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Servizio di
GIOVAN GIUSEPPE LUBRANO
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DURANTE IL NOSTRO INCONTRO COL VESCOVO
L’INTERVISTA DI GEPPINO CUOMO AL NUOVO PRESULE ISOLANO PUBBLICATA SU IL DISPARI
Eccellenza, dopo cinque mesi, può dirci se ha scoperto un’isola diversa da quella che si aspettava cinque mesi fa?
“Onestamente ora conosco un’isola diversa da quella che mi si prospettava cinque mesi fa. Allora sono arrivato in un’isola apparentemente felice, fatta solo di bellezze paesaggistiche. Ora comincio a vedere anche le cose che affliggono questa comunità. I problemi più gravi ed appariscenti di questa comunità, mi pare di capire, sono quelli dei trasporti e ora quello del tribunale, che hanno scosso la comunità isolana in maniera seria e non sono certamente gli unici. Sono scosso anche da alcuni suicidi che si sono verificati in questi ultimi tempi e questo nasconde una inquietitudine che forse in molti non prendono in considerazione come fatto grave.”
In che modo questi problemi sociali riguardano anche la Chiesa?
“Qualsiasi problema sociale che tocca i fedeli, è un problema anche della Chiesa, perché la comunità religiosa è tale quando parla di fede e quando vive il sociale in tutte le sue sfaccettature. Noi cercheremo di intervenire per quanto ci è concesso e per quanto è nelle nostre facoltà affinchè siano alleviate le sofferenze dell’intera popolazione isolana.”
All’interno della diocesi, fra i sacerdoti, ha trovato disponibilità o difficoltà?
“Devo dire di aver trovato la massima disponibilità in tutti i sacerdoti, trovo massima collaborazione in tutti, sia fra gli anziani che fra i giovani. Per avere idee più chiare, presto incomincerò un giro fra le varie parrocchie per capire le problematiche di ognuno. E’ evidente che cinque mesi per certi aspetti rappresentano un lungo periodo, per altri aspetti sono effettivamente pochi.”
Prima che lei venisse ad Ischia, era diffusa l’idea che ad Ischia in venticinque parrocchie ci fossero venticinque vescovi, qual è stata la sua impressione?
“Probabilmente la malattia del mio predecessore e la sua impossibilità a continuare nella splendida opera che aveva portato avanti fino ad allora, aveva fatto si che venisse a mancare un vero e proprio punto di riferimento. Si sa che in questi casi spesso ognuno va un pò per la sua strada, ma in assoluta buona fede. Poi, la gente guarda, giudica e pensa in maniera soggettiva, a seconda del proprio punto di vista, magari esasperando e distorcendo atteggiamenti che non sono come vengono riportati.”
Fino ad oggi, lei non ha provveduto a fare nessuna nomina, passerà ancora molto tempo?
“No, fino ad oggi non ho ancora provveduto a fare nomine o a dare incarichi, ritengo che sia ancora prematuro per il semplice fatto che prima di farlo vorrei capire e conoscere fatti e persone, per evitare di commettere errori. Quando avrò le idee chiare, provvederò a fare le nomine che comunque andranno fatte.”
In cinque mesi, ha avuto modo di vedere tutte le processioni che si fanno nella diocesi, che ne pensa?
“Le processioni sono un aspetto importante della fede e delle tradizioni. Oltre alle processioni di San Giovan Giuseppe e Santa Restituta, vedo che ogni parrocchia ha la sua e sotto molti aspetti vanno viste benevolmente, perché rinsaldano i legami fra la comunità e la loro parrocchia.”
In giro ci sono voci che parlano di spostamenti di parrocchie e di parroci, che c’è di vero?
“Sono voci che circolano, uscite probabilmente dalla fantasia popolare, ma di vero al momento non c’è assolutamente niente, credo che almeno in questo, il primo a saperlo dovrei essere io.”
Ad Ischia, ci sono tantissime comunità religiose e, per come in alcuni aspetti si comportano, qualcuno addirittura le definisce delle Sette, lei come le vede?
“La chiesa in questo è intervenuta ed ha fatto chiarezza. Non sono assolutamente delle sette e hanno una loro validità. Finchè aggregano e portano la parola di Dio, vanno viste positivamente, tocca poi ai parroci far si che vengano portate avanti nella giusta direzione. In ogni parrocchia coesistono esperienze diverse, come in un giardino ci sono tanti fiori diversi fra loro, ma ognuno racchiude un profumo ed una bellezza particolare.”
La gente da lei si aspetta molto, probabilmente anche più di quello che lei potrà fare
“Mi auguro di poter fare quello che è nelle mie possibilità e questo già sarebbe soddisfacente, ma non vorrei che la gente pensasse che io possa stravolgere chissà cosa. Credo e spero che tutti mi metteranno nelle condizioni di poter aiutare la nostra comunità a migliorarsi sotto tutti gli aspetti. Devo dire che ho trovato ad Ischia fedeli molto interessati alla vita della Diocesi e questo è molto, ma molto importante. Non c’è assolutamente disinteresse e questo agevola notevolmente il nostro compito.”
Dopo averla conosciuta, la comunità ischitana è convinta che ben presto lei possa lasciare Ischia per incarichi più importanti sulla terraferma
“Sono lusingato della stima che si ha in me, ma non sto qui a pensare cosa potrà accadere fra qualche anno. Come già ebbi modo di dire cinque mesi fa, rispondendo alla stessa domanda, ribadisco che stiamo qui a fare la volontà di Dio.”
Avrà sentito parlare del fatto che padre Filippo Strofaldi aveva riconosciuto moralmente una ventiseiesima parrocchia, quella degli emigrati in Argentina
“Si, ho anche incontrato il sig. Vottola di Mar Del Plata che me ne ha parlato ed al quale ho riconosciuto gli stessi agi garantitigli dal vescovo Strofaldi per la loro parrocchia in Argentina.”
In Argentina c’è un grosso attaccamento degli emigrati alla nostra Isola ed alla nostra Chiesa, pensa di andar a far loro visita?
“Ne ho tutta l’intenzione, già sono avviati discorsi in tal senso col sig. Lubrano, che negli anni passati ha organizzato ben tre viaggi del vescovo Strofaldi sia a San Pedro che in Argentina. Bisognerà trovare i tempi giusti e le date giuste, ma sono favorevole a rinverdire questi rapporti.”
Ad Ischia i fedeli si aspettano che finalmente si possa portare il corpo di San Giovan Giuseppe della Croce nel suo santuario
“Mi è stato riferito che i fedeli hanno molto attaccamento alla chiesa dello Spirito Santo ed ai simulacri del santo che sono in essa, più che al luogo dove attualmente è custodita la reliquia del corpo. Non dipende solo da noi, ma cercheremo di fare il possibile per far riposare le spoglie del santo nel suo santuario. “
S.E. Pietro Lagnese sembra essersi integrato alla perfezione nella sua nuova realtà. Dopo essere stato parroco per oltre ventisei anni nella sua Vitulazio, ha dovuto ricominciare daccapo, con responsabilità da vescovo, in un’isola non facile, ma nemmeno impossibile.