, assunse, ipso iure, il titolo di vescovo emerito di Ischia. (tgischia)
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LE CONDOGLIANZE DELLA FEDERAZIONE CATTOLICA DI SAN PEDRO DI CALIFORNIA
NEAL DI LEVA
“Le nostre condogliance dalla Federazione Di San Pedro California.
Un bravo uomo con grande visione. Tante belle memorie quando ha visitato San Pedro. Sta nelle nostre preghiere
Riposa in pace, Padre Filippo”
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El domingo 1 de setimbre en el día delemigrante a las 10hs lo recordaremos en la Misa en su memoria,en la Gruta de Lourdes,donde celebro tantas veces cuando vino a Mar del Plata.Invitados todos los Ischitanos,y auqelos que lo han conocido. Que en Paz descance
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“Eccellenza Reverendissima, Carissimo ed indimenticabile Padre Filippo, sabato sera mentre Forio era baciata dalla luna Ti abbiamo ricordato con un’ immagine, che Ti piaceva tanto, da me usata nel 2000 in occasione della Settimana Liturgica nazionale, quella d’ ” ‘o cunfessore ch’e’ perzona santa” di “Core ‘ngrato”, il quale è sempre pronto a consigliare ed a dare forza a chi ha bisogno di una buona parola. Ti confesso che da qualche giorno guardando la sabbia vedevo un’ombra sola. Il Signore Ti aveva preso in braccio e certamente Ti avrà condotto a ricevere il meritato Premio. Grazie per tutto, continua a sorriderci e a pregare per noi dal balcone dell’ Eternità. Addio, i nostri occhi torneranno a incontrarsi nella Luce del Giorno, che non ha tramonto. Gaetano Maschio”.
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FRANCO BUCARELLI
” Franco Bucarelli ricorda l’eccezionale Pastore e l’affettuoso amico Filippo Strofaldi.”Caro Antonio,
“grazie per la pubblicazione.Sarei venuto al funerale, ma sono inchiodato in Vaticano per un’importante iniziativa di Papa Francesco.La dolorosa eco della scomparsa , qui, è stata accolta con grande dispiacere da molti prelati, che stimavano molto Filippo Strofaldi. Un suo ricordo bellissimo, da Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, lo ha tracciato il vescovo Monsignor Loris Capovilla, 98 anni, ex segretario di Papa Giovanni XXIII e grande amico dell’eccezionale Pastore.
franco bucarelli”********************************§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§STIAMO INSERENDO ALTRE