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Speciale Reportage di
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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Nell’introduzione sel libretto il prof. Vincenzo Cenatiempo descrive così Giovanni Di Meglio:
“Naturalmente semplice, aperto, affabile e gioviale, colto e non solo di cultura giuridica, l’avvocato e sindaco Giovanni Di Meglio si impose come personalità emblematica della storia dell’isola dell’ultimo cinquantennio”. E un appello ai giovani perché “ne tengano sempre più viva la memoria”, dal momento che solo a voler scrutare la superficie del territorio comunale “ci troviamo incise un po’ dovunque opere che evocano con estrema chiarezza la sua figura”.
Ma chi fu Giovanni Di Meglio, di cui ricorre l’ottavo anniversario della scomparsa? Giovanni Di Meglio fu tra i primi soci della Democrazia Cristiana a Roma. Catturato dalle SS, fu salvato solo grazie all’intervento del fratello Giuseppe, diplomatico vaticano, presso l’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, quando era già nelle celle di sicurezza di Via Tasso. Rientrato fortunosamente a Ischia, fu rappresentante del Comitato di liberazione e fondatore sull’isola della Democrazia Cristiana. Dal 1944 al 1965 fu, prima, Commissario prefettizio e sindaco di Barano.
Giovanni Di Meglio legò il suo nome a un denso programma di opere fondamentali per lo sviluppo non solo di Barano ma dell’intera isola: dallo sviluppo dell’elettrificazione e della rete idrica a quello dell’edilizia pubblica (case popolari nelle frazioni di Barano e di Fiaiano dove sostiturono le baraccopoli), dai nuovi plessi scolastici (come le elementari “Ciro Scotti” a Piedimonte e l’attuale Direzione del Circolo didattici di Barano) alla sistemazione delle piazze, ma soprattutto realizzò – idealmente collegandosi con l’opera del nonno Vincenzo – la nuova rete viaria, con le varianti di Barano (che permise ai bus di completare il giro dell’isola), di Piedimonte e di Testaccio (collegandola direttamente a Barano) così che la stessa Testaccio fosse raggiungibile da due direttrici, e realizzò due opere di straordinaria importanza: la strada che collegò Piedimonte a Fiaiano (e quindi con Ischia Porto e Casamicciola), e la strada per i Maronti, aspirazione secolare, che aprì il Comune al turismo e dotò l’isola di un nuovo formidabile richiamo: una delle più affascinanti strade del mondo, scelta ancora pochi anni fa dalla Fiat per il lancio della nuova Cinquecento.
Grazie, proprio, all’impegno della Democrazia Cristiana, venne ad Ischia il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, nel 1952, che si convinse della necessità di finanziare la opere lo sviluppo del Comune e della Isola e nel 1956 iniziarono i lavori finanziati dalla cassa del Mezzogiorno. Restò incompiuto il disegno di sviluppo delle sorgenti di Nitrodi ed Olmitello coordinato con Angelo Rizzoli.
A cavallo degli anni Settanta fu poi presidente dell’Ente Valorizzazione d’Ischia dando incarico di redigere il Piano Regolatore Intercomunale al prof. Corrado Beguinot. Giovanni Di Meglio fu poi presidente dell’Istituto Case Popolari di Napoli, apprezzato anche dall’allora sindaco comunista di Napoli, Maurizio Valenzi per il lavoro svolto e per l’efficacia con cui affrontò i disastri provocati dal sisma che dall’Irpinia colpì anche Napoli il 23.11.1980.
Sulla sua tomba nel cimitero di Piedimonte poche, semplici parole: “Amò la Patria e la sua terra, servi i suoi concittadini”. (Il Dispari)
(L’autore, il Prof. Vincenzo Cenatiempo con Almerico Di MEGLIO
figlio dell’indimeticabile avvocato e uomo politico isolano)
STIAMO INSERENDO ALTRE FOTO
Lo Speciale Reportage
dalla Biblioteca Antoniana di Ischia
è stato realizzato da
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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